Crochet: da tecnica di spionaggio a trend del momento
Quando dietro al dritto e rovescio si nascondevano messaggi segreti realizzati da insospettabili tricoteuses 007
23 Giugno 2021
Dietro al lavoro a maglia - oggi tanto amato da celebrity come Sarah Jessica Parker ed Ella Emhof e dai brand di moda che lo hanno elevato a trend del momento - si nasconde un mondo di eccitanti avventure e misteri, di intrighi e codici segreti, di eroine dall’aspetto innocuo che grazie a questo hobby hanno contribuito a ribaltare le sorti di conflitti epocali. In effetti, non esiste nulla di più insospettabile di una donna intenta a sferruzzare. Per questo, nel corso dei secoli sono tante le spie che hanno scelto questa pratica come copertura. Dalla rivoluzione francese alla Seconda guerra mondiale, le spie si sono servite dell'uncinetto per dissimulare altre attività o per nascondere veri e propri messaggi segreti nella trama. I loro nomi e le loro imprese coraggiose sono rimasti nell’ombra per molto tempo, ma ora sono sempre più le riviste come il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung, i blog come Atlas Obscura o i libri come Sul filo di lana di Loretta Napoleoni che stanno portando alla luce le storie di Louise de Bettignies, Madame Levengle, Phyllis Latour Doyle e di altre knitters spie.
Dritto e rovescio
Durante molti conflitti le donne erano incoraggiate a lavorare a maglia calze, cappelli e altri indumenti per i soldati, per questo trovarne una o un gruppo con in mano ferri e gomitoli in ogni luogo, dal ristorante alla sala d’aspetto di un ospedale, era piuttosto comune. Quindi non è poi così strano che le spie adottassero spesso questa attività manuale per passare inosservate e tenere d’occhio i nemici. Come spiegano Gyles Brandreth e Peter Stevenson in Writing Secret Codes and Sending Hidden Messages, dopo l'invenzione del codice Morse, ci si rese presto conto che il knitting era una specie di codice binario e che il dritto e il rovescio, così simili al punto e alla linea, si prestavano bene a comunicare messaggi, che solo un esperto osservando la trama ed i colori usati poteva interpretare correttamente. Le spie potevano mascherare e diffondere informazioni sotto l’innocente forma di una sciarpa o di un cappello. Il risultato era quella che oggi definiamo steganografia, cioè un modo per nascondere fisicamente un messaggio in un’immagine, un file o altro.
Dalla guerra di indipendenza americana alle "tricoteuses" della rivoluzione francese
Il rapporto tra knitting e spionaggio ha radici molto lontane. Durante la guerra di indipendenza, George Washington si serviva delle sferruzzatrici per controllare le mosse degli inglesi. Una delle più famose era Molly "Old Mom" Rinker. Si dice che, quando i nemici occuparono Filadelfia nel 1777, la donna, che era proprietaria di una taverna, ascoltasse i loro discorsi, scrivesse le informazioni su un piccolo pezzo di carta, lo avvolgesse attorno a una pietra e poi lo coprisse col filo fino a ottenere un gomitolo dall'aspetto normale. Poi, usciva di casa, si sedeva su una roccia che dominava la Wissahickon Valley dove fingeva di lavorare a maglia e lasciava cadere i gomitoli con i segreti degli inglesi in modo che le truppe del generale George Washington li potessero raccogliere e leggere. Ancora più famose erano le tricoteuse che durante la Rivoluzione francese sedevano davanti alla ghigliottina gridando insulti con i loro ferri da lana in mano. Era il loro modo di battersi per l'integrazione delle donne nella società, contrastando pubblicamente aristocrazia e patriarcato. Charles Dickens ne parla in Racconto di due città, il testo del 1859 che ha come protagonista Thérèse Defarge, una tricoteuse che durante il Terrore inseriva i nomi delle future vittime da giustiziare tra le maglie dei suoi lavori.
Knitting for Victory
Con l’arrivo delle Guerre Mondiali, lavorare a maglia iniziò ad essere considerato da molti stati parte integrante dello sforzo bellico. I governi, in primis quello degli Stati Uniti, con l’ausilio della Croce Rossa, chiedevano alla popolazione di tutte le età, dai bambini agli anziani, di lavorare a maglia maglioni, calzini e altri capi per riscaldare i soldati. Tra i grandi sostenitori del dritto e rovescio come "mezzo di combattimento" c’erano i membri della famiglia reale inglese, star di Hollywood come Liz Taylor, Bette Davis e Marilyn Monroe e la First Lady americana Eleanor Roosevelt, famosa per aver promosso nel 1941 la campagna Knit for Defense con la quale esortava le donne a confezionare abiti destinati al fronte.
Anche se per la maggior parte delle persone lavorare a maglia era il modo per dare il loro contributo alla guerra, per un gruppo di donne coraggiose era molto di più, rappresentava la copertura perfetta da 007. Qualche esempio? In Belgio e in Francia, le anziane che vivevano vicino alle linee ferroviarie e ai depositi di carico (una delle più famose era Louise de Bettignies, nome in codice Alice Dubois, che ha ispirato il libro di Kate Quinn Fiori dalla cenere) venivano reclutate dalla Resistenza e dai servizi segreti britannici per osservare i movimenti tedeschi e riportarli nei loro filati: due righe di maglia dritta corrispondevano a treni tedeschi che trasportavano truppe, una maglia a rovescio indicava vagoni pieni di munizioni. Prima di venire scoperta, l’americana Elizabeth Bentley aka The Red Spy Queen ha trasportato per anni materiale top secret dal governo degli Stati Uniti agli agenti sovietici all'interno della sua borsa piena di gomitoli di lana, ferri da calza e tessuti.
Affascinante è anche la storia della neozelandese Phyllis "Pippa" Latour Doyle, che addestrata dagli inglesi per diventare una spia, il primo maggio del 1944 venne paracadutata da un bombardiere B-24 americano nel cielo della Normandia con l’obiettivo di carpire informazioni ai tedeschi e riferirle alla Resistenza. La ventitreenne, insospettabile, si infiltrava tra le linee nemiche portando nel cesto della sua bicicletta il lavoro a maglia intessuto con punti speciali che svelavano posizione e movimenti dell’esercito di occupazione. Il codice di decriptazione era invece scritto su un pezzo di filo di seta che indossava come un nastro tra i capelli. Alla fine Pippa, che mantenne segreta la sua attività di spia fino a diversi decenni dopo la fine della guerra, riuscì a inviare 135 messaggi cifrati al comando britannico indicando ai bombardieri alleati i bersagli da colpire. Pensate ancora che una donna che lavora a maglia sia l'antitesi di una spia?
Knitting for change
Con la fine dei grandi conflitti bellici, il lavoro a maglia ha acquistato nuovi significati. Negli anni ’60, per gli hippies sferruzzare e realizzarsi i vestiti da soli era una presa di posizione contro il capitalismo e l’omologazione. Più recentemente, negli anni 2000, il movimento Revolutionary Knitting Circle invitava a inforcare i ferri da calza per ribellarsi alla globalizzazione; mentre nello stesso periodo in Texas nasceva la coloratissima street art e movimento spontaneo contro ogni disuguaglianza conosciuta come Yarn bombing o Guerrilla knitting. E che dire delle attiviste di Pussyhat? Il movimento che protestava contro l’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca con i loro berretti rosa con orecchie da gatto - simbolo di women empowerment - prodotti da Knitty City, un negozio di crochet e uncinetto nell'Upper West Side di New York, ha colorato la Women’s March del 2017.