Google cancellerà dalla cronologia le ricerche per esercitare il diritto di scelta
Un piccolo passo per proteggere l'anonimato e la salute delle donne
05 Luglio 2022
Ora che negli Stati Uniti non c’è più una sentenza che tuteli il diritto all’aborto a livello federale, le donne vivono in un clima di incertezza e sospetto che le costringe a preoccuparsi più che in passato della loro privacy tanto da disinstallare le app per il controllo del ciclo mestruale. Il timore è che i loro dati finiscano nelle mani di gruppi anti-abortisti o vengano usati come prova di interruzioni di gravidanza in eventuali procedimenti penali. Una paura concreta che si estende non solo alle app, ma a tutte le attività online. Per questo politici democratici, gruppi per i diritti umani ed attivisti pro-choice si sono rivolte alle principali piattaforme tecnologiche come Meta e Apple affinché smettessero di memorizzare i dati personali. La prima (e finora unica) azienda ad aver risposto all’appello è stata Google. Il colosso di Mountain View ha annunciato che eliminerà la cronologia delle posizioni geografiche delle persone che, negli Stati Uniti, sono state vicino a una clinica dove si praticano aborti, evitando così che queste informazioni possano essere diffuse o strumentalizzate. Tramite il suo vicepresidente, Jen Fitzpatrick, ha dichiarato:
"Se i nostri sistemi identificano che una persona ha visitato una struttura (sensibile), rimuoviamo quelle voci dalla cronologia di localizzazione poco dopo la visita."
Le cosiddette "strutture sensibili" non includono solo le cliniche per l’interruzione di gravidanza o altre strutture mediche come centri di consulenza, ma anche centri di accoglienza per la violenza domestica, centri per la fertilità, strutture per il trattamento delle dipendenze, cliniche per la perdita di peso, cliniche di chirurgia estetica e altri luoghi. Inoltre, la società ha affermato che presto gli utenti saranno in grado di eliminare rapidamente anche i dati sul ciclo mestruale archiviati su Fitbit, app di monitoraggio della salute di sua proprietà. Per quanto riguarda la possibilità che Google ceda comunque i dati dei suoi se richiesti da parte delle autorità, Fitzpatrick assicura:
"Teniamo conto delle aspettative di privacy e sicurezza delle persone che utilizzano i nostri prodotti e le avvertiamo quando accogliamo le richieste del governo, a meno che non siano in gioco vite umane."
La nuova policy entrerà in vigore nelle prossime settimane e, anche se sembra un piccolo passo o, secondo i più "wake", addirittura pinkwashing, va sottolineato che Google è l’azienda tech ad aver garantito privacy a chi vuole interrompere la gravidanza, ma ha paura di finire perseguita dai governi antiabortisti.