I grandi beauty brand boicottano la Russia
L'Oréal, Unilever e Estee Lauder Cos. Inc. hanno chiuso tutti i loro negozi nel paese
09 Marzo 2022
Nessuno può restare più indifferente all’invasione russa in Ucraina. Nemmeno giganti dell’industria come H&M, Apple o Nike che hanno deciso di schierarsi contro il conflitto rifiutandosi di continuare a vendere sul suolo russo, rinunciando, sia per difficoltà di logistica dovute alla chiusura dello spazio aereo russo sia a motivi etici, a gran parte dei propri profitti. Mentre gli attacchi del presidente russo Vladimir Putin contro l'Ucraina si intensificano e più di due milioni di persone fuggono dal paese, i giganti della bellezza, tra cui L'Oréal, Unilever e Estee Lauder Cos. Inc. hanno cessato tutte le attività commerciali e pubblicitarie in Russia. Mentre gli attacchi del presidente russo Vladimir Putin contro l’Ucraina continuano ad intensificarsi e oltre due milioni di persone sono costrette a fuggire dal paese, aumentano anche il numero di beauty brand internazionali che annunciano la chiusura di tutte le attività commerciali (fisiche o online) e pubblicitarie sul territorio russo. Il primo colosso a dare l’annuncio è stato Estee Lauder Cos. Inc. che, inoltre, si impegna "a donare 1 milione di dollari a sostegno degli interventi di soccorso in Ucraina e prodotti ELC agli sfollati e ai bisognosi":
"Abbiamo deciso di sospendere tutte le attività commerciali in Russia, compresa la chiusura dei siti e delle spedizioni dei nostri marchi, così come di ogni negozio che possediamo e gestiamo. La sicurezza di tutti i nostri dipendenti rimane la nostra massima priorità, e abbiamo deciso di continuare a fornire compensi e sostegno ai nostri dipendenti in Russia in questo momento".
L’esempio di Estee Lauder Cos. Inc. è stato seguito in queste ore anche dal Gruppo L'Oréal che ha ribadito di condannare "fermamente l’invasione russa e la guerra in Ucraina, che ha causato tanta sofferenza al popolo ucraino", aggiungendo di condividere le sanzioni governative statunitensi, britanniche ed europee contro la Russia.
"Abbiamo preso la decisione di chiudere temporaneamente tutti i nostri negozi e i banchi a gestione diretta nei grandi magazzini, e di cessare tutti gli investimenti industriali e dei media nazionali. Inoltre, abbiamo deciso di chiudere temporaneamente i nostri siti di e-commerce a marchio proprio in Russia. Stiamo valutando ulteriori misure mentre continuiamo a prenderci cura dei nostri 2.200 dipendenti russi".
La più grande azienda di bellezza del mondo ha detto che la sua priorità è quella di sostenere i suoi 326 dipendenti ucraini e le loro famiglie, offre supporto psicologico e finanziario a quelli che rimangono nel paese, ma anche alloggio, accesso alle cure mediche e consulenza legale ai suoi dipendenti che attraversano i confini nei paesi vicini. Inoltre L'Oréal ha donato circa 5 milioni di euro, divisi tra ONG locali, internazionali e organizzazioni delle Nazioni Unite, oltre ad un quarto di milione di prodotti essenziali per la cura e l’igiene già stati distribuiti.
Tra i beauty player a rispondere al questo boicottaggio ci sono stati anche Sephora che ha chiuso temporaneamente i suoi negozi e l’e-commerce in Russia, Shiseido che ha donato 1 milione di euro all’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati e Coty Inc. che ha fatto sapere "Stiamo esplorando modi per fare di più come azienda e individualmente" per sostenere le campagne umanitarie.
Alan Jope, CEO di Unilever, gigante che possiede marchi che come Dove e Vaseline ha detto: che reputa la guerra in Ucraina "un atto brutale e insensato dello stato russo" e per questo sta sospendendo tutte le importazioni ed esportazioni dei suoi prodotti da e per la Russia. Inoltre la società si impegna a fermare "tutte le spese per i media e la pubblicità" e ha dichiarato che "non investirà ulteriori capitali nel paese e non trarremo profitto dalla nostra presenza in Russia." L'azienda si è impegnata anche a fare una donazione "di base" di 5 milioni di euro in prodotti Unilever alle iniziative umanitarie. Il focus principale rimane "garantire la sicurezza dei nostri dipendenti ucraini e delle loro famiglie, assistendo la loro evacuazione quando necessario, e fornendo ulteriore sostegno finanziario."
Ora la domanda è: come reagirà la Russia a questo boicottaggio? Jope afferma che Unilever continuerà "a fornire il nostro cibo di base quotidiano e i prodotti per l'igiene prodotti in Russia alle persone nel paese. Terremo questo sotto stretto controllo" tutelando anche i civili russi, che non hanno nulla a che vedere con le decisioni prese dai capi di stato nella direzione del conflitto contro l'Ucraina. Il paese dovrà contare sempre più su prodotti di brand nazionali, tornando ad un clima che ricorda tragicamente quello del blocco comunista che ha seguito la fine del secondo conflitto mondiale.