La Nazionale di calcio femminile degli Stati Uniti vince la battaglia per l’equal pay
Megan Rapinoe: "Siamo davvero nel mezzo di un incredibile punto di svolta nello sport femminile."
28 Febbraio 2022
Francisco Seco/AP
Le giocatrici della Nazionale di calcio femminile statunitense riceveranno lo stesso salario dei colleghi maschi dopo anni di discussioni infinite volte a cercare di abbattere il gender pay gap. Fondamentale è stata la class-action intenta nel marzo 2019 da ventotto calciatrici della USWNT contro la politica discriminatoria della Federazione calcistica statunitense (USSF). La mobilitazione parlava di un trattamento diverso rispetto agli uomini in ogni tipo di ambito, dall’assistenza sanitaria alle attrezzature per l’allenamento, sono state ritenute valide in ricorso, costringendo la Federazione ad un’indiretta ammissione delle discriminazioni perpetrate per anni. Le atlete otterranno un risarcimento danni complessivo di 24 milioni di dollari e l’impegno della Us Soccer "a fornire la parità di retribuzione d’ora in poi per le squadre nazionali femminili e maschili in tutte le amichevoli e i tornei, compresa la Coppa del Mondo".
La prima a manifestare la sua gioia è Megan Rapinoe, la calciatrice e paladina dei diritti della comunità LGBTQI+ e delle donne, che definisce la giornata della news "davvero fantastica":
"Penso che guarderemo indietro a questo giorno nuovo e diremo che questo è il momento in cui il calcio americano è cambiato in meglio. Una disparità del genere non ci sarà mai più e possiamo andare avanti nel rendere il calcio il miglior sport possibile in questo paese. É una vittoria per le nuove generazioni".
Anche il presidente Biden ha festeggiato l’equal pay con un tweet:
"Questa è una vittoria attesa a lungo nella battaglia per la parità di salario. Sono orgoglioso della nazionale di calcio femminile Usa per non aver mai mollato, dentro e fuori il campo. Ora chiudiamo il gap salariale in tutti i settori".
Un’impresa simile era riuscita recentemente alle calciatrici della nazionale della Norvegia, ma la strada per abbattere il gender gap pay nello sport (e non solo) è ancora lunga. Anche il nuovo provvedimento statunitense è una vittoria parziale, perché riguarda solo gli stipendi delle giocatrici della nazionale, ma non per i club che, essendo privati, sono soggetti a diverse regolamentazioni.