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Come il front row diventa meme

I segreti della delicata arte del front row

Come il front row diventa meme I segreti della delicata arte del front row
Dior by Mak Shaw
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Mai come durante questa ultima MFW il front row delle sfilate è stato pieno di celebrità e volti noti. Sarà forse l’effetto dello sciopero degli sceneggiatori e degli attori, che ha ridotto le possibilità del gotha di Hollywood di partecipare ad eventi pubblici, ma la settimana della moda milanese si è trasformata per le star in un’occasione per incontrarsi, farsi vedere, rinverdire la propria popolarità e, allo stesso tempo, aumentare l’hype attorno al marchio di cui sono ospiti. È bastato, infatti, affiancare Rosalia e Kylie Jenner da Prada o radunare un gruppo di modelle e attrici entusiaste come Kate Moss e Demi Moore da Fendi per dare vita a meme e video virali, diventati alcuni dei momenti più memorabili di questi ultimi sette giorni milanesi. Catalizzare l’attenzione di social e magazine scegliendo la giusta celeb da invitare non è così facile come potrebbe sembrare. Non basta fare una lista di chi è più cool o popolare in quel momento. Formare un front row è quasi una forma d’arte, un delicato e fragile equilibrio che, se rotto, può porre fine a collaborazioni, offrire lo spunto a critiche feroci e persino dare il via a crisi diplomatiche che possono intaccare futuri rapporti lavorativi. Ricordate quando Law Roach lasciò stizzito la sfilata di Louis Vuitton dopo che gli era stato negato il posto in prima fila vicino a Zendaya? 

 

Breve storia del front row

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Da quando esistono le passerelle, ci sono state le prime file. Ma fu solo negli anni '20 che Coco Chanel, Madeleine Vionnet ed Elsa Schiaparelli iniziarono a invitare le socialite a partecipare alle loro sfilate. Nel 1947 Christian Dior aprì per la prima volta la porta ai fotografi, liberi di immortale guest come redattrici di Harper's Bazaar Marie Louise Bousquet e Carmel Snow o la principessa Margaret che applaudivano i suoi modelli. Così cominciò ufficialmente la cultura del front row, esplosa poi nei decenni successivi. Sono leggendarie le sfilate degli anni ’60 di Yves Saint Laurent e Pierre Cardin con Barbra Streisand, Marlene Dietrich, Catherine Deneuve e Bianca Jagger nel parterre; quelle di Halston negli anni ’70 che poteva contare sul sostegno dei suoi amici dello Studio 54 come Marisa Berenson e Lauren Hatton; o le sfilate di Valentino negli anni ’80 con Andy Warhol e Brooke Shields erano seduti in prima fila. Dagli anni ’90 ai 2000, il numero delle celebrità habitué delle sfilate è diventato sempre più alto. Chi non ricorda Paris Hilton messaggiare con l’inseparabile chihuahua Tinkerbell o le gemelle Olsen che studiavano le collezioni di Marc Jacobs prima di creare The Row?

 

I front row più indimenticabili di sempre

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Il front row più iconico di sempre? Anna Wintour e la regina Elisabetta II da Richard Quinn nel febbraio 2018 durante la LFW. Due Queen sedute vicine ad ammirare gli abiti sfilare. Continuando a parlare di reali, resta nella storia della moda la principessa Margaret che si godeva una sfilata di Christian Dior al Blenheim Palace nel 1954. E come non citare Catherine Deneuve da Yves Saint Laurent nel 1967,  Andy Warhol e Bianca Jagger che sostenevano Carolina Herrera nel 1981 o Hubert de Givenchy che invitava Audrey Hepburn nel 1986 a prendergli la mano. Facendo un salto in avanti nel tempo fino ai primi anni 2000, chi non ricorda il cast di Sex and the City da Narciso Rodriguez nel 2002, Mary-Kate e Ashley Olsen da Marc Jacobs, molto prima di diventare guru della moda minimalista con il loro The Row. Altri momenti cult Lana Del Rey, alexa Chung e Kate Moss per la SS2013 di Mulberry, Baby North West, in braccio a mamma Kim Kardashian, che ha conquistato un ambito posto accanto ad Anna Wintour durante la New York Fashion Week FW15, esperienza già fatta prima dall'adorabile Harper Beckham che a due anni, in braccio a papà David, sedeva naturalmente in prima fila allo show Victoria Beckham FW14.

