Addio a Thierry Mugler
È morto l’iconico stilista dall'estetica sensuale e futurista
24 Gennaio 2022
L’annuncio della morte, per cause naturali, di Thierry Mugler è arrivato a sorpresa ieri sera, con un post totalmente nero sulla pagina personale dello stilista, seguito poi dalle dichiarazioni ufficiali della sua Maison e dell’attuale direttore creativo Casey Cadwallader:
"Siamo devastati nell’annunciare la morte del signor Manfred Thierry Mugler domenica 23 gennaio 2022. Possa la sua anima riposare in pace."
Poche parole insufficienti a spiegare l’impatto che la sua estetica unica e stravagante, infusa di caratteristico mix di sensualità, feticismo per il corpo femminile, amore per il mondo animale e visione futuristica, ha avuto nel rivoluzionare un mercato della moda dominato dal minimalismo androgino degli anni ‘80 e ’90.
Originario di Strasburgo, approdato a Parigi per fare il ballerino professionista, nel tempo libero segue corsi di arte decorativa e inizia a disegnare gli abiti che indossa nella vita di tutti i giorni. Presto la passione per la moda prende il sopravvento e Thierry fonda il suo marchio eponimo nel 1974. Provocazione e seduzione diventano la sua cifra stilistica. Le donne che porta in passerella sono potenti femmes fatales vestite di tailleur rigorosi, pellicce, strass, lattice, corsetti, sovrastrutture spigolose che strizzano il punto vita. Le sue creazioni avvolgono e sublimano il corpo femminile e si ispirano ai cyborg, al mondo degli insetti, alla metamorfosi, alle dive dei film noir. Nelle interviste ama ripetere:
"Sono sempre stato affascinato dall'animale più bello della Terra: l'essere umano. Sono un architetto che reinventa completamente il corpo di una donna."
Geniale, irriverente ed innovativo è sempre un passo avanti agli altri. Convinto che "la moda non fosse sufficiente a se stessa e che bisognasse mostrarla in un ambiente musicale e teatrale", è il primo a far sfilare una cantante (Diana Ross) in un suo show ed è uno dei primi a rilanciare la silhouette a clessidra scolpita da tagli netti e angolari, ma anche il vinile in una sfilata del 1992 a sostegno dell’Apla (Aids Project Los Angeles), con in passerella un cast unico che comprendeva Ivana Trump, Michelle Phillips, Debi Mazar, Brigitte Nielsen, Linda Hamilton, Sharon Stone. Thierry ricorda:
"Il messaggio che la moda voleva promuovere era: proteggere se stessi è direttamente correlato con il proteggere gli altri, e quindi per via diretta la prevenzione diventava un atto di generosità. Sofismi a parte, amavo il vinile perché rende il corpo come laccato."
Mugler è un’artista a 360°, non solo crea abiti, ma è fotografo, regista, stylist. Ha disegnato il tubino nero che Demi Moore indossava in Proposta Indecente, ha diretto uno dei video più iconici degli anni ’80, Too Funky di George Michael con protagoniste Linda Evangelista, Eva Herzigova e Tyra Banks. I suoi capi sono stati indossati da tantissime star, da David Bowie a Liza Minnelli, da Diana Ross a Lady Gaga. Più recentemente è stato consulente creativo e costumista per il tour mondiale I Am… di Beyoncé, ha creato l’abito di Kim Kardashian per il Met Gala 2019 e vestito con i suoi pezzi cult Cardi B in occasione della retrospettiva Thierry Mugler, Couturissime.
All’inizio del 2003 Thierry si ritira e la label decide di abbandonare il settore dell’abbigliamento per dedicarsi esclusivamente ai profumi (la fragranza Angel è ancora oggi una delle più vendute al mondo). Nel 2010 il brand viene rilanciato e affidato prima a Nicola Formichetti e poi, nel 2013 a David Koma. Dal 2017 grazie alla direzione creativa di Casey Cadwallader, Mugler è tornato al centro dell'industria fashion. Il merito di Cadwallader? Svecchiare l’immagine del brand, connettendolo ad un gusto contemporaneo, attingendo all’heritage di Monsieur Thierry senza limitarsi a proporre mere copie dei suoi capi cult, ma reinterpretando la sua sensualità in chiave inclusiva con un linguaggio estetico che rifletta la donna del XXI secolo. Thierry Mugler è entrato nella storia della moda per le sue creazioni visionarie, per le silhouette a clessidra, spigolose, sexy, aggressive, create per vestire un empowerment femminile molto diverso da quello attuale e, grazie anche al contributo del nuovo direttore creativo della Maison e all’amore delle star per il vintage, continuerà a dettare lo stile ancora per molto tempo.