Chi è Phoebe Philo: da Celine ad oggi
Un fashion-throwback per celebrare i migliori momenti di Phebe Philo da Celine, e non solo
13 Luglio 2021
L’estetica minimalista con un occhio di riguardo alla qualità e alla funzionalità non nasce con lei, ma rifiorisce grazie al suo inconfondibile gusto. Phoebe Philo è un mito nel mondo della moda, capace di far diventare oro tutto quel che tocca: la sua direzione creativa di Chloè e Celine, rispettivamente dal 2001 al 2006 e dal 2008 al 2018, ha portato le maison francesi al vertice della fama del fashion system. Poi d’un tratto, la designer amatissima dal pubblico si ritira dalle scene, segnando una svolta epocale per Celine, che elide l’accento e lascia spazio ad Hedi Slimane e alla sua visione più contemporanea del marchio. Anna Wintour in persona aveva alimentato i rumors sul suo ritorno e finalmente eccoci qua: Phoebe Philo torna sulla scena con un brand che porterà il suo nome, con il supporto di LVMH. Ma scopriamo chi è la designer, quali sono gli inizi della brillante carriera di una delle 100 persone più influenti di sempre secondo il Times e cavaliere dell’Impero Britannico. nss G-Club propone un fashion-throwback per riprendere il Philo del discorso dove Phoebe l'aveva lasciato.
Phoebe agli albori
Classe '73, Phoebe nasce a Parigi da genitori londinesi impegnati lì per affari. Sin da piccola dimostra uno spiccato estro artistico, grazie anche al lavoro della mamma, gallerista e artista con intrecci nel mondo della musica. Il talento si manifesta quando Phoebe prende in mano il regalo del suo 14esimo compleanno, una macchina da cucire con cui realizza come primo prototipo una rivisitazione della sua uniforme scolastica, ispirata Madonna. Studia Fashion Design alla Central Saint Martins di Londra, rinomata accademia di design e moda presso cui si laurea con un progetto finale che combina linee sartoriali e street style. Qui si sente echeggiare il talento di brillanti stilisti come Alexander McQueen e Stella McCartney, compagna di classe di cui poi diventerà braccio destro da Chloè nel 1997. Le due intessono un rapporto lavorativo e personale che frutta molto creativamente, grazie al loro metodo basato su ritagli di riviste e foto di celebrità per fare brainstorming, anche detto “crazy-freak-zone”. Phoebe sarà il braccio destro di Stella McCartney da Chloè fino al 2001, dove il suo approccio aiuterà a creare attorno al marchio l'aura un prodotto fatto da donne per le donne.
Phoebe e Chloè
Quando Stella McCartney firma con Gucci Group per aprire il suo brand nel 2001, Phoebe prende le redini del brand lanciando una serie di borse iconiche che consacrano il marchio creato da Gaby Aghion nell’olimpo dei brand più ricercati, tanto da essere definita da Vogue France “una Chanel del proprio tempo”. La Bracelet Bag ideata nel 2000 spopola immediatamente (è infatti fonte di ispirazione per uno degli ultimi modelli iconici di Chloè) ed il modello Paddington con la sua morbida pelle e chiusura a lucchetto è la it-bag del 2005. Chloè stuzzica le donne amanti della comodità e del lusso, e la designer londinese viene acclamata dalla critica, tanto da guadagnarsi l’etichetta di “maestra dell’imperfezione” dalla penna di Andrè Leòn Talley, storico braccio destro di Anna Wintour. Ma di pari passo con il successo lavorativo, anche la sua vita privata prosegue: nel 2006 Phoebe lascia Chloè per dedicarsi alla famiglia, fino al 2008, anno cruciale per la sua carriera.
Phoebe e Cèline
Il decennio 2008-2018 per la moda donna sarà ricordato per sempre. Quando Bernard Arnault propone a Phoebe Philo la direzione creativa di Celine, dopo otto anni pieni di rimpiazzi creativi con la dipartita di Michael Kors nel 2004, sa di fare la mossa giusta. Phoebe accetta la proposta di LVMH con la sola clausola di poter lavorare da Londra e sfilare a Parigi, per non lasciare la sua vita privata. Così accade. Tramite una sapiente visione, Phoebe crea per Celine (ai tempi Céline) un’estetica minimal, che va oltre i trend stagionali, con un occhio alla sostenibilità e al “less is more”. Tutte le linee di abiti, accessori e soprattutto di calzature applicano la sensualità e la funzionalità ad un approccio moderno e fuori dagli schemi. Le borse si rivelano un must di Phoebe: i modelli Cabas, Luggage e Classic sono tutt’oggi dei pezzi da collezione in colori sgargianti da abbinare ad outfit minimal in materiali pregiati, ma il vero genio della stilista britannica sta nello styling: nel 2013 è lei che per la prima volta porta le Birkenstock in passerella, sia in versione monocromatica che in versione pelosa. Autentica come designer e come persona, capace di essere elegante e versatile anche indossando un paio di adidas Stan Smith con un tailleur nero. Una sensibilità per gli opposti che si attraggono, femminile e pratico, discrezione e carattere, linearità e asimmetria, che fanno del suo operato da Celine un vero e proprio culto.
Chi sono le Philophiles
Ammaliate dall’aura emanata da scelte di styling così audaci ma comunque discrete e fruibili all’occhio attento, miriadi di donne si innamorano di Celine. Le Philophiles nascono da un omonimo blog tutto a tema Celine che raccoglieva foto del personal style delle amanti del brand. Philo dice delle Philophiles al New York Times:
“Sono donne tutte differenti ma con lo stesso amore per abiti che suggeriscono novità pur essendo fatti per durare ben oltre i veloci ritmi dei trend d’abbigliamento”.
Grazie alle sue scelte coraggiose Phoebe Philo diventa un simbolo di women empowerment e di emancipazione e si guadagna la stima delle sue seguaci, fiere di acquistare abiti creati per donne da una donna che tra styling e passerelle fa anche la madre. Il gruppo delle Philophiles prende anche un forte accento femminista, che garantisce a Phoebe la copertina del Magazine femminista “The Gentlewoman”. Sono proprio le Philophiles ad essere più duramente colpite quando nel 2018 Phoebe si dimette da Celine per ragioni familiari, e lascia il posto a Hedi Slimane. Il brand, per ragioni di marketing decide di perdere l’accento, anche se qualche romantica tra le Philophiles è ancora convinta sia stato per solidarietà nei confronti della iconica direttrice creativa.