Lorenzza, artista classe 2002 arrivata da Bahia a Pisa per conquistare la scena rap italiana, è stata per lungo tempo un enigma tutto da risolvere, un fenomeno misterioso. Presente sui social network e su nessun’altra piattaforma tradizionalmente collegata alla musica, l’artista - giovanissima ma non per questo meno interessante, anzi - parlava di sé solo e soltanto attraverso gli snippet delle sue canzoni, solitamente accompagnati da visual curati e affascinanti, che la vedevano posare con le amiche, farsi intrecciare i capelli, abbracciare un uomo misterioso. Curiose e interessate a questo progetto, così nuovo nelle modalità e nel sound e così diverso da qualsiasi cosa ci sia in Italia adesso, ci rechiamo da Kumba Extension, salone specializzato in Via Giovanni Paisiello, per scattarle delle foto e per intervistarla. La location è perfetta, tutta colori, teste di manichini, parrucche. La personalità di Lorenzza, che è allegra e decisa, concentrata e professionale, si abbina alla perfezione.
Le chiediamo immediatamente di raccontarci un po’ di lei e della sua musica, e i due argomenti si fondono automaticamente, diventano la stessa unica risposta. “Nella mia musica cerco di raccontare un po’ chi sono, le mie origini, la mia storia, la mia famiglia, dove sono cresciuta, la provincia, le mie condizioni economiche, il modo in cui la musica può portare un cambiamento, chi sono davvero”. E la sua musica, mentre parliamo con lei, esiste solo su Instagram e su TikTok. Mentre voi leggete, però, è già fuori. Il suo primo EP, A Lorenzza è stato rilasciato ovunque il 13 novembre, e segna la nascita di una star, senza ombra di dubbio.
“Partire dai social e poi andare al resto per me è stato giusto” afferma, e non possiamo che darle ragione. Dopotutto, siamo qui apposta per lei, a intervistarla. “Ho aspettato un po’ prima di mettermi in gioco, non volevo rischiare di restarci male, per i risultati o per i numeri. Così ho avuto la possibilità di vedere un pochino cosa andava e cosa non andava, ho potuto creare una fanbase, un supporto. Pubblicare su Spotify direttamente, dal nulla, può essere rischioso, quindi ho preferito aspettare un attimo. Credo possa essere un buon metodo, in assoluto. I social oggi sono lo strumento per andare un po’ fuori, anche per le persone più giovani, della mia generazione”. E lo abbiamo visto su TikTok, dove ogni giorno la viralità di uno snippet segna il successo internazionale di nuove star.
“Partire dai social e poi andare al resto per me è stato giusto” afferma, e non possiamo che darle ragione. Dopotutto, siamo qui apposta per lei, a intervistarla. “Ho aspettato un po’ prima di mettermi in gioco, non volevo rischiare di restarci male, per i risultati o per i numeri. Così ho avuto la possibilità di vedere un pochino cosa andava e cosa non andava, ho potuto creare una fanbase, un supporto. Pubblicare su Spotify direttamente, dal nulla, può essere rischioso, quindi ho preferito aspettare un attimo. Credo possa essere un buon metodo, in assoluto. I social oggi sono lo strumento per andare un po’ fuori, anche per le persone più giovani, della mia generazione”. E lo abbiamo visto su TikTok, dove ogni giorno la viralità di uno snippet segna il successo internazionale di nuove star.
Le chiediamo immediatamente di raccontarci un po’ di lei e della sua musica, e i due argomenti si fondono automaticamente, diventano la stessa unica risposta. “Nella mia musica cerco di raccontare un po’ chi sono, le mie origini, la mia storia, la mia famiglia, dove sono cresciuta, la provincia, le mie condizioni economiche, il modo in cui la musica può portare un cambiamento, chi sono davvero”. E la sua musica, mentre parliamo con lei, esiste solo su Instagram e su TikTok. Mentre voi leggete, però, è già fuori. Il suo primo EP, A Lorenzza è stato rilasciato ovunque il 13 novembre, e segna la nascita di una star, senza ombra di dubbio.
“Partire dai social e poi andare al resto per me è stato giusto” afferma, e non possiamo che darle ragione. Dopotutto, siamo qui apposta per lei, a intervistarla. “Ho aspettato un po’ prima di mettermi in gioco, non volevo rischiare di restarci male, per i risultati o per i numeri. Così ho avuto la possibilità di vedere un pochino cosa andava e cosa non andava, ho potuto creare una fanbase, un supporto. Pubblicare su Spotify direttamente, dal nulla, può essere rischioso, quindi ho preferito aspettare un attimo. Credo possa essere un buon metodo, in assoluto. I social oggi sono lo strumento per andare un po’ fuori, anche per le persone più giovani, della mia generazione”. E lo abbiamo visto su TikTok, dove ogni giorno la viralità di uno snippet segna il successo internazionale di nuove star.
