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Chi è Emily Bode, la Menswear Designer of the Year secondo i CFDA

L'approccio curatoriale della stilista crea capi che raccontano più di una storia

Chi è Emily Bode, la Menswear Designer of the Year secondo i CFDA L'approccio curatoriale della stilista crea capi che raccontano più di una storia

Il Council of Fashion Designers of America ha celebrato la moda americana e i suoi talenti premiando i nomi più interessanti dell’anno, quelli che si sono distinti per le loro creazioni e per il senso dello stile. Lenny Kravitz è stato eletto Fashion Icon, a Kim Kardashian è stato assegnato il primo premio di Amazon Fashion dedicato all’innovazione per il suo lavoro con SKIMS e Virgil Abloh è stato ricordato con il Board of Trustees Award, ma il titolo più ambito, quello di American Menswear Designer of the Year, lo ha portato a casa Emily Adams Bode Aujla di Bode.

Nata e cresciuta in Georgia, Emily Adams Bode passa gran parte dell’infanzia al seguito della famiglia, a caccia di memorabilia e tesori nascosti tra i mercatini delle pulci e i negozi di antiquariato, sviluppando così un amore per la moda e per gli oggetti con un passato, con una storia da raccontare. Ottenuta una doppia laurea presso la Parsons School of Design di New York, in design e filosofia, trasforma la sua collezione di trapunte antiche, lini anni '20, tovaglie di pizzo, sari vintage nella base su cui costruire Bode (pronunciato Boh-dee), il suo marchio di abbigliamento fondato nel 2016. Il concept del progetto è piuttosto rivoluzionario per il panorama fashion alla data di fondazione: riutilizzare i tessuti vintage e trasformarli in splendide creazioni ready-made in stile Frankenstein. Emily Bode li colleziona, ne documenta la storia, la memoria, poi li trasforma in vestiti. I capi sono realizzati in numero limitato (i pezzi unici rappresentano dal 30% al 40% delle vendite del marchio), solo su ordinazione, a New York, con sarti locali che tagliano e assemblano ogni pezzo a mano. Mentre i tessuti provengono da tutto il mondo. Emily compra lungo i suoi viaggi, fermandosi a tutte le fiere ed eventi di antiquariato che incontra, ma la maggior parte della materia prima arriva dalla sua rete globale di rivenditori vintage. Le trapunte arrivano dal Massachusetts, dalla Pennsylvania e dall'Ohio. Francia, Inghilterra e Italia, invece, sono i paesi dove scovare lini e lane. Altri materiali viaggiano nell’atelier di Bode dall'India, dal Mali o dalla Costa d'Avorio.

La sua è moda circolare nel vero senso della parola. "Voglio che le persone utilizzino tessuti che altrimenti verrebbero scartati. Voglio che le persone li apprezzino. Voglio che le persone indossino Bode e comprendano il ciclo di vita dei vestiti e voglio investire nell'espansione della longevità dei loro vestiti".  La sostenibilità per Bode è importante, ma ancora di più è "creare oggetti che racchiudano ricordi, che richiamino vecchi modi di vivere, tradizioni familiari, epoche passate". Ogni pezzo racconta una storia, un’emozione. Una giacca patchwork può parlare del suo viaggio dalle ex colonie francesi in Africa, una camicia in organza rievoca l’epoca edoardiana, un paio di pantaloni un cappotto ricamato fa rivivere le tradizioni degli indiani del XV secolo, una canotta tricot delinea il mood hippie e gioioso degli anni '60, … Il risultato è una collezione di tesori lussuosi, eccentrici e preziosissimi, quasi poetici che sembrano usciti da un film di Wes Anderson come Moonlight Kingdom o The Darjeeling Limited. Non è difficile immaginarsi cloni di Adrien Brody, Owen Wilson e Jason Schwartzman andare in giro per il mondo con in completi asciutti, le camicie sgualcite, le stampe naives, le collane portafortuna, un’enorme borsa sotto il braccio e magari un piccolo carrè annodato al collo come nelle prime collezioni del marchio.

L’etica sostenibile, l’originalità e l’estetica accattivante (che però non si piega alle tendenze passeggere) hanno permesso a Bode ed alla sua founder di collezionare fan, da Harry Styles a Jay-Z, e un successo dopo l’altro. Emily è diventata la prima stilista donna a sfilare alla New York Fashion Week: Men's; Forbes la ha inserita tra i 30 giovani sotto i 30 anni da tenere d’occhio tra i nuovi nomi che lavorano nel mondo dell’arte e dello stile; nel 2019 ha ricevuto il prestigioso Karl Lagerfeld Innovation Award da The Woolmark Company; è stata CFDA Emerging Designer of the Year 2019 ed ora è arrivata a vincere l’ambito titolo di American Menswear Designer of the Year.