World Water Day, difendiamo le nostre acque
Il 22 marzo è la Giornata Mondiale dell'Acqua, ecco come salvaguardare oceano & co
22 Marzo 2021
Approcciarsi alla sostenibilità non si è rivelato immediato. La plastica usa e getta è ancora ovunque, addirittura c'è chi non tenta minimamente. Così, cose semplici come usare cannucce in metallo, fare attenzione alla raccolta differenziata e a non buttare rifiuti nel mare, non sono ancora entrate tra le abitudini umane. Eppure bisogna affrettarsi, l'ultimatum per mantenere il Pianeta un luogo abitabile per tutti è il 2025. Così i brand non si fermano nella loro intenzione di sensibilizzare e ricordare quanto un gesto quotidiano possa fare la differenza su scala globale. Pensateci su: ogni anno vengono venduti miliardi di bottiglie d'acqua, dei quali il 90% non viene riciclato dopo l'uso.
Ma tutti, insieme, possiamo essere la soluzione, rispondendo alla chiamata delle Nazioni Unite e celebrare così il World Water Day, che si basa sull'importanza dell'acqua e sulla gestione sostenibile delle sue risorse. E proprio 7 donne, presentate dalla Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO, sono qui a esempio. Donne straordinarie, che difendono l’oceano per raccontare la ricerca scientifica al femminile, volta a promuovere l’equità di genere anche nel settore delle scienze marine.
“Ciascuna rappresenta uno dei sette risultati attesi dal Decennio del Mare, dedicato appunto a costruire l’oceano che vogliamo: pulito, sano e resiliente, produttivo, predicibile, sicuro e accessibile, ma anche un oceano che ispira e che coinvolge. Lo vogliamo ricordare anche in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, che quest’anno si concentra sul tema valuing water, creando una connessione tra questo elemento e le persone, e sottolineando l’importanza dell’acqua in tutti gli aspetti della vita e la necessità di gestire con estrema attenzione questa risorsa, insostituibile ma finita”. - spiega Francesca Santoro, specialista di programma dell’IOC.
Sono Anne de Carbuccia, artista ambientalista e filmmaker che, con opere come il suo cortometraggio One Ocean cerca di dare una voce al nostro pianeta blu. Arianna Mancuso è biologa e subacquea, ricercatrice dell'Università di Bologna che, grazie al National Geographic Early Career Grant, ha svolto un progetto per capire gli effetti dell’acidificazione del mare sugli organismi marini calcificanti nel cratere sottomarino di Panarea. Bonetta dell'Oglio, è presidente di Donne di Mare e chef dell’alleanza Slow Food Italia, e si impegna nella valorizzazione della biodiversità e nella difesa della cucina biologica, tutto raccontato nel suo libro Romanzo culinario. Ida Caracciolo, giudice del Tribunale del Mare, si batte invece per proteggere e ripristinare la biodiversità e la vitalità dell’oceano. Roberta Ivaldi, professoressa presso l'Istituto Idrografico della Marina, ha sviluppato un 3D mapping integrato per vedere la trasparenza dell’acqua. Simona Masina, ricercatrice del Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici, ha a cuore la formazione dei giovani ricercatori, con l’intento di istruirli a previsioni sempre più accurate. Claudia Pasquero, professoressa di oceanografia e di fisica dell’atmosfera, lavora sulle interazioni tra le dinamiche oceaniche e gli ecosistemi marini, per un oceano sicuro. Perché vi parliamo di queste donne? Come loro, possiamo iniziare a fare la differenza. Solo che a noi è richiesto uno sforzo praticamente nullo, rispetto al loro. Ricordatelo bene l'insegnamento di Olaf, il simpatico pupazzo di neve di Frozen: l'acqua ha memoria, essa può mantenere il ricordo delle sostanze con cui è venuta in contatto. E chissà, probabilmente si ricorderà persino di chi ne ha avuto più rispetto degli altri.
Sono tanti i brand vogliono bene ai nostri mari, dal beauty, quello davvero clean: pensate che con uno shampoo solido si possono fare dagli 80 e i 100 lavaggi e che 6.6 milioni di shampoo solidi sono l’equivalente di 19 milioni di bottiglie in plastica in meno finiti in discarica o negli oceani; alla moda e al lifestyle, con iniziative come Aquatic Creatures di Riccardo Capuzzo, alleato con l'organizzazione no-profit Whale and Dolphin Conservation; e ancora Acqua Foundation, charity internazionale che opera nel campo dell’arte con progetti incentrati sul tema della tutela e della conservazione dell’acqua. Insieme alle artiste Anna Nazaretskaia e Daria Elkina, ha lanciato Alteration Space, un progetto digitale volto a combattere l’impatto ambientale dell’industria del fast fashion. Il progetto mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sui danni ambientali e l’inquinamento causati dalla moda “usa e getta”.
Ecco una gallery con tutti i brand (e i prodotti) da provare per iniziare a dare il nostro piccolo contributo alla salvaguardia del nostro Pianeta blu.