Susanna Morari
23, Illustratrice
Susanna Morari
23, Illustratrice
Mi chiamo Susanna, ho 23 anni e sono un’illustratrice. Generalmente appena pronuncio questa frase il 99% delle persone che mi trovo davanti mi chiede: Cioè? Cosa fai? Semplificando: disegno per vivere. Ho studiato per otto anni Graphic Design, per poi, al secondo anno di università, scoprire un folle amore per il disegno e l’illustrazione.
Prima ancora di laurearmi mi sono iscritta ad un master di illustrazione, frequentandolo nel peggior anno possibile, ed ora, un anno dopo, eccomi qui: convita più che mai della mia scelta, nonostante le difficoltà dettate da questo mestiere. Difficoltà non tanto dovute all’essere donna, ma più che altro all’essere giovane e all’inizio di questa carriera. Ci vuole un po’ ad ingranare, a “far girare il proprio nome”, come si suol dire.
Anche essere donna però, specialmente giovane donna femminista, porta con sé le sue difficoltà:
quante volte mi trovo a discutere animatamente con famigliari, amic*, a volte anche sconosciut* online, pur di difendere i nostri diritti. La cultura italiana è così piena di modi di dire, fare e pensare sessisti, o che non rispettano e non prendono in considerazione le donne o le persone LGBTQ+. Anche "una semplice battuta sessista”, per me, nel 2021, non deve più essere accettata. Non ha mai fatto ridere e soprattutto oggi giorno non dovrebbe far ridere.
Essendo io di indole una persona con bassa autostima e molto critica verso sé stessa,
Credo che l’insegnamento più importante – che sto ancora cercando di imparare e mettere in pratica – sia di credere in me stessa e nelle mie capacità.
Purtroppo tendo spesso a guardare le altre persone, paragonarmi a loro, e sentirmi inevitabilmente in difetto. Prima di riflettere su questo aspetto del mio carattere, infatti, appena conoscevo una ragazza nuova mettevo in pratica questo schema: paragonarmi a lei, sentirmi in difetto, e quindi criticarla per “autodifesa”. Dopo anni di esercizio ho imparato invece a fare l’opposto, a non essere diffidente nei confronti di una donna appena conosciuta, ma anzi, ho imparato ad essere accogliente e a fare squadra. Questa per me è sorellanza: sapere che anche se ci siamo appena conosciute, possiamo già contare l’una sull’altra.