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Sempre più donne raccontano le loro esperienze con escort uomini

Come funziona il sex work maschile nel 2025?

Sempre più donne raccontano le loro esperienze con escort uomini Come funziona il sex work maschile nel 2025?

Per molto tempo, l’idea di pagare per il sesso è stata considerata una prerogativa maschile. Oggi, però, sembrano essere di più le donne – di età differenti – che raccontano online le loro esperienze con escort uomini. Anche se non ci sono dati precisi in merito, la maggiore condivisione su Internet di testimonianze dirette potrebbe contribuire a ridurre lo stigma legato alla frequentazione di gigolò – contattati non solo per appagare i propri desideri sessuali ma anche per rispondere a bisogni emotivi che le relazioni tradizionali non sempre riescono a soddisfare. Di recente l’autrice Arianna Dell'Arti ha raccontato sul Post la storia di Emma e Margherita (i nomi sono di fantasia), due donne che per ragioni diverse si rivolgono abitualmente ad accompagnatori. Con loro, spiega la prima, «c’è professionalità, sai quello che trovi», e precisa: «Col tempo si è costruito un rapporto, ci sentiamo per telefono, ci raccontiamo i fatti nostri». Per Margherita scegliere di affidarsi a un sex worker ha rappresentato una forma di riscatto personale – un modo per superare il tradimento del marito.

Poco più di un anno fa anche il Guardian ha raccontato le storie di due donne che hanno deciso di rivolgersi a degli accompagnatori per affrontare questioni personali ben precise. La prima, Ellie (altro nome di fantasia), ha trascorso buona parte della sua vita concentrata su studi e carriera, spiega il giornale britannico, senza mai avere un’esperienza sessuale – ma l’idea di un’avventura occasionale con un estraneo non la convinceva pienamente. Dopo aver conosciuto l’escort Dan Moon sui social, ha deciso di vivere la sua prima volta in un contesto sicuro e controllato; l’ha poi descritta come «la cosa più bella che qualcuno abbia mai fatto per me». «Mi sentivo al sicuro», aggiunge. «Dan [...] ha effettivamente risvegliato qualcosa in me che penso fosse rimasto dormiente o nascosto». Il Guardian riporta anche la storia di Sally (nome di fantasia), che ha frequentato per anni Dan Moon, instaurando con lui un rapporto che andava oltre la sola esperienza sessuale. «Non cercavo altro che intimità fisica, ma nel tempo si è creato qualcosa di più profondo». Lo stesso Moon, che ha lavorato come accompagnatore per diversi anni, racconta che la maggior parte delle sue clienti cercava più che altro gentilezza e attenzioni. «Il sesso probabilmente rappresentava solo il 20% dell’incontro; il resto è ascolto», spiega. Molte delle donne che si rivolgevano a lui avevano matrimoni infelici, non si sentivano più in sintonia con il partner o semplicemente erano in cerca di un’esperienza sessuale senza pregiudizi.

Nel libro Time For Her, Moon ha cercato di de-stigmatizzare il lavoro degli escort maschili. Da un punto di vista legislativo, la prostituzione è regolata in modi differenti a seconda del contesto di riferimento. Il modello proibizionista, adottato ad esempio in Croazia, punisce sia chi si prostituisce sia il cliente, oltre a chiunque favorisca l’attività. Il modello abolizionista, presente in Italia o in Spagna, non criminalizza direttamente la prostituzione ma ne scoraggia la pratica punendo le condotte a essa connesse – come il favoreggiamento o lo sfruttamento. Nei Paesi Bassi, in Austria e Germania, invece, prevale un approccio che mira a decriminalizzare il fenomeno attraverso la regolamentazione. Infine, il cosiddetto modello svedese si fonda sulla criminalizzazione del cliente, partendo dal presupposto che chi si prostituisce – al di là del genere – sia sempre e comunque una vittima di sfruttamento.

Di recente il post I am a woman and I pay for sex su Reddit ha generato un’ampia discussione sulla piattaforma. L’autrice spiega di essere molto introversa e disinteressata alle relazioni sentimentali, e che ha scelto in maniera consapevole di pagare per ottenere in cambio servizi sessuali. Le ragioni, dice, sono diverse. Innanzitutto non trovava soddisfazione nei match delle app di incontri, sentendosi intimorita durante gli appuntamenti con persone pressoché sconosciute. Inoltre, desi derava avere un'esperienza controllata, pulita, impersonale e incentrata esclusivamente sui suoi desideri sessuali: non le interessa costruire legami ma solo ottenere piacere fisico. Questa testimonianza contribuisce a mettere in luce la crescente distinzione tra sesso e amore nella società attuale. Secondo l'ultimo rapporto Censis-Bayer, circa vent'anni fa poco più del 35% delle donne italiane riteneva che le due cose potessero essere separate, mentre oggi questo dato avrebbe superato il 70%. È arrivata a risultati simili una recente indagine condotta da Cosmopolitan, in cui il 65% degli intervistati ha dichiarato di concepire separatamente sesso e amore.  L’idea che il sesso possa esistere al di fuori della dimensione romantica riflette quanto il piacere personale stia assumendo un ruolo sempre più centrale nella sfera del benessere psicologico. Ma il mutato atteggiamento nei confronti del sex work rivolto alle donne sembra essere favorito anche da una maggiore apertura nel dibattito pubblico, insieme alla crescente disponibilità di risorse e testimonianze online che contribuiscono a ridurre lo stigma e a normalizzare questa scelta.