Scappare dalla città durante una delle settimane più caotiche e impegnative dell’anno, quella della Design Week milanese, è sempre un piacere. Se poi la meta è Cascina Selva - paradiso immerso nel verde lombardo - per collaborare e fare una chiacchierata con una delle artiste più interessanti del panorama italiano contemporaneo, allora, è ancora meglio. Il meteo promette faville, e dopo pranzo il cielo esplode in un temporale che sembra già estivo, ma se è per questo promette faville anche Gaia, che ha appena regalato al mondo la sua Dea Saffica e che non ha alcun problema a lanciarsi tra le mucche, a nutrirle e ad accarezzarle, a giocare con un vitellino e a posare - bellissima come, appunto, una divinità pagana della semina e del raccolto - in un fienile, tra i fiori e tra i trattori.
Dea Saffica è un punto di arrivo e di partenza, un’ancora e una boa in una carriera che è iniziata tanto tempo fa, ad Amici di Maria De Filippi, di cui ha vinto la diciannovesima edizione. “Il programma e Maria mi hanno dato tantissimi strumenti per potermi affermare e per poter affermare la mia individualità in un mondo complicato e complesso, in cui tutti hanno un’opinione perché la musica è di tutti e per tutti, e menomale” ci racconta Gaia, davanti a un meraviglioso cespuglio di glicine. “In un mondo così complesso devi veramente volerlo e devi proteggere la tua visione, metterti al servizio della musica. Molte persone fanno questo lavoro perché la musica le ha aiutate molto, quindi se poi vieni messo nella condizione di parlare a un pubblico così vasto senti la responsabilità, sai di dover rispettare i palchi che ti sono stati dati, di dover essere autentico al tuo cuore”. Mentre parla degli altri, Gaia parla anche e soprattutto di se stessa, ma senza mai assolutizzare quello che dice o pensa, anzi attivamente allargando il suo punto di vista a una visione collettiva. La responsabilità che sente sui palchi l’ha sentita anche a Sanremo, e in due diverse occasioni, anche se con modalità completamente diverse. Il suo primo festival, infatti, lo ha fatto da concorrente, nel 2021, con la canzone Cuore Amaro. Il suo secondo, invece, nella serata cover con BigMama, a cantare Lady Marmalade come componente di una vera e propria girl gang. “Il mio Sanremo da concorrente non è stato dei migliori” ci confessa. “Era durante il Covid, avevo perso la voce. Ho dovuto affrontare tante pressioni e tanto lavoro, ho dormito pochissimo. Da ‘ospite’ di un'artista in gara è tutto diverso, è più easy e più godibile. Avevo solo due parti, me la sono portata a casa in relax, e poi ho bevuto gratis” divertente e divertita, soprattutto autentica.
Dea Saffica è un punto di arrivo e di partenza, un’ancora e una boa in una carriera che è iniziata tanto tempo fa, ad Amici di Maria De Filippi, di cui ha vinto la diciannovesima edizione. “Il programma e Maria mi hanno dato tantissimi strumenti per potermi affermare e per poter affermare la mia individualità in un mondo complicato e complesso, in cui tutti hanno un’opinione perché la musica è di tutti e per tutti, e menomale” ci racconta Gaia, davanti a un meraviglioso cespuglio di glicine. “In un mondo così complesso devi veramente volerlo e devi proteggere la tua visione, metterti al servizio della musica. Molte persone fanno questo lavoro perché la musica le ha aiutate molto, quindi se poi vieni messo nella condizione di parlare a un pubblico così vasto senti la responsabilità, sai di dover rispettare i palchi che ti sono stati dati, di dover essere autentico al tuo cuore”. Mentre parla degli altri, Gaia parla anche e soprattutto di se stessa, ma senza mai assolutizzare quello che dice o pensa, anzi attivamente allargando il suo punto di vista a una visione collettiva. La responsabilità che sente sui palchi l’ha sentita anche a Sanremo, e in due diverse occasioni, anche se con modalità completamente diverse. Il suo primo festival, infatti, lo ha fatto da concorrente, nel 2021, con la canzone Cuore Amaro. Il suo secondo, invece, nella serata cover con BigMama, a cantare Lady Marmalade come componente di una vera e propria girl gang. “Il mio Sanremo da concorrente non è stato dei migliori” ci confessa. “Era durante il Covid, avevo perso la voce. Ho dovuto affrontare tante pressioni e tanto lavoro, ho dormito pochissimo. Da ‘ospite’ di un'artista in gara è tutto diverso, è più easy e più godibile. Avevo solo due parti, me la sono portata a casa in relax, e poi ho bevuto gratis” divertente e divertita, soprattutto autentica.
