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Sirene Milano non è solo la prima squadra italiana femminile di football americano ma una famiglia, in cui convivono diverse personalità tra di loro complementari. Disciplina, perseveranza e fiducia reciproca sono alcuni dei valori fondanti per il gruppo, unito da un forte senso di appartenenza e pronto a lottare insieme per realizzare i propri sogni, tra cui anche quello di diffondere la disciplina del football femminile in Italia e in Europa.

A differenza di altri sport tradizionalmente pensati come femminili, in cui la competizione tra compagne è del tutto inevitabile, questa community vive tutto al contrario: desiderosa di legittimare la propria passione contro stereotipi e pregiudizi, sfida il vecchio e radicato pensiero che le ragazze non possono sfidarsi in uno sport con alta percentuale di contatto fisico correndo fino al conseguimento dell’obiettivo, quello che loro stesse chiamano meta.

Per me le Sirene sono una famiglia, il mio punto di riferimento e la mia gioia.

"Il football mi ha aiutato tanto a credere nell’amicizia tra donne. È facile pensare, anche per un discorso culturale interiorizzato dalla società, che nei gruppi di donne ci sia più competizione che coesione."

Il football americano è l'arte di rimanere in piedi quando tutti cercano di buttarti giù. Impari a rialzarti, con l'aiuto delle tue compagne, pensando alla meta, al touchdown.

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Giulia Ferrario

17 RUNNING BACK

Da quando Giulia è arrivata in squadra il suo mondo è cambiato. In squadra è per tutti “Gina” un soprannome che nonostante la sfumatura diminutiva, la identifica come la giocatrice forte di uno spirito di adattamento da neo-giocatrice, dimostrato sul campo e durante gli allenamenti.

Nel football c’è sempre un ruolo per tutti i tipi di fisicità e livello di esperienza, senza dover sottostare a degli standard fisici limitanti. In un ambiente eterogeneo e accogliente è facile nutrire un sentimento di fiducia reciproca, capace di rafforzare i rapporti umani: 

“Il football mi ha aiutato tanto a credere nell’amicizia tra donne. È facile pensare che nei gruppi al femminile ci sia più competizione che coesione. Mi hanno sempre un po’ spaventato i rapporti di amicizia tra donne, ma in squadra mi sono ricreduta, ho stretto nuove amicizie che mai avrei pensato di poter coltivare.”

Anche se gioca nelle Sirene solo da Settembre, Giulia non sente la differenza in campo con le altre, perchè, come ci racconta, nel football non c’è uno standard fisico a cui rispondere per poter giocare. Questo rende la disciplina differente da molti altri sport da sempre considerati più “femminili”, in cui è necessario avere una fisicità ben strutturata: questo lascia spazio sia a ricevitrici dal fisico più atletico e asciutto, sia a corpi più morbidi che giocano in prima linea.

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