Abbiamo veramente ancora bisogno del reggiseno?
"No-Bra"
27 Luglio 2018
Siamo state abituate a vedere le migliori modelle degli anni '70/'80 sfilare in top di seta trasparente e, con fierezza e sfacciataggine, sfoggiare le forme perché in quegli anni "era normale". Siamo state abituate a pensare - era il primo decennio del 2000 - che avere una taglia in più grazie ad un cuscinetto di cotone effetto push-up ci avrebbe rese più femminili. Ma oggi, osservando le passerelle dei più grandi stilisti del mondo, da Prada a GmbH, è facile notare quanto il movimento "no-bra" abbia messo le radici e si stia diffondendo sempre più anche fra le nuove giovani generazioni. La moda detta legge e anche in questo caso condiziona le nostre scelte stilistiche, ma la vera domanda è: come siamo arrivati fino a questo punto? Quali brand rinunciano al reggiseno e perché?
Tornando indietro e andando per gradi si può notare quanto la storia del bra sia stata di alti e basse, di pro e contro. Nel XIV secolo vigeva la moda del corsetto e le donne lo indossavano per esaltare le forme e fare in modo che "tutto stesse più su", anche se questo significava soffrire e sentirsi il ventre strizzato per ore ed ore. Il XX fu invece il secolo di sviluppo del primo vero reggiseno, capo progettato per "celare" la femminilità delle donne e donare loro quell'aspetto mascolino tanto di tendenza negli anni '20. Una curiosa leggenda metropolitana narra che il reggiseno sia stato inventato da Otto Titzling (che in inglese suona come "fascia per tette") il quale avrebbe perso una causa contro Phillip de Bra (che invece suona come "riempi il reggiseno"). Questa storiella iniziò con il libro del 1971 Bust-Up: The Uplifting Tale of Otto Titzling and the Development of the Bra e fu diffusa in una canzone comica presente nel film diretto da Garry Marshall Beaches.
Nel giro di qualche anno prenderà poi il sopravvento il Bullet Bra dal design decisamente più sexy, capace di lasciar poco all'immaginazione e così via libera alle forme, alle scollature e alla femminilità che verrà messa da parte solo nel periodo più free della storia dell'uomo, gli hippie 70s. In quegli anni non solo il bra non veniva più utilizzato ma veniva considerato oppressivo e patriarcale. Germaine Greer, nota autrice femminista di quegli anni, dichiarò:
"I reggiseni sono un'invenzione assurda, ma se poni come regola il fatto di stare senza reggiseno, ti stai sottomettendo ad un'altra repressione ancora."
L'accusa consisteva nel considerare il bra un capo che, nella forma e nella concezione per cui era stato inventato, riduceva le donne ad oggetti sessuali. Sull'Atlantic City boardwalk venne riposto un cassonetto nel quale le femministe gettavano scarpe col tacco alto, ciglia finte, bigodini, trucchi, copie di Vogue, Playboy e, insieme ad essi, corsetti, reggi calze e reggiseni. Un atto forte volto non solo a comunicare l'ostilità nei confronti delle convenzioni ma soprattutto intenzionato a comunicare il bisogno di libertà da parte di quelle donne che stavano avviando il loro processo di emancipazione e di lotta per l'uguaglianza fra i sessi.
Negli anni '80 si impongono invece i body, semplici e raffinati, ma l'avvento della chirurgia plastica, sempre più diffusa negli Stati Uniti e in Europa, porta le donne a ricercare nuovi bra ampi ed efficaci nel sostegno.
Grazie a Madonna e Jean Paul Gaultier il reggiseno tornerà di moda nei magici 90s - come dimenticare il modello a missile per il suo Blonde Ambition tour -.
Nel 2018 il mondo femminile, e non, si divide in due parti: c'è chi non concepisce ancora la filosofia #freenipples lanciata da Kendall Jenner e chi piuttosto ha fatto di esso un trend, il fashion system sa bene da che parte stare. Le passerelle delle ultime season ignorano del tutto il bra, a meno che non sia un bralette o un crop da sfoggiare come semplice "pezzo di sopra" - Calvin Klein e il suo underwear docet -. Il reggiseno non è più "intimo" ma un vero e proprio item d'abbigliamento da indossare d'estate, anche perché non c'è nulla di male. Ce lo dice la stessa Kendall in Elsa Schiaparelli all'ultimo Festival di Cannes, Cara Delevingne in Atelier Versace sul red carpet di Valerian e la regina dell'R&B Rihanna ai CFDA del 2014.
Loewe ha persino trovato una soluzione perfetta per sbarazzarsi del reggiseno: metterlo sopra gli abiti.
Tra trasparenze e lingerie in bella mostra è abbastanza semplice capire quanto il free nipples sia il nuovo trend. Alyx svela le forme con i suoi tubini verde pistacchio, e così Maison Rabih Kayrouz che, sotto l'innocenza dello chiffon e dei volant, rivela la femminilità in tutta la sua essenza, senza cadere mai nel volgare ma, al contrario, omaggiando la forza delle donne e la loro naturale eleganza. Tali trasparenze però non si vedevano in passerella ormai da tempo, trend che segnò la storia a partire dal 1968, quando Yves Saint Laurent lanciò il "nude look" con la sua blusa black trasparente che fece indossare ad una modella senza reggiseno in occasione del lancio della FW 68/69. Erano gli anni del femminismo anni '70 e YSL dettò legge.
A questo punto ci chiediamo: abbiamo veramente ancora bisogno del reggiseno? Le passerelle ci dicono di no, o per lo meno, ci propongono mini top da sfoggiare in libertà anche senza il sostegno dell'underwear.
E voi? Cosa ne pensate?