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Adèle Haenel è la voce ferma e dura del #MeToo francese

Nel 2024 dobbiamo ancora alzarci e uscire dalla stanza per protesta

Adèle Haenel è la voce ferma e dura del #MeToo francese Nel 2024 dobbiamo ancora alzarci e uscire dalla stanza per protesta

Intensa in Portrait of a Lady on Fire, emozionante in 120 Battiti al Minuto, audace in The Fighters - Addestramento di vita, Adèle Haenel ha dimostrato da tempo di meritare il suo posto tra l’élite del cinema francese. Ha iniziato da adolescente con un sogno nel cassetto e oggi è una giovane donna con una voce forte e il coraggio di usarla. Proprio per questo ha scelto di abbandonare la recitazione per dedicarsi all’attivismo, e le ragioni sono da ricercare (anche) nella sua storia personale. Ha vissuto molto e sofferto molto, e questo l'ha spinta a denunciare a gran voce gli abusi subiti. Ve lo ricordate? Nel 2020, la sua uscita plateale dalla cerimonia dei César dopo l’assegnazione del premio per il miglior regista a Roman Polanski divenne virale. Oggi, il suo tagliente “stai zitto” rivolto a Christophe Ruggia durante il processo per presunte molestie sessuali ai suoi danni ha fatto notizia.

@cinematographline i’m back guys !! « la honte » i agree. #romanpolanski #jaccuse #france #honte #adelehaenel #shame original sound - linouuuu

Ieri mentre il regista di The Devils - accusato di aver molestato l'attrice quando aveva tra i 12 e i 14 anni - cercava di giustificare l’ingiustificabile sostenendo di volerla “proteggere” dal mondo esterno, Haenel è esplosa e ha lasciato l’aula. Chi era lì per dire a questa bambina: ‘Non è colpa tua. Questa è manipolazione. Questa è violenza’?” ha risposto. “Tutti mi chiedono di piangere per il destino del signor Ruggia. Ma chi si è preso cura della bambina?” Una bambina che oggi vede il suo aggressore condannato a soli cinque anni di carcere (di cui tre sospesi). Questo processo, il primo del movimento #MeToo in Francia, segue le rivelazioni pubbliche di Haenel del 2019, che hanno scosso un’industria molto più lenta di quella di Hollywood nel rispondere.

In un mondo e in un’industria ben lontani dall’essere accoglienti e inclusivi, Adèle Haenel non è sola nella lotta contro gli abusi sessuali. Numerose accuse hanno scosso il settore cinematografico negli ultimi anni, incluse quelle contro Gérard Depardieu, che affronterà un processo a marzo per presunte molestie nei confronti di due donne su un set nel 2021. Sebbene Haenel sia diventata un vero e proprio simbolo internazionale della lotta contro il sessismo nel cinema francese,  sempre più persone e donne si uniscono alla sua causa. Tra queste c’è Judith Godrèche, che quest’anno ha dichiarato di essere stata molestata dai registi Benoît Jacquot e Jacques Doillon quando era solo un’adolescente. Non tutte le supereroine indossano mantelli, e non tutti gli aggressori indossano braccialetti elettronici. Speriamo quindi che queste donne, con le loro storie e accuse, riescano a ricevere la giustizia che meritano ma soprattutto riescano a smontare un sistema di potere pericoloso, quello del patriarcato. Il cammino è lungo e tortuoso, ma si spera che ad aspettarci ci sia un mondo più giusto