10 volte in cui la moda si è ispirata al product design
Da Louis Vuitton e Piero Fornasetti a Bottega Veneta e Gaetano Pesce
16 Aprile 2023
La moda vive di contaminazioni. Brand e stilisti respirano tutto ciò che li circonda e lo rielaborano all’interno delle collezioni che propongono ogni stagione: natura, rapporti umani, società, pop culture, musica, arte, cinema, architettura, … tutto può contribuire alla giusta ispirazione, persino la quotidianità, compresi gli oggetti che arredano e impreziosiscono lo spazio all’interno delle pareti domestiche. Negli ultimi decenni, infatti, il rapporto tra mondo della moda e product design si è fatto sempre più simbiotico, intrecciato da contaminazioni reciproche che hanno portato a creazioni interessanti, a volte iconiche. C’è un filo che unisce Tom Ford e designers Charles e Ray Eames, Dries Van Noten e Verner Panton, Nicolas Ghesquière e Piero Fornasetti.
Ecco 10 volte in cui la moda si è ispirata al product design.
Elsa Schiaparelli - Venere di Milo con cassetti di Salvador Dalì
Nel 1936 Elsa Schiaparelli si ispirò all'opera Venere di Milo con cassetti di Salvador Dalì e realizzò The Drawer Suit, una delle sue prime collaborazioni con l’artista surrealista. Riprese il concetto di capi che ricordano per forma e dettagli una scrivania nella collezione Haute Couture Inverno 1936-1937 all’interno della quale presentò una serie di abiti e cappotti dall’effetto trompe l'oeil, in velluto nero e blu navy, impreziositi da tasche che ricordavano cassetti con manici in plastica e bottoni a pomello. Per le collezioni Haute Couture SS22 e FW22, il nuovo direttore creativo del marchio, Daniel Roseberry ha elaborato una versione contemporanea di The Drawer Suit, indossata in passerella da Carolyn Murphy.
Gucci - La Chaise di Vitra
Quando Tom Ford era alla direzione creativa di Gucci ha realizzato capi che ancora oggi sono contemporanei e ambiti. In particolare, nella collezione FW 1996 presentò un sensuale abito cut-out con dettagli che richiamavano uno dei suoi elementi d'arredo preferiti: La Chaise di Vitra progettata da Charles e Ray Eames ed ispirata a sua volta alla scultura Floating Figure di Gaston Lachaise. Perfetto esempio di come arti diversi si contamino una con l’altra.
Hussein Chalayan - Wearable objects
La teoria dello spazio, del luogo, delle dimensioni del corpo e dei materiali è sempre stata alla base delle creazioni di Hussein Chalayan. Con After Words, la collezione FW 2000, ha però superato se stesso. Lo stilista britannico-cipriota ha attinto ai suoi ricordi d’infanzia e all’esperienza dei rifugiati della guerra del Kosovo, costretti a fuggire all'improvviso portando con sé i propri averi, per portare in passerella che ricordava un salotto, completo di sedie, tavolo, televisore, vasi e pentole, un momento iconico. All’interno di questo set "casalingo" le modelle in sottovesti grigie toglievano le fodere dalle sedie e le indossavano come un vestito, piegavano le sedie per farle diventare valigie. Alla fine, l’ultima modella si avvicinava la centro di un coffee table, lo sollevava e lo indossava, trasformandolo in una gonna a ruota metallica.
Christian Dior - Memphis Group
L’avventura di Bill Gaytten da Christian Dior non è certo memorabile, ma per la collezione Haute Couture FW2011, il direttore creativo dichiarò di essersi ispirato a Frank Gehry, Jean-Michel Frank e, soprattutto, al Memphis Group fondato da Ettore Sottsass negli anni ’70. A cominciare dall'outfit di apertura (una giacca con un colletto arruffato e una gonna a pieghe ampia), nelle creazioni portate in passerella riecheggiano gli elementi super pop, colorati e kitsch, fatti di stampe giocose, colori saturi e design postmodernista, grazie ai quali gli architetti e i designer del gruppo raggiunsero la fama in Italia e all’estero.
Viktor&Rolf - Homewear
Lily Cole con i suoi capelli rossi sparsi su un cuscino di cotone immacolato con bordi di pizzo e un lenzuolo inserito nel collo del cappotto è l’immagine simbolo della sfilata FW 2005 di Viktor&Rolf. In quella collezione il duo di creativi aveva portato in passerella una rilettura dell’homewear, con una serie di look che includeva piumini, trapunte, coperte e cuscini. Secondo qualcuno i capi realizzati da Viktor&Rolf ricordano il Comfy Sofa By Marcantonio prodotto da Seletti nel 2017.
Martin Margiela - interior design
La Maison Martin Margiela ha sempre avuto un rapporto stretto con il mondo del design. Tra le incursioni più interessanti del brand c’è sicuramente la collezione donna autunno inverno 2006, nella quale ha trasformato fodere in cretonne di divani, poltrone in pelle anni '70, pezzi di tappeti, tende e seggiolini auto (con tanto di cintura di sicurezza) in giacche, pantaloni, gonne, sandali a tacco alto e cinture. Da menzionare anche l’iconico Duvet Coat, presentato con la collezione FW 1999, una sorta di piumone da letto con le maniche che sembra un omaggio alla Sitdown Lowback Armchair by Gaetano Pesce anno 1975, prodotta da Cassina.
Louis Vuitton - Piero Fornasetti
Nicolas Ghesquière ha celebrato l’arte di Piero Fornasetti nella collezione FW21, prendendo ispirazioni dalle creazioni del designer per le stampe di abiti e borse. Da qui è nata anche una vera e propria collaborazione, LV x Fornasetti, esplorando un archivio di più di 13.000 pezzi, fino a realizzare una serie di oggetti sintesi due universi creativi che comprendono abbigliamento, accessori, ma anche cabinet e consolle.
Dries Van Noten - Verner Panton
Verner Panton è stato uno dei designer che ha più influenzato la moda, contaminando ad esempio Prada e Isabel Marant che ha creato la sua Pandel Shoe ricalcando la silhouette della sedia Cono per Vitra, ma è stato Dries Van Noten ha dedicargli un’intera collezione, la SS19 menswear, con un tripudio di stampe colori e silhouettes che omaggiano l’arte del designer e il suo stile dai colori saturi e le forme anni ’70.
Max Mara - Patricia Urquiola
Max Mara non si è semplicemente ispirata al lavoro di Patricia Urquiola, ma ha realizzato insieme all'architetto e designer Habito, la Weekend Signature Collection per la stagione FW22. Il risultato è stato un mix di accostamenti cromatici e grafici contrastanti, giocosi ed accattivanti che comprende sia pezzi di abbigliamento sia accessori. Un bell’esempio di architettura-à-porter.
Bottega Veneta - Gaetano Pesce
Gaetano Pesce aveva già realizzato il set per la sfilata SS23 di Bottega Veneta, ma ora, in occasione della Milan Design Week, la collaborazione tra i due ha dato vita a Vieni a Vedere, un'installazione immersiva site-specific che fa da cornice a due nuove borse in edizione limitata realizzate a quattro mani insieme a Matthieu Blazy, My Dear Mountains e My Dear Prairies.