La storia di Playboy nella collezione di NFT firmata Slimesunday
Sei opere che fanno da ponte tra l'archivio dello storico magazine e l'arte digitale
05 Maggio 2021
Lo ricordiamo per le playmate, i party nella Mansion e le iconiche conigliette, ma Playboy è stato anche molto altro. Tra i boicottaggi di Gloria Steinem e le proteste femministe, Hugh Hefner ha creato un luogo in cui intrecciare l'erotismo - e perché no, la pornografia - con argomenti socialmente e culturalmente rilevanti; i racconti di Nabokov come le interviste a Martin Luther King o Jimmy Carter. Playboy ha sempre intrattenuto e scioccato la società, cercando di intercettare le novità più appetibili, anche in campo artistico, dallo shooting surreale di Salvador Dalì sul numero di dicembre del 1973 alla cover realizzata da Andy Warhol per il gennaio 1986.
Oggi sull’onda della FOMO causata dalla crescita della crypto-art, Playboy e l’artista Mike Parisella, meglio noto come Slimesunday, hanno creato un'esclusiva collezione di NFT: Liquid Summer, disponibile su NiftyGateway. Per il lancio è stata organizzata una mostra virtuale nella Crypto Valley di Decentraland. Le sei opere rappresentano un dialogo fluido tra l'archivio storico di Playboy e l'arte digitale dei collage provocatori di Slimesunday, e richiamano così anche il dualismo tra il passato analogico e le nuove realtà che si stanno delineando nella blockchain.
Fun Fact: il primo Art Director di Playboy è stato Arthur Paul, graphic designer e illustratore che ha dato forma all’inconfondibile logo. Art Paul decise di inserire un coniglio "diverso" in ogni cover del magazine, alcune volte in maniera chiara, altre in modi più curiosi e nascosti, innescando una caccia che va avanti dal dicembre 1954. Anche in Liquid Summer Slimesunday ha continuato questa tradizione, «Happy hunting».
ONE SATOSHI
Reinterpretazione della cover di aprile 1973 con Lenna Sjööblom fotografata da Don Azuma. Il francobollo qui diventa un tributo a Satoshi Nakatomo, pseudonimo dell'inventore (o, chissà, inventrice o inventori) di Bitcoin. Una figura mistica che diventa oggetto comune, per dimostrare il dilagare delle crypto nella cultura mainstream. Nella copertina del ‘73 in alto a sinistra si legge Entertainment for men, che nella versione di Slimesunday diventa Pleasure for all. Allo stesso modo il prezzo One dollar si trasforma in One Satoshi - che, tra l'altro, è un'unità di misura davvero utilizzata nel mondo delle crypto per definire un centesimo di milionesimo di bitcoin (100 milioni di satoshi = 1 bitcoin).
La prima apparizione di Lenna su Playboy è del 1972, in un ritratto di Dwight Hooker che le ha dato il soprannome di "First lady of the net”: infatti è stata tra le più usate nei test di elaborazione delle immagini, inaugurando la strada per la creazione dei formati JPEG e MPEG.
MOSAIC
Con Bird of Paradise, lo shooting del 2018 con Nereyda Bird, Slimesunday ragiona sulla technique of pixelation e sull'uso che se ne fa nella censura. Il pixel qui si concretizza, appunto, in un mosaico, ribadendo la dicotomia tra reale e virtuale.
LIQUID SUMMER
La playmate Miki Hamano è stata fotografata da Ana Dias a marzo del 2019 e qui si trasforma nel concept di tutta la collezione, in cui la figura femminile è al tempo stesso soggetto e paesaggio in una composizione surreale.
1861 → 2021
Monica Sims, playmate di settembre 2015, dalla piscina in cui è stata fotografata da Josh Ryan viene trasportata nell’opera di Domenico Morelli, Le terme di Pompei, nel 1861. Il "witch" sulla destra sta ad indicare che, se ancora oggi risulta complesso spiegare il mondo della blockchain, probabilmente a fine Ottocento sarebbe stato un discorso da streghe.
REDACTED
Torna Nereyda Bird (già in MOSAIC) in un’altra opera che tratta di censura, arte e libertà di parola. Il collage fonde opere di John William Godward, l’articolo Defying the Anti-Porn Police e anche le lacrime di Slimesunday.
PUZZLED
Slimesunday aveva già usato l’espediente del puzzle per evitare che Instagram rimuovesse le sue foto, ma in Puzzled non lo sfrutta per censurare i nudi, anzi, è un modo giocoso per dare risalto alle modelle Kalin Olson, Kelly Marie Monaco e Victoria Fuller, fotografate alle Fiji nel 2000 da Richard Fegley. Il puzzle è stato anche utilizzato più volte da Art Paul nelle sue grafiche e ha avuto così tanto successo che Playboy negli anni Sessanta ha davvero rilasciato dei puzzle delle playmates.