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Cos'è l'oziofobia ed ecco perché non riusciamo a stare senza far niente

Spoiler: ha a che fare con la paura del futuro e la mania dell’ipercontrollo

Cos'è l'oziofobia ed ecco perché non riusciamo a stare senza far niente  Spoiler: ha a che fare con la paura del futuro e la mania dell’ipercontrollo

“Non mi sembra un uomo libero quello che non ozia di tanto in tanto”.

A dirlo fu Cicerone, anticipando ante litteram una diffusissima “ansia da rientro” che si affaccia in particolare tra Agosto e Settembre per molti di noi. Lo stop forzato della pausa estiva, infatti, renderebbe manifesta l’incapacità di gestire le tante ore libere (finalmente) a disposizione. In una società che mette al primo posto la produttività e l’efficienza del lavoro di ciascuno diventa recriminabile avere dei ritagli di tempo libero, da cui nascono profondi sensi di colpa per paura di sentirsi irrilevanti o, peggio ancora, inutili. Uno psicologo spagnolo, Raphael Santandreu, la chiama oziofobia: la paura di restare senza far nulla, l’ansia da agenda vuota che combattiamo con appuntamenti serratissimi, l’horror vacui postmoderno del dolce far niente. La vita che non lascia respirare è diventata rassicurante, è lo stop improvviso a spaventare, l’interruzione della freneticissima corsa al successo e alla realizzazione. L’abbiamo capito meglio con il Covid. Faccio quindi sono: un loop.

Chi soffre di oziofobia ha bisogno di essere sempre occupato e si riempie di impegni che nemmeno vuole fare perchè non sopporta di trovarsi faccia a faccia con il tempo che scorre senza un compito da portare a termine. Ha a che fare con la paura del futuro e la mania dell’ipercontrollo. Tra i sintomi principali: l’ansia, l’organizzazione compulsiva di appuntamenti con molti giorni di preavviso, la manifestazione dei propri traguardi raggiunti. Anche il tempo tra un impegno e l’altro tende ad essere riempito con azioni entrate così tanto nella nostra quotidianità da non rendercene conto: sessioni di social scrolling compulsivo, podcast in sottofondo, Netflix series che non ci interessano veramente.

Di oziofobia soffrono anche le celebrities, che provano a trovare soluzioni ad hoc per contrastare questo senso d’ansia: Jack Dorsey, il CEO di Twitter, pratica il Dopamine Fasting (digiuno di dopamina intermittente), molto in voga nella Silicon Valley e consiste nell’isolamento dal mondo e da qualsiasi stimolo/soddisfazione per 24H in modo da stimolare la creatività. Selena Gomez pratica il Digital Detox spegnendo il cellulare per una giornata o un intero weekend. Kendall Jenner si dedica al Sound Bath nel suo giardino privato: una sessione di stimolazione uditiva con suoni naturali in combo ad esercizi di respirazione. Cindy Crawford, invece, ha istituito una sorta di “Me Time”: un momento dedicato solo a se stessi in cui si fa quello che più si preferisce isolandosi dal mondo esterno e magari appendendo un cartello “do not disturb” fuori dalla porta. 

Dunque, il rimedio all’oziofobia sembrerebbe essere l’ozio stesso: fare meno per fare i conti con la noia, scegliere il quality time in favore di un benessere qualitativo piuttosto che quantitativo. Qualche spunto per questo Settembre: comprare un’agenda più piccola e concedersi un solo impegno d’obbligo al giorno, limitare la permanenza sui social con il blocco a tempo dell’app, imporsi qualche minuto di  “vuoto” al giorno. Ti piace osservare il tramonto? Prova a farlo tutte le sere (ma senza postarlo nelle stories).