L'Intelligenza Artificiale ci rende insicure?
I rischi per la nostra autostima (e per la bellezza femminile)
22 Luglio 2024
Perfettamente imperfette. È questo che siamo, che dovremmo accettare e celebrare, abbracciando il movimento per la body neutrality e l’idea che il corpo non si determina per il suo aspetto, ma è semplicemente quello che ci permette di fare. Peccato che non sia sempre facile. Anzi. Nonostante una maggiore sensibilità riguardo all'inclusività, a vincere è sempre un corpo conforme, socialmente accettato perché rientrante nelle norme prestabilite dal periodo storico e dal paese in cui viviamo. Thin privilege, pretty privilege ed estetica eurocentrica regnano sovrani, alimentati dalla pressione sociale e culturale: le modelle plus e mid size sulle passerelle sono quasi un miraggio, si diffonde l'abuso di Ozempic come dimagrante, continua la glamourizzazione della malattia, invecchiare non è concesso, non abbiamo mai smesso di angosciarci per la prova costume e grassofobia e diet culture sono più vivi che mai. A complicare il problema, esacerbando senso di inadeguatezza e frustrazione c'è anche l'intelligenza artificiale.
Dove dice no all’AI
La tecnologia avanza, portando con sé sia evoluzione sia involuzione. In attesa di una regolamentazione, l’AI pone diverse problematiche come il deepfake pornografico o la generazione di immagini senza consenso. Come se non bastasse, tende a promuovere un'immagine femminile estremamente sessualizzata, stereotipata e figlia del male gaze, dal corpo sottile, che ammette le forme morbide solo in determinati punti, lineamenti perfetti e occidentalizzati e nessuna imperfezione. Insomma restituisce un'immagine di noi stessi del tutto irrealistica, tossica e pericolosa da rincorrere. Cosa fare, quindi, se gli esperti stimano che l'Intelligenza Artificiale genererà il 90% dei contenuti online entro il 2025? La risposta di Dove? Diventare il primo marchio di bellezza a impegnarsi a non utilizzare mai l'intelligenza artificiale per rappresentare le donne nella sua pubblicità.
@quellocheledonne Bella questa ragazza, ma non sono io La paura è che più andiamo avanti più non riusciremo a distinguere cosa è reale da cosa non lo è, cambiando irreversibilmente la percezione che abbiamo di noi stess3 e distruggendo lentamente la nostra autostima. @Dove Beauty & Personal Care ha scoperto che 1 donna su 3 sente il bisogno di cambiare il proprio aspetto fisico dopo essere stata esposta a immagini generate con l’AI che ritraggono modelli estetici irraggiungibili. Prendiamo consapevolezza e preserviamo la nostra bellezza autentica. #KeepBeautyReal #RiscriviamoLaBellezza #adv#greenscreen suono originale - Patrizia Falcone
L'intelligenza artificiale ci rende insicure?
Solo il 2% delle donne a livello globale si considera bella. Da questa rivelazione è nata nel 2004 la campagna Real Beauty che mostrava immagini di donne di età, forme, background e taglie diverse che non erano modelle professioniste. Da allora, il marchio ha lavorato instancabilmente per ampliare la rappresentazione, per sostenere la trasparenza e la diversità̀, incoraggiando le donne ad abbracciare la propria autenticità, e per diffondere la consapevolezza sugli impatti negativi degli standard di bellezza irrealistici a livello globale attraverso i media, il Dove Self-Esteem Project e la ricerca. A 20 anni di distanza da Real Beauty, la sfida per migliorare l'autostima di donne e ragazze prosegue e si rinnova attraverso The Code, la nuova campagna che riflette sull'intelligenza artificiale, a come crea e distorce l'immagine delle donne.
@lasabri Amati per quello che sei. La tua bellezza è vera e autentica. #RiscriviamoLaBellezza #KeepBeautyReal @Dove Beauty & Personal Care suono originale - Sabrina Cereseto
Un nuovo concetto di bellezza, inclusivo e diversificato
La campagna 2024 rappresenta il rinnovamento dell’impegno di Dove nel proteggere la vera bellezza in un momento in cui le nuove tecnologie stanno compromettendo la rappresentazione diversificata e inclusiva delle donne nell'ambiente audiovisivo e pubblicitario. Ricordando che l’AI non immagina la bellezza come lo fa un essere umano, ma è semplicemente lo specchio del modo in cui ne parliamo, il brand riflette sull'impatto di questa tecnologia e sulle percezioni della bellezza, incoraggiando le donne a sfidare le norme sociali, le rappresentazioni dei media e gli standard del settore, a rivendicare il potere di definire la bellezza secondo i propri termini e, così, a ridefinire il significato generale stesso dell’essere belli.