"Povere creature" è un'indagine terribile su cosa significa crescere donne
Un viaggio tra vergogna e scandalo più attuale che mai
25 Gennaio 2024
Vi siete mai chieste se le cose che fate e che provate, le vostre difficoltà o particolarità nel rapportarvi con il mondo, con il vostro corpo, con le relazioni e chi più ne ha più ne metta siano vostre e solo vostre - dipendenti dal vostro carattere, dalle vostre inclinazioni e dalla vostra educazione - o arrivino da qualcosa di più antico e più profondo, da un certo modo di intendere il corpo e il desiderio femminile nel contesto della società, da una vergogna che non è vostra ma che arriva da qualcun altro e per questo è ancora più difficile da debellare, perché non ne riuscite a individuare l'origine? Vi ha detto qualcuno che i vostri desideri erano da nascondere o avete semplicemente internalizzato il pensiero, naturalmente? Vi ricordate il momento in cui avete capito che ci sarebbe sempre dovuta essere una parte di voi nascosta, da tenere in cameretta e taciuta a chiunque, pena il pubblico ludibrio? Le vostre ambizioni ridimensionate solo per il fatto di essere (purtroppo, verrebbe da pensare, sbagliando) donne in una società patriarcale?
"Povere Creature" e le domande sull'essere donna
Yorgos Lanthimos, tra tutti, cerca di dare una risposta a tutte queste (complicatissime) domande, e lo fa in "Povere creature" film candidato agli Oscar che racconta la storia di una donna Frankestein vittoriana creata da uomini affamati di scienza che, grazie a un cervello non ancora nato impiantato in un corpo adulto, non conosce (né tantomeno riesce a comprendere) pudore né vergogna, e per questo è più libera e sfrontata, una vera e propria minaccia all'ordine costituito. L'operazione è estremamente consapevole. Nel libro omonimo scritto da Alasdair Gray, infatti, il tema dell'educazione femminile è solo uno tra i tanti. L'autore scozzese - che lo ha pubblicato nel 1992 ma lo ha ambientato alla fine del 1800 - si è divertito a discettare di etica della scienza, e di impero inglese (è ambientato a Glasgow, mentre il film pone la vicenda a Londra) a sperimentare con i toni di voce, con i punti di vista e con l'aspetto grafico, senza concentrarsi davvero sulle implicazioni profonde di nulla se non sul gioco letterario.
Bella Baxter è una donna libera
La Bella Baxter di Emma Stone, scritta da Tony McNamara, è il nucleo pulsante di questo film, che avviene attraverso i suoi occhi, in un'aura di sogno e di incubo, ma anche di incanto e di scoperta. Oltre a sfoggiare dei costumi pazzeschi, la protagonista solleva delle questioni delicatissime per il solo fatto di esistere. Perché gli uomini (che sono pressappoco figurine, pupazzi a molla che reagiscono a lei) sono così attratti da lei? Contribuisce il fatto che la sua mente sia estremamente bambinesca? Cosa ci dice questo su di loro e sulla loro voglia di prevaricazione? Ancora, nel suo modo di attraversare il mondo, che è puro e ingenuo ma anche animalesco, vediamo cosa sarebbe potuto succedere se, dalla nascita in poi, non ci fossimo sentite limitate in ogni velleità e desiderio. Bella Baxter è una donna inventata, letteralmente, che lasciata at her own devices decide di voler fare del bene, ma alle sue condizioni e nel rispetto del suo corpo e del suo desiderio, senza preoccuparsi minimamente di cosa vuol dire sposarsi o prostituirsi per una ragazza bella e ricca dell'Inghilterra vittoriana, semplicemente perché non lo sa, non lo ha mai saputo e non le interessa neanche troppo. Ha altre priorità.
E fa ancora scalpore
Ciò che Barbie diceva e raccontava in maniera plasticosa e giocattolosa, "Povere creature" lo dice e lo racconta con la volontà di disturbare e nella maniera più grottesca possibile. La colonna sonora, le inquadrature distorte, l'insistenza sui corpi, sul sesso e sulle procedure mediche sono elementi di stile, certo, ma anche funzionali a provocare una reazione, a disturbarci. E funziona. Tanto che Emma Stone ha dovuto difendere alcune scene di sesso presenti nel film che sono state definite "controverse", dichiarando: "Bella è completamente libera e senza vergogna riguardo al suo corpo, e il sesso è una parte enorme della sua esperienza e della sua crescita, come credo lo sia per la maggior parte delle persone nella vita. Volevo onorare la prospettiva di Bella mentre esplora il mondo, essere fedele alla sua esperienza. Lei non sa vergognarsi di queste cose o coprirle o evitare di immergersi completamente nell'esperienza quando si tratta di qualsiasi cosa."
'#PoorThings ': Writer/Dir Yorgos Lanthimos (' Favourite', 'Lobster', 'Dogtooth') delivers another provocative, deeply creative, risque film w/ stellar acting from all (especially Stone) that pushes the medium & could be a great, albeit odd, feminist double feature w/ '#Barbie ' pic.twitter.com/EKJrhx60xp
— 1SentenceMovieReview (@EimerFilmReview) January 23, 2024
La domanda terribile di Yorgos Lanthimos
A disturbare tanto il pubblico (la pellicola, che in Italia è stata rilasciata il 25 gennaio, in Gran Bretagna e negli Stati Uniti è nei cinema rispettivamente dal 12 gennaio e dall'8 dicembre) non è certo il seno di Emma Stone. Sembra quasi che sia la prospettiva di una donna che se ne infischia, invece, a dare ancora molto fastidio. Nel cercare di provocare in noi la stessa reazione che avrebbe potuto avere la società vittoriana a Bella, Yorgos Lanthimos ci chiede, implacabile e terribile, dove stanno il limiti della nostra apertura mentale e ci lascia con un dubbio atroce: siamo davvero migliori di come eravamo due secoli fa?