La responsabilità che sente sui palchi l’ha sentita anche a Sanremo, e in due diverse occasioni, anche se con modalità completamente diverse. Il suo primo festival, infatti, lo ha fatto da concorrente, nel 2021, con la canzone Cuore Amaro. Il suo secondo, invece, nella serata cover con BigMama, a cantare Lady Marmalade come componente di una vera e propria girl gang. “Il mio Sanremo da concorrente non è stato dei migliori” ci confessa. “Era durante il Covid, avevo perso la voce. Ho dovuto affrontare tante pressioni e tanto lavoro, ho dormito pochissimo. Da ‘ospite’ di un'artista in gara è tutto diverso, è più easy e più godibile. Avevo solo due parti, me la sono portata a casa in relax, e poi ho bevuto gratis” divertente e divertita, soprattutto autentica.
"Trovo interessante il fatto che in questa vita sono nata donna, e ho lavorato molto per riuscire a trovare un dialogo più intimo e sincero con me stessa."
L’autenticità, per Gaia, è tutto, ed è anche il fil rouge di questa intervista: “Quando sei autentico e allineato fai una cosa che è sincera: è questo che aggancia le persone, le persone si connettono con loro stesse e con te, si crea un momento tra di voi, un ricordo, una rivelazione che apre alla vita, al bello, alla cura e alla musica che quindi diventa uno scambio”. Dea Saffica, a suo modo, parla anche di questo momento di connessione con l’esterno ma soprattutto con l’interno: “Io uso la scrittura e la musica per analizzare la mia vita e il mio vissuto. È il mio filtro. Trovo interessante il fatto che in questa vita sono nata donna, e ho lavorato molto per riuscire a trovare un dialogo più intimo e sincero con me stessa, che fa sì che tutte le mie parti possano coesistere e che non ci sia un giudizio tra di loro, anche quando sono distanti. Dea Saffica è questo: il mio arrivare a comprendere che tutte le mie parti - anche quelle che mi danno fastidio - sono essenziali, che nel mio femminile c’è sorellanza, maternità, erotismo, fertilità ma anche rabbia. Rabbia che non è solo la mia ma è anche delle mie antenate, della mia mamma, della mia nonna, di tutte le donne che sono venute prima di me e di loro. Dea Saffica è un invito a toccare con mano la nostra sensualità e il nostro essere donne, ma anche molto di più”. Questa canzone, questa scoperta, questo viaggio dentro se stessa si inserisce in un momento creativo ed evolutivo globale, di scrittura di qualcosa che potrebbe diventare un nuovo album, diverso da quelli che sono venuti prima. “Sto scrivendo molto, ho anche approcciato l’italiano. Tutti i miei progetti in portoghese e di matrice brasiliana hanno una musicalità più semplice, è più semplice per me scrivere in portoghese, mi dà sicurezza. L’italiano è molto poetico ma ha tante parole tronche, la musicalità la decide lui. La parola ha una sua importanza, io sono molto legata alle melodie e ho scoperto dopo il potere della parola, quindi ho approcciato l’italiano come se fosse un nuovo innamoramento nei confronti della musica, sono molto felice di questo momento di scrittura e a breve potrò condividere qualcos’altro”.
