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Le fasi del sexting in quarantena

I quattro momenti in cui siamo passati dal continuo eccitamento alla casta rassegnazione

Le fasi del sexting in quarantena I quattro momenti in cui siamo passati dal continuo eccitamento alla casta rassegnazione

In un episodio della quarta stagione di Friends, Chandler e Joey si trovano con immenso piacere il canale dei porno gratis sulla TV, e dopo ore passate davanti allo schermo, si sorprendono del fatto che tutte le donne che incontrano, in ascensore, per strada o alle poste, non gli saltino subito addosso, esattamente come in un film hard. 
Sarà la quantità di film resi gratis da Pornhub Premium o il ritrovato successo delle app di dating, prima fra tutte Tinder, ma inizialmente il ritorno alla normalità, la famigerata fase 2, me la immaginavo un po’ così. 

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#friends #90s

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Di fasi, all'interno della quarantena, ne abbiamo vissute parecchie, un'oscillazione di umore continua che ci ha fatto passare dall'infinito eccitamento alla placida rassegnazione, dalle prime settimane, tutte chat e horniness, alle ultime, quasi caste, a tratti zen. Il sexting è diventato compagno, alleato, a volte nemico, della nostra reclusione, capro espiatorio di messaggi imbarazzanti e pensieri che la pandemia globale ha quasi sdoganato. 

 

Fase #1: 'vale tutto' 

L'inizio della quarantena ha coinciso con una frenesia da chat senza precedenti. Sentivamo il bisogno di scrivere a tutti - scavando nella nostra rubrica e nei contatti di Instagram -, anche a quelli con cui era finita male, quelli che non sentivamo da una vita, quelli con cui eravamo usciti una sola volta o quelli con cui c'era sempre stato un rapporto cordiale, ma mai approfondito. Dovevamo assicurarci che stessero tutti bene, che fossero a casa sani e salvi, nella maggior parte dei casi cercavamo un diversivo con cui passare il tempo, una chat con cui occupare il tempo fra uno show di Netflix e l'altro. Quelli a cui non abbiamo scritto noi ci hanno scritto loro, con le stesse modalità, facendoci le stesse nostre domande, sono resuscitati persino quelli che erano spariti con un ghosting da manuale e che davamo definitivamente per dispersi. E' stato un grande momento collettivo in cui valeva tutto, ce ne siamo infischiati di regole, norme sociali e galateo, abbiamo ripescato pure quello con cui avevamo limonato a una festa tre anni fa. Ogni scusa era buona, ogni frase un appiglio per costruire una conversazione con un minimo di senso. 

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It’s gonna be a long few months, folks

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Fase #2: ritorno all'adolescenza 

Come degli adolescenti in preda agli ormoni, per chi di noi non ha passato l’isolamento in compagnia del partner, durante le prime settimane ci siamo sentiti in trappola, come se stessimo per fare la scopata più incredibile della nostra vita e improvvisamente ci fosse stata preclusa. Così vicina eppure così lontana. Abbiamo cercato di incanalare tutta questa energia inespressa in chat infuocate, ogni foto vista su Instagram era un’occasione per sognare, per mandare messaggi ammiccanti, per provare a intraprendere una sessione di sexting selvaggia. Ci siamo fatti selfie, foto da nuove angolazioni, abbiamo sperimentato con i video, ci siamo ripresi in scenari nuovi, in stanze e in outfit che non avevamo mai provato, in bilico sulla vasca da bagno e in pose che neanche Victoria Beckham quando tende la gamba come una ginnasta di 10 anni. 

Più di tutto quei messaggi, quei video scambiati erano solo un preludio di quello che ci immaginavamo sarebbe successo di lì a poco. Illudendoci un po’ tutti, ingenuamente abbiamo pensato che nel giro di poche settimane saremmo tornati alla nostra quotidianità fatta di aperitivi, eventi strategici per incontrare puntelli e post serata in cui l'espressione Netflix and Chill ha tutt'altro significato rispetto ad oggi. Ci siamo auto convinti del fatto che quei messaggi li avremmo mandati e quelle proposte le avremmo fatte anche se la nostra vita non fosse stata stravolta da una pandemia globale, insomma che quelle persone le avremmo sentite anche se il mondo non stesse per finire. (Bugiardi). 

Fase #3: pace dei sensi 

A malincuore ci siamo resi conto che non era così e quelle chat hanno lentamente perso un po’ del loro appeal, del loro interesse. A che pro continuare a inventarsi porcate se prima di metterle in pratica sarebbero passati altri mesi? Anzi, tutto quell'immaginare e correre con la fantasia, una volta concluso, non faceva altro che sbatterci di nuovo in faccia la desolante realtà in cui ci trovavamo, ancora tra le quattro mura di casa con una mano nelle mutande. 
Se già di base il sexting non piace a tutti, un rapporto di amore/odio trasversale che vale per sia per gli uomini che per le donne, in questo caso sono state forse le ragazze le prime a perdere interesse per scenari immaginari e dick pic (raramente richieste). Come quando si è single da tanto tempo abbiamo raggiunto un momento di equilibro, quella pace dei sensi, un’oasi zen, in cui il pene era in fondo alla classifica delle cose fondamentali e necessarie per sopravvivere.

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Quaroutine

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Fase #4: la luce in fondo al tunnel 

Con la conferenza stampa di qualche giorno fa, Conte ci ha risvegliato da questo torpore: la prospettiva è cambiata, così come il fine di quei messaggi e l’obiettivo di quelle chat. Non si gioca più sul piano del presente, ma del futuro: meglio mettere le mani avanti e trovare uno/a da portare a letto non appena sarà possibile uscire nuovamente di casa. C'è chi opererà una selezione chirurgica, scegliendo solo i più meritevoli, e chi per festeggiare la libertà ritrovata lo/la darà via senza troppe preoccupazioni. Ma più di tutto conviene già pensare a delle scuse plausibili con cui dare buca a tutti quelli a cui avevamo promesso un drink o un caffè alla fine della pandemia. Si tirano le somme delle chat infuocate, o pudiche, delle ultime settimane, chi ha risposto meglio, chi si è mostrato più disponibile, chi ha mandato le foto migliori, chi è meglio cancellare dalla rubrica, anche nel caso di una seconda pandemia globale. Chi, tra tutti i miei contatti, si guadagnerà il titolo di congiunto per cui vale la pena compilare l’ennesimo modulo di auto certificazione?
Chiunque decidiate di far vincere fate in modo di rendere speciali quei 15 secondi di ritorno alla normalità.