“Partire dai social e poi andare al resto per me è stato giusto” afferma, e non possiamo che darle ragione. Dopotutto, siamo qui apposta per lei, a intervistarla. “Ho aspettato un po’ prima di mettermi in gioco, non volevo rischiare di restarci male, per i risultati o per i numeri. Così ho avuto la possibilità di vedere un pochino cosa andava e cosa non andava, ho potuto creare una fanbase, un supporto. Pubblicare su Spotify direttamente, dal nulla, può essere rischioso, quindi ho preferito aspettare un attimo. Credo possa essere un buon metodo, in assoluto. I social oggi sono lo strumento per andare un po’ fuori, anche per le persone più giovani, della mia generazione”. E lo abbiamo visto su TikTok, dove ogni giorno la viralità di uno snippet segna il successo internazionale di nuove star.
“Ho aspettato un po’ prima di mettermi in gioco, non volevo rischiare di restarci male, per i risultati o per i numeri. Così ho avuto la possibilità di vedere un pochino cosa andava e cosa non andava, ho potuto creare una fanbase, un supporto.”
Impossibile però non considerare anche il lato più buio dei social, quello dei commenti negativi, di chi pensa di possedere quello che vede, di avere la libertà di commentare qualsiasi cosa gli passi per la testa, magari proteggendosi con l’anonimato, con la distanza che uno schermo di fatto mette tra le persone: “Le attenzioni, che siano positive o negative non importa, mi rendono felice. Perché vuol dire che comunque sto facendo effetto, che qualcosa sta funzionando. Mi fa anche strano ricevere così tanti commenti. Quelli negativi cerco di ignorarli. Non mi toccano più di tanto. Cerco di non darci peso perché nel quotidiano non cambiano nulla”.
Lorenzza ha le idee chiare e si diverte a risponderci, a posare, a sfoggiare i look che sono stati selezionati per lei, a riflettere sulla musica e su cosa vuol dire essere famosi. Quando le chiediamo qual è la sua fonte di ispirazione principale, però, si fa subito seria, tenerissima: “Mia madre”, dice, e non c’è dubbio che sia vero. Parlando più specificatamente di musica, vengono fuori i nomi di Nicki Minaj e Drake, che è anche la collaborazione dei suoi sogni, quella che vorrebbe realizzare in un mondo perfetto in cui tutto è possibile. Per l’Italia, invece: “Ammiro Sfera Ebbasta per il suo percorso. Sono cresciuta vedendolo passare da 0 a 100. Il suo percorso mi motiva, mi spinge a dare il massimo”.
A proposito di look, per lei l’abbigliamento e i capelli sono chiaramente un modo di esprimersi. Li vediamo nei suoi visual, particolari e bellissimi, tutti suoi, perfetti per la sua musica: “Mi piace esagerare, giocare con i colori, con lo stile. Il look completa il quadro, completa la visione. Dal look di una persona puoi capire la sua personalità. Conta tanto, lo uso per esprimermi”. E non può fare a meno della crema per i capelli ricci, ovviamente.
In ultimo, pur essendo una stella nascente, vogliamo comunque chiederle cosa consiglierebbe a qualcuno che vuole intraprendere il suo stesso percorso, cosa ha imparato fino ad ora. “Il consiglio è di non avere paura di ascoltare se stessi e non aver paura di chiudere certe porte, di lasciare qualcosa indietro” ci risponde Lorenzza, con grande lungimiranza. “A volte la paura di perdere certe cose ci frena. Invece bisogna pensare al futuro, a cosa può essere utile in un percorso lungo che va pensato anche tra 5 o tra 10 anni. Quello che non vedi tra 5 anni, ad esempio, non serve, non ha senso averlo. Io questa cosa, la musica, la voglio per sempre, quindi mi sono detta: inseguo solo questo”.
In ultimo, pur essendo una stella nascente, vogliamo comunque chiederle cosa consiglierebbe a qualcuno che vuole intraprendere il suo stesso percorso, cosa ha imparato fino ad ora. “Il consiglio è di non avere paura di ascoltare se stessi e non aver paura di chiudere certe porte, di lasciare qualcosa indietro” ci risponde Lorenzza, con grande lungimiranza. “A volte la paura di perdere certe cose ci frena. Invece bisogna pensare al futuro, a cosa può essere utile in un percorso lungo che va pensato anche tra 5 o tra 10 anni. Quello che non vedi tra 5 anni, ad esempio, non serve, non ha senso averlo. Io questa cosa, la musica, la voglio per sempre, quindi mi sono detta: inseguo solo questo”.
“Ammiro Sfera Ebbasta per il suo percorso. Sono cresciuta vedendolo passare da 0 a 100. Il suo percorso mi motiva, mi spinge a dare il massimo.”
1st Look:
Full look DSQUARED2.
2nd Look:
T-shirt ADRIANA HOT COUTURE, shorts TOM FORD from Sorry Mummy Archive, coat STELLA McCARTNEY, shoes PROTOTYPES.
3rd Look:
Top D&G from Sorry Mummy Archive, skirt MARNI, sunglasses CARRERA.
4th Look:
Dress ADRIANA HOT COUTURE, shoes JEFFREY CAMPBELL.
5th Look:
Jacket and bag DIESEL, shorts and shoes MISSONI.
6th Look:
Full look PROTOTYPES.
Credits:
Photographer Antonio De Masi
Stylist Francesca Cavalcanti
Videomaker Sofia Atzori
Ph. Assistant Antonio Sanasi
Stylist Assistants Giusi Diella, Rebecca Callegaro
Interview Priscilla Lucifora