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Sirene Milano non è solo la prima squadra italiana femminile di football americano ma una famiglia, in cui convivono diverse personalità tra di loro complementari. Disciplina, perseveranza e fiducia reciproca sono alcuni dei valori fondanti per il gruppo, unito da un forte senso di appartenenza e pronto a lottare insieme per realizzare i propri sogni, tra cui anche quello di diffondere la disciplina del football femminile in Italia e in Europa.

A differenza di altri sport tradizionalmente pensati come femminili, in cui la competizione tra compagne è del tutto inevitabile, questa community vive tutto al contrario: desiderosa di legittimare la propria passione contro stereotipi e pregiudizi, sfida il vecchio e radicato pensiero che le ragazze non possono sfidarsi in uno sport con alta percentuale di contatto fisico correndo fino al conseguimento dell’obiettivo, quello che loro stesse chiamano meta.

Per me le Sirene sono una famiglia, il mio punto di riferimento e la mia gioia.

"Il football mi ha aiutato tanto a credere nell’amicizia tra donne. È facile pensare, anche per un discorso culturale interiorizzato dalla società, che nei gruppi di donne ci sia più competizione che coesione."

Il football americano è l'arte di rimanere in piedi quando tutti cercano di buttarti giù. Impari a rialzarti, con l'aiuto delle tue compagne, pensando alla meta, al touchdown.

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Fiorenza Bonetti

78 Center

Veterana delle Sirene e punto centrale di ogni azione, Fiore è un membro prezioso della squadra. Dagli inizi fino ai successi di oggi ha sempre seguito una delle regole fondamentali del football, cercando di trasmetterla a tutti i membri della squadra: tenere alta la testa per se stesse e buttarsi, perché conta sempre quello che si può costruire piuttosto che il risultato nell’immediato.

Il football è una disciplina complessa. Per interiorizzare i movimenti innaturali e riuscire a farli diventare naturali e spontanei ci vuole molto lavoro. I risultati si vedono ad ogni partita, ma secondo Fiore la strada per legittimare il football come sport femminile è ancora lunga:

“Gli stereotipi nel football nei confronti delle giocatrici donne mi hanno fatto vivere molti momenti brutti, ma qualcosa sta cambiando. Sono i nostri risultati che ci hanno portato dove siamo oggi, ma la concezione patriottica che porta lo spotlight lontano dal football americano rende il terreno ancora scivoloso per avere dei riconoscimenti ufficiali, figuriamoci per essere riconosciute come professioniste.”

Il lato positivo è che nelle Sirene ci si sente a casa, anche fuori dal campo, sia per il clima di complicità che c’è tra ragazze che per i momenti collettivi condivisi. L’huddle per esempio, è un momento in cui alla fine di ogni partita il coach o il capitano richiama tutta la squadra e dice due parole per tenere alto il morale del gruppo, il tutto terminando con l’urlo di squadra in coro. Sono rituali come questi che tengono alto il morale delle giocatrici, anche se ancora non basta.

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