Vedi tutti

Il nostro viso dice molto di più di quanto immaginiamo

Possiamo davvero capire di più della nostra personalità attraverso i tratti del volto?

Il nostro viso dice molto di più di quanto immaginiamo Possiamo davvero capire di più della nostra personalità attraverso i tratti del volto?

Video virali, tendenze social, film, libri e serie TV degli ultimi tempi ci hanno sicuramente insegnato qualcosa sulla nuova generazione: è la più spirituale di sempre. Dallo yoga alle diverse pratiche volte alla tutela della salute mentale, fino alla cristalloterapia ed antichi rituali di meditazione: siamo alla costante ricerca di un equilibrio e per ottenerlo siamo pronti a tutto, persino ad auto-indagarci. Vogliamo sempre scoprire qualcosa in più su noi stessi, perché solo conoscendoci davvero possiamo capire su quali punti iniziare a lavorare. La fisiognomica è stata tra le prime discipline che ha consentito agli uomini di "esplorarsi" in modo alternativo. Attraverso di essa, in passato, si cercava di stabilire una correlazione tra le caratteristiche fisiche di una persona, in particolare i tratti del volto, e il suo carattere, le sue qualità morali e la sua intelligenza. In altre parole, si pensava che osservando il volto di qualcuno si potessero dedurre aspetti della sua personalità. Ad oggi, la fisiognomica è considerata una pseudoscienza priva di fondamenti scientifici, ma gli studi e le branche nate intorno quest'ultima sono davvero tantissime. La più nota è probabilmente la morfopsicologia, che si basa sull'idea che i tratti del volto, dalla forma degli occhi alla larghezza della fronte, possano fornire indizi sulla nostra personalità, sul nostro carattere e persino sul nostro modo di relazionarci con gli altri. Anche la psicoterapia corporea gioca un ruolo importante in questo campo.

Tutto quello che c'è da sapere sull'analisi bioenergetica

Il pioniere della psicoterapia corporea, Alexander Lowen, credeva "che attraverso il movimento e il rilassamento, o esagerando la costrizione e poi rilassando i muscoli del corpo, il problema sottostante venisse alla coscienza e potesse poi essere discusso analiticamente". Considerava l'Analisi Bioenergetica una psicologia dell'Io, nata dal lavoro del suo insegnante Wilhelm Reich, il cui lavoro a sua volta derivava dalla collaborazione con Freud e dal circolo freudiano prima che Reich venisse espulso dall'istituto psicoanalitico nel 1927 per le sue idee controverse. Come viene spiegato nel saggio "Neurobiology and Psychological Development of Grounding and Embodiment", le tecniche bioenergetiche, stimolando l'integrazione di "mappe corporee" come la percezione vestibolare, la propriocezione e il tatto, possono migliorare la coscienza, la vitalità e la coesione del sé in vari gruppi di clienti con disturbi precoci.

@parpaglions Sul mio profilo IG trovate la seconda parte (@parpaglions) #personalita #curiosita #viso #studio Sneaky Snitch - Kevin MacLeod

Biodec Face Mapping: un metodo innovativo

Il concetto di bioenergetica elaborato da Lowen ha ispirato Luca Mazza e sua moglie Erika Martino, rispettivamente uno operatore olistico specializzato in radionica e radiestesia ed una psicologa. I coniugi hanno fondato un'attività che prende il nome di Nuvelis Ray, un portale dedicato al benessere psico-fisico e animico. Propone pratiche olistiche effettuate da professionisti accreditati, sessioni individuali per l'accrescimento della consapevolezza personale e prodotti radionici realizzati con intenti di purificazione e benessere. Tra tutti, spicca il fenomeno del Biodec Face Mapping, cioè "la decodifica delle emozioni che non vengono espresse per paura, dei nodi che non si ha il coraggio di affrontare e che costringono alla contrazione continua della libertà. BFM è un'analisi del profondo che esamina l'espressione corporea di vissuti inconsci, consentendone la consapevolezza e l'elaborazione sul piano mentale, emotivo e dell'Io".

Gli obiettivi del Biodec Face Mapping

  • Identificare delle emozioni: il Biodec Face Mapping potrebbe aiutare a identificare emozioni sottili o difficili da verbalizzare, offrendo un nuovo strumento per la comprensione di sé e degli altri.
  • Facilitare la comunicazione non verbale: questa tecnica potrebbe migliorare la comunicazione tra terapeuta e paziente, consentendo al terapeuta di comprendere meglio i sentimenti del paziente.
  • Aumentare la consapevolezza di sé: attraverso l'analisi delle proprie espressioni facciali, un individuo potrebbe sviluppare una maggiore consapevolezza dei propri schemi emotivi.

@olgaarmentopsy Concordate su tutti e 5? #nonverbale N.B ogni gesto o movimento è da contestualizzare all'interno della situazione in cui si è! #linguaggiodelcorpo #psicologia #edutok #comunicazione A.Vivaldi The Four Season, Summer Presto; Tempo Impetuoso - AllMusicGallery

Le nostre emozioni sono legate alla fisiognomica?

Il volto è la parte più espressiva del nostro corpo e, grazie ai suoi 40 muscoli, rende visibile ogni sfumatura emotiva. Per questo, oggigiorno, la ricerca nel riconoscimento delle emozioni si è concentrata principalmente sull'espressione facciale, sull'analisi della voce e sta iniziando ad interessarsi tecnologie che utilizzano anche i movimenti del corpo per il riconoscimento automatico. Un'altra fonte da cui ricavare informazioni sono i cosiddetti segnali universali distintivi. Ad esempio, si può riconoscere il sorriso di godimento dalla contrazione dei muscoli orbicolari intorno all’occhio, in concomitanza con il muscolo zigomatico che tira verso l'alto in maniera obliqua rispetto ai muscoli delle labbra. Entrambi muscoli difficili da contrarre volontariamente per la maggior parte delle persone. Alcuni studi hanno dimostrato che tale sorriso, soprannominato sorriso di Duchenno, in onore all'omonimo anatomista che per primo lo scoprì, si verificava più spesso quando le persone si stanno davvero divertendo, rispetto a quando le persone fingono di sorridere per nascondere le emozioni negative. Pratiche come il Biodec Face Mapping, se condotte da esperti e con le giuste misure, possono aiutarci a identificare le emozioni riconnetterci con noi stessi e recuperare una parte di noi che avevamo "seppellito".