
La canzone di Lucio Corsi diventa un trend TikTok che invita alla sensibilità
Tutti volevamo essere dei duri, ma non siamo altro che Lucio
21 Febbraio 2025
La vera sorpresa di questo Sanremo 2025 (molto più della vittoria di Olly, che nel bene o nel male era stata prevista da tantissime persone) è stato sicuramente Lucio Corsi. Il cantore toscano classe 1993 si è presentato sul palco con gli stessi vestiti che porta in tour, con le buste di patatine sotto le spalline per tenerle su, con Topo Gigio e con l'amico e collaboratore di sempre e chitarrista Tommaso Ottomano. Truccato di cerone bianco applicato sommariamente sul viso, con la matita nera nella rima inferiore degli occhi e con i capelli liscissimi un po' scombinati ha conquistato tutti, ma proprio tutti. Tanto che, durante la Settimana Santa della televisione italiana, chiunque spiegava come il suo preferito di questa edizioni (a molti sembrata sottotono) fosse proprio lui, che in realtà ha una carriera cantautorale lunga anni, che ha recitato al fianco di Carlo Verdone in Vita da Carlo e che ha appena lanciato un tour che è già parzialmente sold out.
Lucio Corsi sui social: creatura fatata su Twitter
Su Twitter, la piattaforma su cui forse più di tutte è stato commentato il festival, Lucio è stato scoperto da una masnada di utenti, mentre chi lo conosceva da prima tira fuori il suo peggior hipsterismo al grido di: "Io lo conoscevo da quando...". È stato paragonato a una creatura fatata, a un membro del Fantabosco, a un uccellino e a una fatina. Soprattutto, grazie al brano Volevo essere un duro, in cui canta: "Ho anche paura del buio/ Se faccio a botte, le prendo/ Così mi truccano gli occhi di nero/ Ma non ho mai perso tempo/ È lui che mi ha lasciato indietro" è diventato il paladino dei nerd e degli sfigati, di tutti coloro che non sono capaci di essere prepotenti, di imporsi, di sgomitare in un mondo in cui la sfacciataggine è considerata un grandissimo pregio mentre timidezza, dolcezza, sincerità, sensibilità e delicatezza sono pensati quasi come difetti. Una canzone che ammette questa sconfitta, ma che ne fa un invito all'accettazione radicale delle proprie debolezze e della propria diversità, che diventa un'arma e uno scudo sincero contro le logiche di un mondo che spinge verso l'aggressività e l'individualismo.
E il meme su TikTok sui versi di Volevo essere un duro
Anche su TikTok tantissimi utenti stanno fornendo il loro punto di vista sulla questione, elencando tutte le motivazioni per cui non sono dei duri, anche se forse un po' vorrebbero. C'è chi parla della propria sensibilità, chi racconta di quella volta che ha pianto guardando un cartone animato, chi invece trasla il trend sul proprio animale domestico, solitamente un cagnone grosso ma dal cuore tenero. Si è diffuso talmente tanto che è nata la polemica, con TikTok che recitano: "Se eravate bulli al liceo non avete bisogno di fare questo trend" e simili. E dunque? A volerlo usare come spunto di riflessione, potremmo dire che a volte le persone da dentro si vedono in maniera diversa da quello che - alla fine - manifestano verso l'esterno. Potremmo dire che la divisione tra bulli e vittime, sempre dall'interno, non è così netta come sembra e tutti - ma proprio tutti - abbiamo un lato fragile - che cerchiamo di nascondere o che indossiamo come una medaglia all'onore sul petto - e che sentiamo di voler raccontare una volta ogni tanto, ad esempio quando una canzone come Volevo essere un duro di Lucio Corsi, folletto fatato del Fantabosco, ha il suo momento di gloria mainstream.