Le popstar internazionali attraversano delle ere, e ogni disco è un’era diversa. Basti pensare a Taylor Swift, che cambia pelle e attitudine a seconda di quello che affronta nelle sue opere. In quale era si trova Gaia adesso? Con la sua tendenza alla riflessione profonda tra cielo e terra, che viene fuori a più riprese durante l’intervista ma anche prima e dopo, a pranzo e tra gli scatti, ci dice: “Io voglio essere un ottimo veicolo per quello che i miei angeli vogliono che io dica. Nelle mie canzoni c’è una proiezione di me, è come avere dei figli. Ci metti tutto quello che hai ma poi le lasci andare nel mondo, devi lasciare che facciano il loro percorso e che abbiano la loro identità. Quindi ecco, la mia nuova era è quella dell’intelligenza emotiva”. La stessa che, quando le chiediamo se ha mai ricevuto commenti poco piacevoli o se ha subito episodi di discriminazione in quanto donna in un’industria competitiva, la porta a risponderci: “Ho subito discriminazioni nella mia carriera e nella mia vita, come tutte le persone appartenenti alle categorie marginalizzate ed emarginate della nostra società. Il problema è che ci dimentichiamo che viviamo in un sistema fallato, nel senso che potremmo vivere in un mondo carino ed empatico ma abbiamo il nostro maschile e il nostro femminile sbilanciati, e questo sbilanciamento crea distacco, odio, distanza tra donne e uomini. Io credo vivamente che chi mi ha fatto male, nella vita, lo ha fatto perché a sua volta è stato traumatizzato da qualcun altro”. Poi aggiunge: “Non punto il dito, ma io sono certa che se ci ricordassimo come ci siamo sentiti quando ci è stato fatto un torto potremmo riuscire a cambiare le nostre reazioni, anche nei confronti delle ingiustizie e di tutto quello che proviene da una matrice non pura, non d’amore. Non è sempre facile, a volte mandare a fanc*lo è anche terapeutico e lo consiglio”.
“Io però voglio concentrarmi sulle persone alleate, che mi hanno aiutata, che hanno deciso di non imporsi su di me, che mi hanno vista davvero e rispettata. Sono certa che le cose cambieranno, perché sono una positivista. L’universo è più sveglio di noi, troverà una soluzione”, conclude, con una fiducia che è contagiosa. A una persona che vorrebbe intraprendere il suo percorso consiglia - forse memore dei suoi errori di gioventù, di un approccio alla musica così personale da diventare doloroso, di una mancanza di sacrosanto distacco che viene con la giovinezza: “Prenditi il tempo per ascoltarti, per ascoltare le tue necessità, cerca di capire se sei felice di quello che stai facendo, di come lo stai facendo, metti davanti a tutto l’autenticità. Non farti prendere dall’ansia e dalle paranoie, dalle insicurezze. Fanno parte del percorso, sono normali, ma se agisci in quello stato continuerai a morderti la coda e a girare in tondo. Se generi amore e abbondanza riceverai indietro amore e abbondanza. Prenditi tempo, ascolta musica che ti motiva. Il resto verrà da sé”.
"Dea Saffica è questo: il mio arrivare a comprendere che tutte le mie parti sono essenziali, che nel mio femminile c’è sorellanza, maternità, erotismo, fertilità ma anche rabbia."
1st Look:
Full look VIVIENNE WESTWOOD, jewels PARISIAN GAL.
2nd Look:
Full look MIU MIU.
3rd Look:
Full look SPORTMAX, jewels APRICUS.
4th Look:
Full look JW ANDERSON.
Credits:
Photographer Anna Adamo
Ph. Assistant Veronica Brunoni
Stylist Tiny Idols
Stylist Assistant Martina Ghia
Make Up Giovanni Zummo
Hair Alfredo Cesarano
Artist Gaia
Interview Priscilla Lucifora