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Andare dal parrucchiere è (quasi) come andare in terapia

La salute mentale passa dalla cura dei capelli

Andare dal parrucchiere è (quasi) come andare in terapia La salute mentale passa dalla cura dei capelli

Quando ero piccola, mia madre andava sempre dalla stessa parrucchiera. Il suo salone si trovava in campagna, appena fuori dal centro abitato, ed erano i primi anni duemila. Vi lascio immaginare la quantità di tagli scalati e meches bionde e rosse, di ciuffi in cima alla testa e di lacca. Quel luogo, però, mi sembrava molto bello. Le ragazze che ci lavoravano avevano sempre look che trovavo bellissimi, eccentrici. Profumava di prodotti, era sempre caldo, e il rumore del phon non riusciva mai a sovrastare quello delle chiacchiere. Si parlava di tutto: di capelli, di famiglie, di amiche, di abbigliamento e di beauty, di progetti futuri e vacanze e, soprattutto, si spettegolava. Si spettegolava a non finire, e neanche con intento maligno: semplicemente si parlava degli altri. In seguito, cambiai un milione di saloni per fare un milione di tagli avventati e colorazioni più o meno stupide. Quello che mi rimase, però, era la componente rituale dell'esperienza parrucchiere. L’appuntamento, i saluti, il lavabo che fa male alla cervicale, l’acqua fredda o calda, il caffè, le domande, i prodotti e le creme. Non ho più avuto un parrucchiere fisso, ma è bello sapere che ovunque io vada, e con le dovute differenze, il rito rimane lo stesso

La terapia della bellezza (e non solo)

Per alcune persone, poi, si va oltre una sensazione di rassicurazione trovata in un rito sempre uguale. Ci sono, ad esempio, donne che non vogliono lasciare il proprio hairstylist di fiducia, e che per tagliare, colorare e acconciare i capelli da lui si spostano addirittura di regione, incastrando gli appuntamenti nelle vacanze, tra un pranzo in famiglia e l’altro. C’è chi, negli anni, ha sviluppato una vera e propria amicizia, e ogni seduta sulla poltroncina con la mantellina sulle spalle equivale a una seduta di terapia, o quasi. Il legame tra benessere fisico e mentale, e tra cura di sé e serenità psicologica, non è certo una novità. Già nel 2012 lo psicologo Seth Meyers lo rilevava in un articolo scritto per Psychology Today in cui cercava di capire perché ci viene così facile confidarci con i nostri parrucchieri. Secondo lui, c’erano tre grosse ragioni: in primis, il fatto che non ci troviamo di fronte alla persona con cui stiamo parlando, quindi è più semplice dire cose difficili e ricevere i feedback, il secondo è che abbiamo paura di andare affondo, e una chiacchierata con chi ci fa i capelli rimane in ogni caso superficiale, il terzo è il più semplice di tutti: perché gli hairstylist sono divertenti e ci fanno sentire a nostro agio. 

L'esperienza di PsychoHairapy

La dottoressa Afiya Mbilishaka, che ha sempre affiancato lo studio della psicologia clinica alla cura dei capelli (i suoi ma anche quelli degli altri) ha deciso di fare un passo in avanti, fondendo le due cose e fondando PsychoHairapy, movimento globale per la salute mentale e per quella delle nostre chiome. Il concetto è semplicissimo: formare delle figure ibride di assistenti e parrucchieri, che prendendosi cura dei capelli delle donne (con un focus particolare su quelle nere, che spesso vengono discriminate per i loro capelli o hanno difficoltà a trovare un professionista che sappia gestirli) prendersi cura anche del loro benessere mentale. Nasce quindi una professionalità nuova, assistita da una formazione specifica e continua e, a sua volta, da un'assistenza psicologica mirata. Perché è più difficile prendersi cura degli altri quando nessuno si prende cura di noi.

@ruthyandthebrain Im teaching my daughter to listen to her body & take care of her mental health. #girltok #badhairday original sound - Ruthy

I vantaggi di un approccio ibrido alla cura esteriore e interiore

Questo approccio psicologico alla cura di sé viene applicato anche negli ospedali, dove da anni alle donne malate vengono "regalati" trattamenti di bellezza, messe in pieghe e massaggi, ed è provato che abbia un effetto positivo sul nostro benessere. Adesso - mentre sorgono sempre più associazioni, corsi ed entità che vogliono occuparsi proprio di questa intersezione tra capelli e benessere mentale, formando professionisti e aprendo saloni specifici - assume una doppia funzione. Non solo ci fa stare meglio, ma potrebbe servire come porta d’ingresso facilitata e personalizzata a un percorso di cura psicologica, che non semplice è facile da intraprendere, in un approccio olistico e comunitario alla cura della persona da promuovere e da approfondire.