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Sirene Milano non è solo la prima squadra italiana femminile di football americano ma una famiglia, in cui convivono diverse personalità tra di loro complementari. Disciplina, perseveranza e fiducia reciproca sono alcuni dei valori fondanti per il gruppo, unito da un forte senso di appartenenza e pronto a lottare insieme per realizzare i propri sogni, tra cui anche quello di diffondere la disciplina del football femminile in Italia e in Europa.

A differenza di altri sport tradizionalmente pensati come femminili, in cui la competizione tra compagne è del tutto inevitabile, questa community vive tutto al contrario: desiderosa di legittimare la propria passione contro stereotipi e pregiudizi, sfida il vecchio e radicato pensiero che le ragazze non possono sfidarsi in uno sport con alta percentuale di contatto fisico correndo fino al conseguimento dell’obiettivo, quello che loro stesse chiamano meta.

Per me le Sirene sono una famiglia, il mio punto di riferimento e la mia gioia.

"Il football mi ha aiutato tanto a credere nell’amicizia tra donne. È facile pensare, anche per un discorso culturale interiorizzato dalla società, che nei gruppi di donne ci sia più competizione che coesione."

Il football americano è l'arte di rimanere in piedi quando tutti cercano di buttarti giù. Impari a rialzarti, con l'aiuto delle tue compagne, pensando alla meta, al touchdown.

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Ilaria Dezio

24 Corner Back

Ilaria è una ragazza dinamica e l’ingresso nel team delle Sirene le ha infuso un nuovo senso di speranza per la sua evoluzione sportiva. Ha conosciuto il football in Australia, e una volta tornata a casa pensava di non riuscire a trovare un ruolo per sè, a causa delle poche realtà simili nel Paese.

Il numero di squadre femminili di football americano in Italia è attualmente in calo rispetto alle stagioni precedenti, anche a causa degli stereotipi culturali che ruotano attorno alla disciplina e penalizzano la visibilità delle squadre attive nello scenario italiano, che non essendo rappresentate, rimangono spoglie di partecipanti. Uno dei principali è la “violenza” del confronto corpo a corpo che avviene nei placcaggi: vista da fuori la disciplina può allontanare, portando le ragazze a optare per attività di minore pericolosità fisica ma con più alto rischio di sviluppare reazioni psicologiche ai canoni fisici che le dominano.

“Il football è uno degli sport più inclusivi nel femminile, in cui ogni punto di forza riesce a trovare la sua forma espressiva, a differenza di tanti altri sport, in cui gli standard fisici pongono delle barriere che escludono.”

Una delle prime cose che si insegnano quando si gioca a contatto è Tieni la testa dritta e guarda avanti, ci racconta la Defensive Backer. Questo perché lo sguardo ingaggia i muscoli del collo, così da essere più forte e mettere il corpo in postazione di fierezza, sia fisica che mentale. La connessione tra mente, corpo e obiettivo rinforza l’autostima e può influire sull’attitudine personale in modo positivo.

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