Siamo sicuri che la maternità abbia bisogno di diventare cool?
Tutto quello che c'è di sbagliato nelle parole di Lavinia Mennuni, senatrice di Fratelli d'Italia
29 Dicembre 2023
Facciamo un gioco. Vi presento delle dichiarazioni, integrali, e voi cercate di indovinare chi le ha dette. Ci sono alcuni indizi, fate attenzione. "La mia mamma mi diceva sempre: ricordati che qualsiasi aspirazione tu abbia, devi ricordare che hai l'opportunità di fare quel che vuoi ma non devi mai dimenticare che la tua prima aspirazione deve essere quella di essere mamma a tua volta. Non dobbiamo dimenticare che esiste la necessità, la missione (la vogliamo chiamare così? Perché io penso sia una cosa bella), di mettere al mondo dei bambini, che saranno i futuri cittadini e italiani. E qui c'è l'approccio culturale: ora userò un termine terribile, diventerà trash: dobbiamo aiutare le istituzioni, il Vaticano, le associazioni a far sì che la maternità torni a diventare di nuovo cool. Dobbiamo far sì che le ragazze di 18 anni, di 20 anni, vogliano sposarsi e vogliano mettere su una famiglia".
Chi lo ha detto?
A) Il papa durante l’omelia della Veglia Pasquale nel 1989
B) La prozia 98enne al quarto bicchiere di vino al pranzo del 25 dicembre
C) La senatrice di Fratelli d’Italia Lavinia Mennuni su La7
Purtroppo, la risposta corretta è la C.
Cosa c’è di sbagliato nelle parole di Lavinia Mennuni? Le premesse
Ci sono talmente tante cose sbagliate, in queste dichiarazioni, che è molto difficile metterle in un articolo solo. Partiamo dalle premesse, lasciando da parte ma notando qui en passant il fastidioso tono pseudo fascista del tutto. Siamo davvero sicuri, in un paese con un governo di destra e che da anni porta avanti campagne sulla famiglia, che lotta senza quartiere contro le unioni civili tra persone dello stesso sesso, che è rampantemente transfobico e in generale molto indietro sulle questioni di genere e di genitorialità non tradizionale, che essere madri non sia sdoganato? Le donne, in Italia, lavorano e guadagnano meno degli uomini anche se studiano di più, ricoprono posizioni di potere meno degli uomini, vengono uccise perché lasciano e tradiscono gli uomini, perché oppongono resistenza al loro strapotere e sete di possesso. Stiamo parlando della stessa Italia in cui nel 2023 la parola patriarcato fa rabbrividire, in cui se il compagno della Presidente del Consiglio (che è donna, attenzione!) molesta una collega nessuno osa dichiararlo ufficialmente, in cui anche solo dire che esiste la possibilità di non passare il Natale in famiglia, e che alcune famiglie possono essere ambienti tossici e da tagliare fuori dalla nostra vita per il nostro benessere mentale garantisce decine di commenti inferociti. In cui un padre viene definito "mammo" o babysitter se fa il suo dovere di padre e in cui la depressione post partum è un tabù. Siamo dunque sicuri, che essere madri non sia già abbondantemente (oseremmo dire troppo, viste le condizioni) cool? Invitare le ragazze di 18 (18!) e 20 anni non solo a diventare madri, ma anche ad avere come prima aspirazione quella di riprodursi, è profondamente irresponsabile.
Diventare madri in Italia nel 2023
Certo, si parla di scelte. Non bisogna criticare le madri che scelgono di essere madri, e su questo non ci piove. La verità, però, è che per scegliere di diventare madri in questo paese ci vuole coraggio. Per tante ragioni. Per la misoginia che si esplicita nella casistica già elencata e oltre, perché essere madri è quasi una condanna. Se sei madre, in Italia, è implicato in molti casi che tu debba lasciare il lavoro, dedicarti ai figli. Mollare ogni precedente ambizione. Annullare te stessa. Non lasciare mai il padre per non rovinare la famiglia. Si proclama l’importanza di diventare madri, ma poi si fa poco per aiutarle, nel pratico. L’economia crolla, l’inquinamento aumenta, le guerre si avvicinano. Lo stesso governo i cui rappresentanti nelle televisioni nazionali ci invitano caldamente ed entusiasticamente a riprodurci non appena maggiorenni fa molto poco contro la disoccupazione giovanile, contro l’inflazione, per garantire affitti, voli e asili a prezzi calmierati, per promuovere una politica di welfare e assistenza psicologica ed economica per le giovani madri e per le giovani famiglie, taglia i fondi all’istruzione, persino alla sanità pubblica. E allora, è così assurdo che una ragazza di 25 anni non voglia riprodursi, che ci voglia pensare un attimo, che voglia aspettare di essere salda e sicura, da tutti i punti di vista, anche quello venale ed economico? La maternità esiste solo a condizione della destra? Inoltre, vale la pena fare notare come non tutte le donne possono avere figli per motivi di salute o condizioni non risolvibili. Dobbiamo dunque, secondo le parole della senatrice, considerarle non realizzate?
E la scelta delle donne?
Infine, naturalmente, il punto più importante di tutti, che non dovremmo neanche stare qui a ripetere. Diventare madri è bellissimo se fatto nella consapevolezza di cosa significa esserlo e con il pieno appoggio del mondo che ci circonda. Diventare madri non è una missione, non un atto egoistico di allungamento del sé. Diventare madri è un piacere e una gioia, ma solo se è e rimane una scelta libera scevra da condizionamenti sociali e politici. Le donne, nel 2023, hanno o dovrebbero avere anche la scelta di studiare, di lavorare, di scalare la piramide aziendale, di viaggiare, di esistere e basta, di rimanere single, di rifiutare l'idea di famiglia tradizionale, di costruirsene una con la compagna di sempre, di adottare, di sopravvivere all'ultimo incontro con l'ex fidanzato. E una politica votata al bene dei suoi cittadini dovrebbe dar loro questo spazio, tenendosi pronta a sostenerle quando (e se) sarà il momento di allargare la famiglia.