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Sirene Milano non è solo la prima squadra italiana femminile di football americano ma una famiglia, in cui convivono diverse personalità tra di loro complementari. Disciplina, perseveranza e fiducia reciproca sono alcuni dei valori fondanti per il gruppo, unito da un forte senso di appartenenza e pronto a lottare insieme per realizzare i propri sogni, tra cui anche quello di diffondere la disciplina del football femminile in Italia e in Europa.

A differenza di altri sport tradizionalmente pensati come femminili, in cui la competizione tra compagne è del tutto inevitabile, questa community vive tutto al contrario: desiderosa di legittimare la propria passione contro stereotipi e pregiudizi, sfida il vecchio e radicato pensiero che le ragazze non possono sfidarsi in uno sport con alta percentuale di contatto fisico correndo fino al conseguimento dell’obiettivo, quello che loro stesse chiamano meta.

Per me le Sirene sono una famiglia, il mio punto di riferimento e la mia gioia.

"Il football mi ha aiutato tanto a credere nell’amicizia tra donne. È facile pensare, anche per un discorso culturale interiorizzato dalla società, che nei gruppi di donne ci sia più competizione che coesione."

Il football americano è l'arte di rimanere in piedi quando tutti cercano di buttarti giù. Impari a rialzarti, con l'aiuto delle tue compagne, pensando alla meta, al touchdown.

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Yasmin Leite

10 Line Backer

Il movimento è vita, e Yasmin è stata capace di ricominciare a muoversi grazie al football. La spinta quotidiana ad allenarsi per se stessa, ma anche per le compagne di squadra con cui condivide passioni e obiettivi ha riacceso in lei la voglia di fare e cimentarsi in nuove sfide. 

Yasmin si è risollevata dalla monotonia della pandemia iscrivendosi nella squadra Sirene Milano, e grazie al supporto di questa e la padronanza fisica che il football le ha restituito, si è sentita abbastanza forte da buttarsi in un’altra sfida: si è iscritta all’università a 25 anni per studiare filmmaking. Questo apparente ritardo non la perchè Yasmin ha preferito seguire il suo tempo per se stessa, anche se fuori dalla squadra non tutti i gruppi in cui è inserita vivono della stessa spinta verso un obiettivo comune, creando delle differenze:

“Nella squadra la questione di età non sussiste, per me quando siamo in campo abbiamo tutte la stessa età. Siamo tutte vestite con la stessa uniforme, ci incitiamo tutte allo stesso modo e crediamo l’una nell’altra. Con i miei compagni di studio invece soffro un po’ la differenza di età, seguiamo uno stesso percorso ma non perseguiamo lo stesso obiettivo.”

Il senso di appartenenza e di famiglia che il football è in grado di generare rende le giocatrici unite come da un filo invisibile, anche fuori dal campo. Far parte di un gruppo che condivide valori e permette di riscoprire l’individualità come membro di una famiglia, rientra nell’indole umana.

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