
Running Point è Ted Lasso al femminile
Non altrettanto divertente, però
28 Febbraio 2025
C’è da dirlo: ci aspettavamo un po’ di più da Running Point. Eppure, al contempo, è esattamente ciò che ti immagineresti di vedere da una simile serie. Altro show pettinato del servizio streaming Netflix, con protagonista Kate Hudson e i suoi invidiabili completi, la storia segue il destino di una figlia messa per anni da parte nella società sportiva di famiglia che finisce poi per diventarne il capo. Ad incoraggiarla il fratello maggiore Cam (Justin Theroux), che si trova in riabilitazione per risolvere la sua dipendenza dalle droghe. La protagonista, però, non si farà cogliere impreparata. Da sempre fan e appassionata di basket, come e forse più dei suoi fratelli, per la donna è l’occasione di dimostrare il proprio valore, oltre che di risanare la stagione deludente in cui si è imbattuta la sua squadra, i Los Angeles Waves.
Running Point e Ted Lasso, due serie a confronto
Ovviamente è immediato l’effetto Ted Lasso che Running Point suscita. Lo show di AppleTV+ è ancora troppo vivido nella mente degli amanti seriali che rivedono nell’arrivo della protagonista Isla a capo della direzione della società una dinamica simile a quella vissuta dal collega interpretato da Jason Sudeikis. Anche se i caratteri, gli imprevisti, gli incarichi e persino gli sport sono diversi. Ted Lasso era un allenatore di football americano che viene spedito in Inghilterra per fare da coach ad una squadra di calcio britannica. Isla è sempre cresciuta per i corridoi dell’azienda gestita in precedenza dal padre, ma in quanto donna non è mai stata considerata una degna risorsa per l’impresa familiare che, infatti, l’ha messa in un angolo. I due personaggi devono affrontare i pregiudizi e le ostilità che costellano il loro percorso. Con una differenza: in Ted Lasso si tratta di un allenatore che effettivamente non ha nulla a che fare né col calcio, né con la Gran Bretagna in senso stretto e che viene perciò osteggiato e criticato per le sue capacità evidentemente nulle (ma che porteranno a dei validi frutti), mentre in Running Point il problema di Isla è stato semplicemente il suo appartenere al genere femminile. Che sia una donna preparata, arguta, che si intende del panorama e del mercato del basket non basta: soltanto uno scandalo può vederla come ultima risorsa da mettere in campo.
Kate Hudson è un punto a favore
Il problema di Running Point è che la comedy Netflix non ha lo scintillio o il guizzo che avrebbe davvero fatto la differenza e non avrebbe omologato lo show al resto di tanti prodotti che esistono già in giro. Anche per ciò che riguarda il riscatto femminile che a livello di scrittura non si sposta da canoni esplorati in precedenza e che non aggiunge nulla che non si sia già visto o detto nelle commedie a puntate. Si apprezza la freschezza di Kate Hudson - abbiamo già citato i suoi outfit pazzeschi? - la sua voglia di affermarsi e il rapporto con i fratelli (oltre a Theroux anche Scott MacArthur, Drew Tarver e Fabrizio Guido), ma dai creatori Elaine Ko, Ike Barinholtz e soprattutto Mindy Kaling ci si poteva aspettare qualcosa di più - basti pensare a quella chicca Netflix che è Non ho mai…, firmata sempre da Kaling insieme a Lang Fisher e finita nel 2024. Running Point resta comunque una visione leggera e simpatica, come quelle partite in cui sai quale sarà il risultato, ma metti comunque play e le lasci andare in sottofondo.