Catwoman la sua evoluzione sullo schermo
Come è cambiato il personaggio dall’esordio nei fumetti della DC Comics all'interpretazione di Zoe Kravitz
02 Marzo 2022
Catwoman è il personaggio più cool di Gotham City, tanto da essere uno dei pochi villain, uomini o donne, abbastanza interessanti e popolari da avere una serie di fumetti dedicata. Nata dall’immaginazione di Bill Finger e Bob Kane è apparsa per la prima volta nel numero di Batman del 1940, come un'affascinante ladra nota solo come The Cat che il Cavaliere Oscuro lascia scappare. Da allora, la femme fatale disegnata come un mix esplosivo tra Jean Harlow, Hedy Lamarr e Ruth Steele ha vissuto ben più di nove vite, costantemente rinata e ridefinita da diversi scrittori a seconda dell’epoca. È stata dipinta orima come un’assistente di volo che aveva perso la memoria dopo essere sopravvissuta ad un incidente aereo, poi come la figlia di uno dei boss della malavita, una moglie in fuga da un marito violento, una segretaria ambientale, una prostituta uccisa dal suo protettore, un supereroe, ma la storyline più diffusa la descrive come Selina Kyle, un’orfana dal passato oscuro e sfortunato che inizia l’attività di ladra per sopravvivere e finisce con l’incarnare una donna abusata costretta a morire per reinventarsi e seguire un percorso di emancipazione personale attraverso il suo alter ego. Mutano il suo background, il suo rapporto con Batman/Bruce Wayne e cambia anche il suo look. Scordatevi la jumpsuit attillata nera nella quale si muove felina, per lungo tempo la sua divisa è un abito viola con un mantello verde. Il suo outfit più iconico arriverà decenni dopo la sua nascita, grazie al debutto televisivo e alla grande popolarità che ne deriva.
La prima attrice a traghettare la sinuosa vixen dai fumetti della DC Comics allo schermo è Julie Newmar, in uno show degli anni ’60 che somiglia molto più ad una surreale slapstick comedy che ad una vera e propria serie tv. Per due stagioni tv si distingue tra gli antagonisti dell’uomo pipistrello grazie un outfit in bilico tra pin up, bond girl e disco diva: una tutina nera dall’effetto vagamente glitterato, accessoriata con cintura, maxi collana dorata e una piccola maschera che le copriva parte del viso, comprese le sopracciglia spettinate ad arte. I dettagli felini? Un paio di guanti neri con lunghe unghie oro e un paio di piccole orecchie da gatto che spuntano tra la voluminosa acconciatura.
L'evoluzione di Catwoman
Un look simile a quello sfoggiato da Lee Meriwether nella trasposizione cinematografica del 1966 Batman: The Movie. Grazie a Julie e Lee, Catwoman diventa improvvisamente famosa anche al di fuori del mondo dei fumetti e inizia ad indossare la jumpsuit come costume ufficiale. L’ultima ad impersonare l’amante dei gatti più letale di sempre, prima della giovane Selina di Camren Bicondova nella serie Gotham, è Eartha Kitt, la prima attrice afroamericana a interpretare il ruolo di Catwoman. Ballerina, cantante e attrice per Orson Welles è "la donna più eccitante del mondo"; per gli afromericani è una dei pochi artisti ad aver infranto "l’Hollywood's color barrier"; mentre per il pubblico mainstream è l’incarnazione perfetta dell’archetipo della donna gatto che combina sensualità con self-confidence e usa la bellezza come arma.
Per la maggior parte della sua esistenza, Catwoman è stata disegnata e raccontata da uomini. Questa male gaze ha plasmato l’indole e l’estetica del personaggio, disegnandola dotata di un fascino tanto seducente quanto letale e rendendola uno stereotipo oggettificato, come Tim Hanley in The Many Lives of Catwoman: The Felonious History of a Feline Fatale. La multiforme esistenza del villain DC Comics inizia ad incrinarsi grazie alla Catwoman di Michelle Pfeiffer in Batman il Ritorno. Sono gli anni '90, quando l’attrice californiana appare sul grande schermo diretto da Tim Burton e, con una performance oscura e a tratti grottesca, regala anima, spessore ed empowerment alla donna gatto. La sua è una donna divisa in due: da un lato c’è Selina, la fragile segretaria che viene uccisa dal suo losco capo; dall’altro c’è una dominatrix con catsuit in vinile con tanto di frusta come arma. Questa dualità del personaggio corre sia nella trama che nei costumi: i costumisti Mary Vogt e Bob Ringwood caratterizzano gli outfit con cuciture visibili, simili a punti di sutura che tengono insieme un Frankenstein fatto di emozioni contrastanti, che si lacerano sempre più man mano che il suo personaggio implode nel corso del film. Dal 1992 ad oggi la Catwoman di Michelle Pfeiffer resta la più iconica.
Nel 2004 Halle Berry è la protagonista del film Catwoman, un vero flop al botteghino che le fa ottenere persino il Razzie Award come peggiore attrice quell’anno. A penalizzarla sono la pessima sceneggiatura e un costume un po’ kitsch composto da reggiseno imbottito, pantaloni a vita bassa strappati con effetto graffio di gatto, guanti lunghi e una maschera sul viso. Nel 2011 anche Anne Hathaway impersona Selina Kyle ne Il cavaliere oscuro – il ritorno, nell’ultimo capitolo della trilogia del Batman diretta da Christopher Nolan. L’attrice è una donna sofisticata che veste in modo elegante, flirta con Bruce Wayne e nasconde gadget ipertecnologici nel suo costume, cambiando nuovamente volto al personaggio.
Sin dalla sua creazione negli anni ’40 Catwoman è stata sottoposta a innumerevoli riavvii e rebranding, rimanendo un personaggio coerentemente incoerente ma, allo stesso tempo, unico ed iconico. Indossare i suoi panni è una sfida che molte attrici avrebbero voluto affrontare. L’onere e l’onore spetta ora a Zoë Kravitz in The Batman, nuova rilettura del Cavaliere Oscuro che ha come protagonista Robert Pattinson e arriva nelle sale in questi giorni. Il film si preannuncia come un thriller cupo, con un vigilante mascherato di Gotham City ispirato a Kurt Cobain, fragile, ribelle e dipendente dalla vendetta. Nel film uscito nelle sale giovedì 3 marzo Catwoman è bisessuale, super atletica e camaleontica, pronta ad allearsi con Batman per trovare i responsabili della morte della sua amica Anika. Nei panni di Selina, Zoe Kravitz alterna pezzi basic e look fetish-chic creati per lei dalla costumista Jacqueline Durran. Diventare Catwoman è stata per Zoë una sorta di empowerment:
"Ho dovuto essere forte e lo sono diventata, più forte di quanto non sia mai stata prima d’ora. Mi sento bene, ho capito di cosa sono capace. Mi sento fiduciosa tanto da poter prendere a calci qualche c***."
Per scoprire il resto, l’appuntamento è al cinema.