
Paddington lascia Londra e va in Perù
È il terzo capitolo cinematografico sull’orsetto più amato di sempre. New entry: Antonio Banderas e Olivia Colman
14 Febbraio 2025
Dopo aver superato Quarto potere come film più bello della storia del cinema, Paddington si appresta a fare le valigie per un salto in Perù. Arrivato per la prima volta in sala nel 2014, il secondo film della saga cinematografica basata sull’orsetto mangiatore di marmellata sbarcato a Londra è uscito nel 2018 e ci sono voluti ben sette anni prima che ricomparisse sul grande schermo. Nato dalla penna di Michael Bond, con le prime illustrazioni ideate da Peggy Fortnum, il personaggio è diventato una star dell’industria cinematografica che non poteva rinunciare a un terzo capitolo, pur non potendo pretendere di superare l’esaltazione ricevuta proprio col precedente titolo.
Paddington contro Citizen Kane: il fenomeno di Rotten Tomatoes
Si tratta di un piccolo grande caso: nel 2021 l’orso adottato dalla famiglia Brown raggiunge e supera sull’aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes la votazione del capolavoro di Orson Welles. Ciò è avvenuto a causa della riemersione di una recensione negativa del 1941 (anno di uscita di Citizen Kane), che ha fatto crollare il suo punteggio di "freschezza" dal 100% al 99%. Purtroppo ci spiace dare il triste annuncio, ma anche Paddington 2 è stato intaccato a causa di due giudizi negativi rispettivamente nel 2021 e nel 2022, raggiungendo la parità con Wells e fermandosi a un dignitosissimo 99%.
Paddington 3: un nuovo regista e un nuova missione
Il terzo film, Paddington in Perù, non raggiunge le vette dei precedenti lavori, a causa forse dell’assenza del suo regista da feel good movie Paul King, che ha deciso fosse il momento di lasciare la sua creatura cinematografica per dedicarsi ad altro e rimanere solo come produttore esecutivo - il suo ultimo lavoro è Wonka del 2023. E, anche, dell’allontanamento del protagonista peloso dalla sua patria acquisita, la fredda e contraddittoria Inghilterra, che sebbene sempre rigida e austera si è sciolta a propria volta dal momento che ha incontrato il gentile e adorabile orsetto. La storia, infatti, sceneggiata da Mark Burton, Jon Foster, James Lamont e con Dougal Wilson all’esordio alla regia, vede Paddington dover ritornare nella sua terra natale per mettersi in cerca della scomparsa zia Lucy, la stessa che si prese cura del cucciolo quando si perse nella giungla e che adesso ha bisogno del suo aiuto. Un viaggio di famiglia insieme ai Brown, capitanati ancora una volta da Hugh Bonneville, ma con la Mary di Sally Hawkins sostituita da Emily Mortimer.
Dalle sale da tè di Londra all'Amazzonia selvaggia
Tornare nei luoghi dell’infanzia servirà a Paddington per ritrovare il contatto con le proprie radici, mentre insieme agli altri personaggi intraprenderà una spedizione a metà tra Viaggio al centro della terra e, soprattutto, il disneyniano Jungle Cruise. Un’opera che richiama tutto un filone da cinema d’avventura per ragazzi, allontanandosi dal comfort e dai the all’inglese nei soggiorni di Londra, alla ricerca della zia rimasta sola - e senza occhiali! - per i luoghi insidiosi dell’Amazzonia, in un racconto sulla (ri)scoperta di sé e, soprattutto, sull’importanza del passare il tempo con i propri cari. Di condividere momenti, di non avere fretta di lasciare il nido, di dare importanza a chi ci vuole e ci vorrà sempre bene. Lezioni importantissime che Paddington si appresta a dare anche mentre si trova immerso nei tranelli del Perù, tra tradizioni, usi e costumi e sfide di sopravvivenza in mezzo alla natura selvaggia.
Antonio Banderas e Olivia Colman si uniscono al cast
Nella consuetudine dei film di Paddington, ad accogliere protagonisti e spettatori in Perù, sono stavolta non uno, ma ben due star che arricchiscono il contorno del film. Se gli antagonisti del primo e secondo capitolo erano niente meno che Nicole Kidman e Hugh Grant, stavolta la pellicola va dall’esploratore e cercatore d’oro Hunter Cabot di Antonio Banderas all’irresistibile Reverenda Madre di Olivia Colman. Entrambi divertiti e divertenti nell’opera, ma se dovessimo affidarci ad una qualche fede sarebbe senz’altro nei confronti della suora dell’attrice britannica. Meravigliosa, giocosa, impertinente e furbastramente sospetta. Irresistibile quando strimpella la chitarra classica e si lancia nel suo personale Tutti insieme appassionatamente. Pur non toccando gli apici dei precedenti film, alla ricerca di El Dorado e in attesa di scoprire tesori inaspettati, Paddington in Perù è una coccola e una certezza: che ritrovare il caro orsetto non può che rendere felici, oltre a lasciarci il desiderio di imparare qualcosa dalla sua inesauribile bontà.