
Il lato oscuro di una pelle perfetta
La controversa origine di Retin-A, l’ingrediente miracoloso che elimina le rughe e combatte l’acne
17 Marzo 2025
Nulla è gratis. Non la maglietta che indossiamo, non la crema che applichiamo sul viso ogni giorno, non il telefono che non perdiamo mai di vista, non i noodles del pranzo o i cachet che calma il nostro mal di testa. Tutto ha un prezzo. E non stiamo parlando di soldi. A volte siamo noi stessi a pagarlo, spesso lo hanno fatto altri. Dalla psicologia alla scienza dei vaccini, dalla genetica all’ingegneria, dalla medicina alla cosmesi sono pochi i campi del progresso scientifico e le scoperte che non siano macchiati a un certo punto della loro storia da comportamenti immorali, non etici, persino illegali, sfruttando persone ignare, marginalizzate o vulnerabili. Uno degli esempi più controversi riguarda Retin-A, noto anche come tretinoina, ingrediente rivoluzionario per trattare l’acne e l’iperpigmentazione, per ridurre le rughe e migliorare la texture della pelle.
La scoperta del Retin-A e il suo impatto
Il Retin-A è una delle scoperte dermatologiche più rivoluzionarie del XX secolo, ancora oggi usato da milioni di persone in tutto il mondo. Osannato da esperti e appassionati di skincare, è diventato un must have antiacne, perché è più delicato sulla pelle rispetto ad altri tipi di retinoidi e perché è un multi-tasker in grado di esfoliare, stimolare la produzione di collagene, attenuare le rughe e creare un tono della pelle più uniforme. Nel 1971 l’FDA lo approvò e Johnson & Johnson ne iniziò la vendita. A brevettare il farmaco per l’uso commerciale è stato, nel 1967, il dermatologo e ricercatore dell’Università della Pennsylvania Albert Kligman, ma la scoperta dei suoi effetti benefici è il risultato di decenni di orribili abusi medici.
Albert Kligman e i prigionieri della Holmesburg Prison
Tra il 1951 e il 1974, la prigione di Holmesburg a Philadelphia fu il laboratorio di Kligman. Migliaia di detenuti, molti dei quali erano afroamericani e in condizioni di vulnerabilità economica, furono spesso indotti a partecipare a test dermatologici senza una reale comprensione dei rischi. I lavori in prigione erano scarsi e mal pagati, e molti prigionieri avevano bisogno di soldi per la cauzione o per l’assistenza legale. Così, accettavano di sottoporsi a esperimenti che oggi sarebbero considerati inaccettabili per pochi dollari, ignari degli effetti collaterali, dei problemi medici e psicologici e dei danni a lungo termine alla salute di cui avrebbero sofferto per tutta la vita. In un’intervista del 1966 con il Philadelphia Inquirer, Kligman disse: "Tutto ciò che vedevo davanti a me erano ettari di pelle. Ero come un contadino che vede un campo fertile per la prima volta." Una frase che riflette l’atteggiamento disumanizzante nei confronti dei partecipanti.
Gli esperimenti a Holmesburg Prison
Come riportato nel libro di Allen Hornblum Acres of Skin, Kligman condusse esperimenti riguardo a prodotti cosmetici e farmaceutici, tra cui profumi, shampoo, prodotti per neonati, diete liquide, ma non solo. I suoi clienti includevano anche importanti produttori farmaceutici come Pfizer e Johnson & Johnson, aziende chimiche come Dow Chemical e l’esercito degli Stati Uniti, che commissionò a Kligman di testare farmaci allucinogeni e psicotropi. Nel corso degli anni ‘50, ‘60 e fino ai primi anni ‘70, sottopose i prigionieri di Holmesburg, uomini e donne (loro erano coinvolte soprattutto nei test sui prodotti mestruali, con conseguenze devastanti), a malattie come herpes e stafilococco, ad amianto e isotopi radioattivi, compresa la diossina, un componente estremamente velenoso e cancerogeno dell’Agente Arancio. I sopravissuti hanno testimoniato di aver subito “patch test” su schiena, viso e braccia con creme non testate e sostanze chimiche tossiche, ma anche biopsie, misteriose iniezioni e diverse serie di altre procedure mediche. Il programma di test del dott. Kligman fu chiuso nel 1974.
La verità dietro Retin-A
Parliamo delle ricerche sulla vitamina A che hanno portato alla scoperta della tretinoina. Nei suoi primi studi il dott. Kligman utilizzava una concentrazione dell’1% su soggetti, non curandosi di causare effetti collaterali come bruciore, pizzicore, desquamazione, rossore e irritazione o peggio. Se pensiamo che attualmente il dosaggio più comune di Retin-A ha concentrazione di acido retinoico pari allo 0,025%, non stupisce che tutti i soggetti si ammalarono e, come ha detto il ricercatore al Philadelphia Magazine con agghiacciante mancanza di rimorso: "Ho quasi ucciso delle persone [prima] di poter vedere un vero beneficio". Il Retin-A diede a Kligman un enorme successo finanziario (centinaia di milioni di dollari) e professionale.
Il prezzo nascosto e mai pagato della bellezza
Le reazioni agli abusi di Kligman sono andate poco oltre lo sgomento. Ogni volta che un sopravvissuto cercò di ritenerlo responsabile presentando accuse legali, il caso fu archiviato per insufficienza di prove. Fino a quando nel 2022 la città di Philadelphia ha pubblicato le proprie scuse e, nel 2023, l’Ordine dei medici ha revocato il premio per le lezioni e i viaggi della Society for Investigative Dermatology dedicato a Kligman e si è scusato pubblicamente con i sopravvissuti. I sopravvissuti e le loro famiglie continuano a chiedere giustizia senza ottenerla.
L’etica sacrificata per il progresso?
La storia dell’origine del Retin-A ha contribuito a rafforzare normative come il Codice di Norimberga e la Dichiarazione di Helsinki, che stabiliscono standard rigorosi per la protezione dei soggetti umani nei test clinici, con linee guida che vietano la sperimentazione su soggetti non consenzienti. Rimangono questioni morali cruciali: è giusto che oggi milioni di persone beneficino di un farmaco sviluppato in modo così discutibile? Da un lato, Retin-A ha migliorato la qualità della vita di milioni di persone, trattando l’acne severa e contribuendo alla lotta contro l’invecchiamento cutaneo. Dall’altro, il prezzo umano pagato dai detenuti di Holmesburg è una macchia indelebile nella storia della medicina. Perché i progressi scientifici non dovrebbero mai avvenire a spese della dignità e dei diritti umani e la pelle perfetta che oggi ammiriamo allo specchio porta con sé le cicatrici invisibili di tutti gli uomini e le donne di Holmesburg.