
Perchè le donne iraniane si stanno tagliando i capelli
I video che dimostrano la protesta impazzano su TikTok sull'audio di Another Love di Tom Odell

23 Settembre 2022
La concezione estetica vede i capelli parte integrante della bellezza di una donna e nella tradizione curda tagliarsi i capelli è un simbolo di lutto. In questo momento la gran parte delle donne iraniane sta dicendo addio alla propria chioma per protestare contro l’uccisione di Mahsa Amini su TikTok sulle note di un audio registrato ad un concerto di Tom Odell durante la performance della canzone Another Love, che rende perfettamente l'idea dello stato emotivo di tristezza mista a frustrazione. Il dettaglio che avrebbe causato la morte della ventiduenne sarebbe stata una ciocca di capelli, elemento che ha scatenato l’allarme nella pattuglia di polizia morale che opera in città per il mantenimento dell’ordine e il rispetto delle regole come l’obbligo di hijab, che deve nascondere i capelli. La ragazza sarebbe poi stata trattenuta e percossa violentemente fino a entrare in coma e spegnersi nella giornata di giovedì, causando un’enorme reazione nella popolazione iraniana, che ha deciso di ribellarsi e scendere in piazza a manifestare per i diritti delle donne.
I social media hanno dimostrato nuovamente di essere lo strumento perfetto per la diffusione di un messaggio simbolico e politico, riempiendo TikTok e Twitter di video in cui alcune tagliano ciocche di capelli altre affermano di "non poter tagliare in video i capelli per la loro sicurezza" appunto perchè la legge sull'obbligo dell'hijab che ha letteralmente ucciso Mahsa è stringente in Iran. Non è la prima volta che le donne iraniane bruciano gli hijab in segno di protesta: in occasione della Giornata nazionale dell'hijab e della castità in Iran lo scorso luglio, alcune donne hanno condiviso foto e video delle loro teste scoperte, mentre nel 2018 sono state arrestate 29 persone dopo la protesta di Girls of Revolution Street, un movimento nato dall'atto di protesta di una ragazza che si era levata il velo nel centro di Teheran.
“Dall’età di 7 anni se non ci copriamo il capo non possiamo andare a scuola o avere un lavoro. Siamo stufe di questo regime di apartheid di genere. The Handmaid’s Tale di Margaret Atwood non è una finzione per le donne iraniane, è la realtà”, così racconta l’attrice iraniana Anahita Hemmati della vicenda che vede i social sono inondati di video di capelli che cadono e di hijab che bruciano in piazza per mano degli attivisti. Le forze di sicurezza iraniane non sono rimaste inermi hanno aperto il fuoco contro i dimostranti, e al momento ci sono già diciassette morti e decine di feriti, ma le proteste non si fermano. Esprimiamo la massima solidarietà per le donne Iraniane e per tutte le persone che stanno sostengono attivamente i diritti umani ogni giorno.