Anche i medici estetici sono diventati influencer
Per fortuna, il Dr. Giulio Borbon ci aiuta a rimettere tutto in prospettiva
27 Ottobre 2023
Avete mai pensato di chiedere un consulto a un medico estetico, magari per un filler alle labbra o per altri interventi poco invasivi? Quanto hanno influito i social su questi pensieri? Magari la vostra risposta è un deciso no, che spinge l'algoritmo a non provare nemmeno a suggerirvi contenuti a tema. Non è così per tutti, anzi. I video a tema ritocchini sono all’ordine del giorno, di genere vario, e non tutti provengono da professionisti del settore, anzi. Ci sono le autoproclamate esperte e osservatrici, che ci tengono a segnalarci quali interventi hanno fatto le star secondo loro con una certa malizia, aprendo magari dibattiti infuocati sui volti di qualcun altro, e poi ci sono loro: i famigerati medici influencer. Come se non bastasse, poi, alcune procedure diventano di moda, l’ultimo di molti esempi è quello del buccal fat removal, e se non pensi di fartela o non hai un'opinione precisa in merito, forse, sei un po' out.
I medici estetici diventano influencer
Il discorso attorno alla medicina estetica, in teoria delicato - si può trattare di interventi di una certa portata atti a modificare la nostra apparenza in maniera più o meno permanente - è diventato di dominio pubblico. Tutti ne parlano, pochi ne sanno. La confusione impera, e alcune figure di medici estetici sicuramente non aiutano. Tutto è social, content e intrattenimento e intanto le ragazzine stanno a guardare, bombardate giornalmente da un miliardo di impulsi, questi personaggi in camice che ballano e che ci pongono quesiti esistenziali. Le labbra saranno troppo sottili? Gli zigomi troppo bassi? Come si fa per le rughe? Bisogna agire preventivamente, magari prima dei 25 anni? Bisogna voler somigliare a Kylie Jenner, a Emily Ratajkowski o ad Angelina Jolie? Fate come persona X, ma non fate assolutamente come persona Y.
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Il caso del Dr. Miami
L’esempio più estremo della trasformazione social della professione del dottore ci è forse dato da Dr. Miami. Nato come semplice chirurgo plastico, Michael Salzhauer si è presto affermato come un vero e proprio personaggio televisivo prima (con uno show dedicato alla sua professione a partire dal 2017 su Hulu, su YouTube e su Real Time) e come un influencer dopo. Sempre al passo coi tempi, Dr. Miami ha una presenza molto forte su TikTok, in cui racconta in maniera libera e spregiudicata la sua vita da medico estetico, spesso inserendo le richieste dei pazienti o drammatizzando situazioni realmente accadute con l’aiuto del suo team. Il suo essere un medico influencer, o un influencer medico, ormai, è parte del personaggio, e informazioni di stampo scientifico, collaborazioni con altri influencer per aumentare le visualizzazioni, risultati di interventi e racconti esagerati della sua vita si mescolano senza soluzione di continuità, in un’amalgama difficile da dirimere anche per chi conosce i meccanismi del marketing sui social media, figuriamoci per chi invece, magari, sta solo cercando consigli su come approcciarsi alla medicina estetica da paziente.
Tra confusione e amarezza
Il problema non è usare i social per promuoversi, cosa che ormai è impossibile non fare per chiunque voglia avere una presenza online, quanto le modalità. L’algoritmo di TikTok si muove in modi misteriosi, e lanciare nella mischia contenuti così spregiudicati e televisivi senza sapere a chi potrebbero arrivare (potenzialmente, a milioni e milioni di persone giovani e insicure) è irresponsabile, soprattutto quando si esercita questa professione. Anche il Dr. Giulio Borbon, medico estetico, direttore sanitario e fondatore, a Milano, dello Studio Borbon, ha registrato il problema: “Quello che c’è sui social negli Stati Uniti è estremo, ma anche in Italia c’è secondo me una grossa confusione. In primis dei medici, che comunicano come se fossero degli influencer nella migliore delle ipotesi, in modo degradante per la professione nella peggiore. Il fine ultimo di chi comunica in quel modo è quello di avere più followers e più audience possibile. Ci sono medici che fanno i balletti. Quando vedo quelle cose mi stupisco e mi amareggio”.
Una scelta precisa verso la divulgazione
Il metodo di comunicazione del team Borbon è diverso, nella convinzione che un incontro fruttuoso tra social media e medicina estetica sia possibile: “Io credo che si possano fare entrambe le cose, cioè cercare di fare una divulgazione scientifica fatta bene e avere un seguito. Sopratutto perché poi il campo che trattiamo noi è molto ricercato e ascoltato. Tutti vogliono sapere qualcosa e c’è un problema di informazione. La maggior parte dei pazienti arrivano con la testa piena di informazioni sbagliate. Quello che noi ci siamo detti, con il mio team di comunicazione interno è: cerchiamo di fare un’informazione che sia fruibile, senza fare mai i balletti e cercando di dire cose utili ai ragazzi e alle ragazze giovani, che poi sono gli utenti di Instagram e TikTok. Io voglio educare, non influenzare. Io sono un divulgatore, non un influencer”.
Una questione di responsabilità insita nel ruolo
Il suo approccio è consapevole delle responsabilità insite nel suo lavoro, nei confronti di tutti i suoi pazienti e i suoi follower, soprattutto dei più giovani: “L’impatto di quello che dice un medico vestito da medico, anche dal punto di vista visivo, e la responsabilità di quello che viene detto è molto più forte di quella di una persona non del mestiere. La grossa responsabilità adesso, quella che sento io, è il fatto di andare a parlare a persone giovani (20-25, ma anche 18 o meno) che sono stressate dalla ripetizione della propria immagine e dalla percezione del sé. È un problema che chi fa il mio lavoro non può ignorare. Se noi, come categoria, mandiamo in giro dei video che mirano alle view senza curarci del messaggio, possiamo creare dei danni. Le statistiche dicono che sono aumentate le percentuali di dismorfofobia tra i giovani. Non sarà tutto per colpa dei video dei chirurghi plastici, ma ovviamente noi dobbiamo chiederci a chi stiamo parlando e che cosa stiamo dicendo”.
La soluzione sta nella deontologia?
Una soluzione generale possibile, a parte prendersi le proprie responsabilità, ci potrebbe essere: “È auspicabile, secondo me, che ci siano delle regole deontologiche" ci spiega Borbon. "Non penso solo alle policy di Instagram o di TikTok, perché quelle tendono ad essere restrittive. Penso a un regolamentazione deontologica sul modo in cui i professionisti iscritti a un ordine debbano porsi, interna. È l’ordine o una sorta di comitato etico che dovrebbe dire in che modo uno si deve rapportare ai social. È un problema per tutta la categoria". Non si tratta, naturalmente, di un'accusa alla categoria, quanto di una critica a chi comunica in questi modi. Secondo il dottore e il suo team, infatti, è possibile comunicare e divulgare in quanto medici estetici sui social in maniera etica, lavorando bene e divulgando bene anche dal punto di vista estetico, e loro ne sono la prova. E allora, perché non dare una possibilità a questa comunicazione divulgativa e lasciare stare i balletti?