 

La differenza tra le varie file di una sfilata

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La regina delle pr di moda Kelly Cutrone ha detto che se non sei seduto nelle prime tre file durante una sfilata della settimana della moda, potresti anche restare a casa. Ma anche all’interno di questo microcosmo c’è una gerarchia che va rispettata, un precario sistema di potere che assegnando una determinata sedia sembra anche dare un giudizio intrinseco sul valore e sul lavoro di chi la occupa.  Il front row è, ovviamente il Santo Graal, il privé riservato alla crème de la crème del mondo della moda, equamente suddiviso tra i redattori di moda più importanti come Anna Wintour o Cathy Horyn, le celebrità e gli influencer più popolari del momento. La seconda fila è per quelli leggermente meno importanti, come i redattori di giornali di moda, i vicedirettori di riviste di moda internazionali e i partner e i figli delle celebrità. La terza fila è occupata dagli stilisti di alto profilo e dai buyer più influenti. Dalla quarta fila in poi inizia quella che si potrebbe definire la Siberia della moda.

 

L'arte del front row

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Lo abbiamo già detto, trovare la formula per il perfetto front row è un’arte. È una delicata partita di scacchi e se non fai la mossa vincente o non assegni il giusto posto a sedere tutto va storto. Ma a chi è riservata la prima fila di una sfilata? Dovrebbe essere composta da un equilibrato mix di redattori, influencer, celeb, ma anche amici e familiari dello stilista. Ma non basta, bisogna anche assicurarsi che ognuno occupi la seduta più congeniale alle sue esigenze e a quelle del brand. Ad esempio un redattore dovrebbe stare vicino a un corridoio in modo che possa individuare meglio i dettagli. Infatti, quando Anna Wintour presenzia ad una sfilata, preferisce la fine della passerella, vicino alla postazione del fotografo. Questo per uscire rapidamente una volta terminato lo spettacolo e per ottenere la migliore visione di ogni look, poiché è qui che le modelle si soffermano per le fotografie. Le celebrità, invece, dovrebbero trovarsi da qualche parte al centro della prima fila per essere facilmente identificabili dai fotografi che così possono riprenderle tutte in un unico scatto, noto anche come "money shot"

 

Come avere una celeb nel front row

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I brand corteggiano attivamente le grandi star per far in modo che partecipino alle loro sfilate, a volte pagandole per partecipare. Gli inviti vengono ufficialmente inviati all'elenco definitivo con due o tre settimane di anticipo. Quando le risposte iniziano ad arrivare e la scenografia è decisa, inizia il vero lavoro sulla mappa dei posti a sedere che vengono finalizzati con qualche giorno di anticipo, anche se le sezioni riservate alle star sono spesso soggette a cambiamenti dell'ultimo minuto. In genere si cerca di far sedere gli amici uno accanto all'altro in modo che che le persone siano in grado di parlare con qualcuno che è accanto a loro mentre aspettano come è accaduto durante la MFW 2023 da Fendi. Inoltre, soprattutto quando le celebrità vengono pagate con soldi veri per sedersi in prima fila, i pubblicisti di solito cercano di assicurarsi che sia l'unico spettacolo a cui partecipano quella settimana tramite un accordo di esclusività.

 

Come sarà il front row del futuro?

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I marchi traggono vantaggio dal prestigio delle celebrità in prima fila e dal buzz che ne deriva. All’inizio il monopolio della prima fila era di redattori e buyer, poi di reali e divi del cinema, negli ultimi anni sono arrivati gli influencer ed ora sembra che siano tornate a dominare le celebrità. Basta vedere le guest presenti al debutto di Sabato De Sarno da Gucci. E questa potrebbe essere anche la tendenza del futuro. Perché lo ipotizziamo? Perché recentemente François-Henri Pinault, amministratore delegato di Kering (il gruppo che possiede Gucci, Saint Laurent, Balenciaga e altre case di lusso), ha annunciato che Kering ha acquistato una quota di maggioranza di CAA, una delle più grandi agenzie di talenti di Hollywood. Questa acquisizione potrebbe assicurare al colosso del lusso il monopolio di molte star, perfette per aumentare l’hype e il prestigio dei front row delle sfilate dei marchi appartenenti a Kering.