Abbracciare i fallimenti potrebbe essere la chiave per il successo?
Cos'è il Girlfailure, o l'abbandono del perfezionismo
08 Gennaio 2024
A volte, per addormentarsi o semplicemente per rilassarsi, il mio ragazzo guarda video splendidamente narrati da una calda voce maschile sulla restaurazione di quadri, mobili e dipinti antichi. Praticamente ASMR, ma senza rumori di masticazione. Qualche sera fa, durante l'ennesimo ritratto antico da sistemare con pennellate di pittura trasparente o da pulire con cotton fioc intrisi di chissà che sostanza chimica, l'uomo nel video ha detto, come se niente fosse: "Questa tecnica porta a un risultato che è compromesso. Riusciamo a concepire il prodotto di un compromesso come un successo, invece che come un fallimento parziale? Semanticamente è vero, il compromesso porta a un risultato o a un prodotto compromesso. In questo paradigma, il prodotto è peggiore rispetto a prima che il compromesso fosse compiuto, ed è quindi un fallimento. Usando questo criterio, però, tutto è un fallimento. Forse, quindi, è necessario creare dei criteri diversi su cui basare il nostro giudizio sul compromesso. Raggiungere il 100% del risultato desiderato non può più essere l’unico modo di avere successo, è una finestra troppo piccola e limitante. Forse, la magia del compromesso è che ci mostra che non solo possiamo sopravvivere ma possiamo anche essere attivamente felici con meno di quanto pensiamo. Ci insegna che siamo più forti e resilienti di quanto pensassimo. Se riuscissimo ad accettare questo nuovo paradigma, inizieremmo a vedere il compromesso come una fonte di crescita e di arricchimento". Tanto a cui pensare, e da una fonte imprevedibile per di più!
Il mito del successo facile, a tutti i costi e da sbandierare
Siamo abituate a voler e dover essere girlboss. Il mondo ce lo chiede. Noi ragazze veniamo sminuite e limitate tutti i giorni della nostra vita, e per una varietà di ragioni. Troppo giovani e inesperte prima, troppo vecchie e poco attraenti poi. Troppo magre, troppo grasse, troppo carine o troppo poco carine, troppo femminili e troppo maschiacce. Troppo poco portate per le scienze (o almeno, questo è quello che tradizionalmente si dice) o troppo romantiche, con la testa tra le nuvole. Non adatte alla leadership. Per avere successo, dobbiamo sudare il doppio. Pretendere tantissimo da noi stesse, non inciampare neanche una volta. Come se non bastasse, a questa cosa si aggiunge una società ipercompetitiva e capitalista, che mette come obiettivo culminante il successo economico e la ricchezza come unico (o quasi) valore universale, meglio se sbattuta in faccia a chiunque incontriamo il nostro cammino. Come si fa a lasciare andare la paura del fallimento, la smania di perfezionismo, la nostra facciata felice dietro cui ci nascondiamo? Il nostro amico restauratore lo ha detto: accettando la possibilità del compromesso, e dunque di quello che potrebbe essere considerato fallimento.
Il trend delle Girlfailure
Cosa succederebbe se applicassimo le leggi del restauro di opere d'arte alla nostra vita e alle nostre aspettative di successo? Cosa succederebbe se, invece di sfoggiare insistentemente le nostre conquiste, ammettessimo candidamente di essere incappate in qualche rallentamento, in qualche inghippo e usassimo proprio questi rallentamenti e inghippi per imparare e per costruire? È quello che si sono chieste, evidentemente, migliaia di altre ragazze stanche prima di noi che hanno lanciato sui social l'hashtag girlfailure che su TikTok raccoglie, attualmente, decine di migliaia di video e più di 11,4 milioni di visualizzazioni. Un sentimento condiviso, dunque, che sotto uno strato di stringente e amara ironia si chiede, quasi con ansia: e se fossimo tutte un po' fallite?
@_monica_alexandra_ Not an It Girl just an average mess #girlbossbehavior #personalvlog #venttok #girlfailure IT GIRL (Sped up Version) - Aliyah's Interlude
@heysalam4 Also found my halloween costume #bottoms #bottomsmovie #rachelsennott #ayoedebiri #EmmaSeligman #girlfailure original sound - Salam
La solidarietà nel fallimento
Secondo Sarah Jones, che ne ha scritto per Teen Vogue, esiste un elemento di consolazione e creazione di comunità in questo tipo di contenuti. Vedendo altre ragazze parlare, ironicamente o meno, di quello che hanno sbagliato, vedendo esempi di girlfailure nei libri, nelle serie tv e al cinema, veniamo a patto con i nostri shortcoming, riacquistiamo la voglia di riprovarci. Ed ecco che, ancora una volta, ci viene in aiuto il concetto di girlhood, che pur frammentandosi in due milioni di core e movimenti, se vista dall'alto, risulta sempre più sfumata e ricca. Siamo ragazze insieme, saremo inevitabilmente fallite insieme, rinasceremo dalle nostre ceneri insieme.