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Cosa c'entra Lana del Rey con Dante?

Un nuovo e alquanto bizzarro trend ha preso piede su TikTok

Cosa c'entra Lana del Rey con Dante? Un nuovo e alquanto bizzarro trend ha preso piede su TikTok

Cos’hanno in comune Lana Del Rey e Dante? Apparentemente nulla, a meno che non si considerino le canzoni della cantautrice statunitese come poesie. Ma nel pastiche postmoderno dei social media può capitare di assistere un featuring tra i due. Nello specifico su TikTok da qualche giorno sta andando in trend un audio in cui viene recitata la poesia Tanto gentile e tanto onesta pare sulle note di Salvatore. Nei diversi video gli utenti interpretano personalmente il significato delle parole del sommo poeta rese melanconiche dalle melodie decadenti di Lana: c’è chi balla sopra i versi; chi addirittura li sceglie per accompagnare il proprio fit-check e chi invece sceglie di paragonare le relazioni sentimentali contemporanee a quelle del poeta scrivendo «Lui ti dice “Ti amo”, ma Dante disse “Tanto gentile e tanto onesta pare». In tutto questo, come prevedibile, si è acceso un dibattito attorno a cosa vuol dire cultura, in che modo debba essere fruita e, soprattutto, se è giusto divulgare un certo tipo di cultura sui social.

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Da una parte gli indignati per il trend sostengono che la cultura non debba abbassarsi al contenuto social e che certe materie - come letteratura, poesia, filosofia - non debbano essere trattate con superficialità o, peggio, mischiate ai contenuti di una effimera macchina volta all’intrattenimento. Nei commenti sotto alcuni video infatti si legge: «sono le stesse persone che si scocciavano di studiare la divina commedia», «ci mancava solo il gatekeeping di Dante» o «Dante va letto e compreso, mica utilizzato per fare un trend». Dall’altra parte, invece, c’è chi difende il diritto di utlizzare i versi danteschi su TikTok in quanto parte costituente del significato profondo della poesia perché «fa risuonare [in noi] qualcosa che conosciamo, [...] indipendentemente dagli studi che abbiamo fatto, lo abbiamo provato perché siamo umani, è questo il vero valore della letteratura». A dirlo, in un video su TikTok, è Edoardo Prati, content creator letterato, che della divugazione letteraria sui social ne ha fatto un lavoro. «Andate a sminuire, andate a ridicolizzare chi utilizza l’audio di Dante Alighieri perché non c’è lo studio che voi state facendo» continua Prati rivolgendosi ai puristi «avete dato Letteratura italiana 1, non potete sentirvi le vestali del sacro cuore della scienza umana» per poi aggiungere che «se la cultura è nella condizione in cui è oggi è anche per colpa vostra che ne siete invidiosi». 

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Ecco dunque che la polemica si sposta presto su un tema molto sensibile, quello dello stato di salute della cultura in Italia. Secondo il rapporto 2024 dell’Associazione Italiana Editori (AIE) su dati Pepe Research, il 30% dei lettori legge in maniera frammentaria, dedicandosi a questa attività solo qualche volta al mese se non qualche volta all’anno. In un articolo pubblicato da Più libri più liberi, che commenta il rapporto AIE, si legge che «[i]l tempo medio settimanale dedicato alla lettura si riduce a 2 ore e 47 minuti contro le 3 ore e 16 minuti del 2023 e le 3 ore e 32 minuti del 2022». Inoltre la lettura varia in modo significativo a seconda della regione. «Le disparità tra Nord e Sud sono confermate dai dati di NielsenIQ-GfK sul mercato del libro trade in Italia suddiviso per aree geografiche». Su un totale di 79,2 milioni di libri venduti in Italia tra gennaio e ottobre 2024 il 35,8% è stato nel Nord-Ovest, il 22,2% nel Nord-Est, 22,7% al Centro, il 19,3% al Sud e Isole. Se invece si espande questo campo di ricerca a livello europeo, il quadro non è confortante. Secondo l’Eurostat, i dati più aggiornati nell’ambito della lettura vedono il 35% degli italiani sopra i 16 anni con almeno un libro letto nel corso del 2022, con una media europea del 53%.

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Il quadro non è incoraggiante, e stando a Prati e a chi la pensa come lui, tutto può servire per appassionarsi e avvicinarsi alla letteratura, alla cultura e alla lettura, anche un trend su TikTok con i versi danteschi. La cultura, chiude Prati, è un diritto universale e «il diritto di emozionarsi deve essere aperto a tutti». Una dibattito che fin dai tempi di Theodor Adorno e  Walter Benjamin rimane aperto: l’industria culturale è giusta? I nuovi mezzi di comunicazione di massa possono portare a una democratizzazione cculturale?  Dante su TikTok può davvero avvicinare qualcuno alla Vita Nova, oppure si tratta solo dell’ennesimo contenuto superficiale che cadrà nell’oblio una volta passato di moda?