
Che cos’è l’estetica Dreamcore?
Un trend che rievoca elementi dell’infanzia, sogni, liminal spaces e un senso di inquietudine

19 Novembre 2021
Su TikTok l’hashtag #dreamcore negli ultimi mesi ha acquistato sempre più seguito, fino a raggiungere 1 billione di visualizzazioni. Questa estetica che si colloca tra il weirdcore e il traumacore, evoca un fumoso e surreale mix di sensazioni e immagini: nuvole, spirali, occhi, illusioni ottiche, confusione, inquietudine, solitudine nostalgia e la strana impressione di déjà vu, di trovarsi di fronte a qualcosa che si è già vista e vissuta, ma non si riesce a collocare chiaramente nello spazio o nel tempo. Come sottolinea Nylon Magazine tentando di descrivere il mood di questo trend, "equivale a sentirsi come in un film di David Lynch, un episodio di Twilight Zone o una canzone dei Cocteau Twins". E, proprio come nei sogni, il Dreamcore può virare verso un mood positivo e rassicurante, fatto di colori pastello e luminosi o, molto più spesso, può trasformarsi in un incubo in cui si intrecciano ombre, nebbia, volti sfocati e una musica rallentata che scandisce il ritmo di un film horror partorito dalle nostre menti.
Un ruolo fondamentale è giocato dall’infanzia e dagli spazi liminali, zone di transizione tra due luoghi capaci di regalare un senso di familiarità, ma di scaturire allo stesso tempo smarrimento, incertezza e persino derealizzazione (definita dal Manuale MSD: "una persistente o ricorrente sensazione di scollegamento dal proprio corpo o dai propri processi mentali, come se si stesse osservando la propria vita dall’esterno (depersonalizzazione), e/o dalla sensazione di essere dissociato dall’ambiente circostante"). Se un tempo a raccontare questi non luoghi surreali e desolanti erano artisti come Salvador Dalí, Renee Magritte, M. C. Escher o Edward Hopper, oggi su Tik Tok creator come @cloudyvanillaskies, @unttochable, @peaboy3, @faeri.e incollano allo schermo milioni di viewer proponendo "un'estetica che può causare un attacco di panico" fatta di interrogativi esistenziali, collage inquietanti e immagini (spesso prese da vecchi VHS anni ’90 e primi anni 2000) di aeroporti, hotel, stazioni ferroviarie, parchi giochi e castelli gonfiabili vuoti, uffici abbandonati, corridoi poco illuminati, rampe di scale, centri commerciali e McDonald's deserti. Tra i contenuti più popolari ci sono le feste di compleanno vintage di @valiumdreams; @vintagepast col suo riflesso nello specchio che parla direttamente agli spettatori; i video lisergici da sette milioni di like di @jgretznerd che descrive il dreamcore come "una strana ma confortante sensazione nostalgica, qualcosa che sembra familiare ma che non riesci a definire".
Non è un caso che la diffusione degli hashtag #dreamcore, #dreamcoreaestethic e #liminalspaces sia esplosa durante la pandemia. Questi fenomeni che si basano su momenti e luoghi "sospesi", non incasellabili precisamente nello spazio e nel tempo, sono diventati per la Gen Z un modo per esplorare i sentimenti spesso complicati legati alla loro infanzia e alla loro crescita in periodo storico che, tra COVID e lockdown è l’emblema stesso di una fase storica liminale nella quale la vita è stata messa in stand-by.
Se il Dreamcore è spesso abbinato alla musica Dream Pop che mescola rock alternativo e suoni neo-psichedelici popolari negli anni '80, a musicisti come My Bloody Valentine, Cocteau Twins e Lana Del Rey, è molto più difficile inquadrarla dal punto di vista fashion. Infatti, a differenza di altri trend come Old Money o Dark Academia, la Dreamcore Aesthetic di TikTok non ha una serie di elementi specifici che ne definisce gli outfits. Tanto che fino allo scorso settembre, al di fuori della piattaforma social erano in molti ad ignorare l’esistenza del fenomeno. Fino a quando Frank Ocean è arrivato sul red carpet del Met Gala 2021 indossando un giacchino di Prada accessoriato con un inquietante bambolotto robot verde e un cappellino su cui spiccava la scritta "Dreamcore" che rivisitava il classico logo della casa cinematografica Dreamworks. Improvvisamente l’estetica dreamcore aveva una nuova e inaspettata visibilità, ma non ancora una definizione stilistica chiara da cui prendere spunto per il nostro shopping quotidiano.