Agli Oscar, Barbie meritava davvero di più?
Molti pensano di sì, ma la faccenda è più stratificata di così
24 Gennaio 2024
Finalmente sono arrivate le nomination per gli Oscar del 2024. In un anno particolarmente denso di grandi exploit - da Barbie a Oppenheimer passando per Povere Creature e Anatomia di una caduta - era prevedibile che molte persone rimanessero scontente. Non ci si aspettava, forse, che fossero così tante e che il dibattito online si sarebbe trasformato nel giro di 24 ore in un mostro a tre teste, pieno di sfumature e istanze. Quali sarebbero i problemi? Andiamo con ordine. La questione più sentita sembra essere quella che riguarda Barbie. Il film di Greta Gerwig ha preso 8 nomination, tra cui miglior sceneggiatura non originale e miglior film. Manca, però, quella a Margot Robbie come miglior attrice protagonista. Al suo posto, candidati Ryan Gosling e America Ferrera, rispettivamente per miglior attore non protagonista (e miglior canzone con I'm Just Ken) e miglior attrice protagonista. Nessuna nomination alla miglior regia.
Nomination Oscar 2024: il problema di Barbie
I fan del film, e sono tanti, hanno visto in questo snobbare le due protagoniste della pellicola come un attacco diretto al suo messaggio, fatto di femminismo raggiungibile a tutti ma anche di aperta protesta contro il patriarcato, visto come ottuso e da superare, anche grazie a una nuova consapevolezza degli uomini, dunque dall'interno. Com'è possibile che guardando un film sulla bambola più famosa del mondo, sulla sua presa di spazio e consapevolezza e sulla sua dolorosa ma anche importante decisione di diventare una donna vera (con tutte le difficoltà che la cosa comporta, e sono tante) si sia deciso di ignorare la sua protagonista e la sua regista? I meme impazzano, l'indignazione pure: gli utenti social non possono credere che gli Oscar abbiano mancato così tanto il punto. E non può crederci neanche Ryan Gosling in persona, che ha rilasciato un comunicato in cui si dice onorato ma anche contrariato e ringrazia ulteriormente Gerwig e Robbie per aver lottato per portare questa pellicola alla luce e per aver fatto la storia.
E se allargassimo il tiro?
Le proteste sono reali e sentite, e hanno un fondo di verità. L'Academy of Motion Picture Arts and Sciences (AMPAS), istituzione che assegna i premi più prestigiosi del cinema occidentale, ha dimostrato in diverse occasioni di avere un problema con i prodotti considerati "popolari" e "di massa" e ancora di più con le donne. Anche se quest'anno - per la prima volta - ci sono ben 3 film diretti da donne (su 10) candidati nella categoria miglior film, infatti, sono solo 9 le donne che hanno ricevuto una candidatura alla miglior regia nella storia dei premi. A Lina Wertmüller (1977), Jane Campion (1994 e 2022), Sofia Coppola (2004), Kathryn Bigelow (2010), Greta Gerwig (2018), Chloé Zhao (2021), Emerald Fennel (2021) si aggiunge quest'anno Justine Triet (2024). Di loro, solo tre hanno vinto: Kathryn Bigelow, Chloé Zhao e Jane Campion. Tutte le volte, erano le uniche donne nella categoria. I numeri parlano chiaro.
Okay but hear me out: what if we nominated more than one woman at a time for Best Director https://t.co/4UysWUnMfF
— Julia Claire (@ohJuliatweets) January 23, 2024
Il femminismo intersezionale, quello bianco e i premi Oscar
E allora, allargando l'inquadratura, altrettanti utenti si chiedono se, per caso, il problema non sia esattamente Barbie, o comunque non solo. Si riflette, ad esempio, sul perché non sembra essere possibile candidare due donne contemporaneamente come migliori registe, perché Greta Lee non si sia aggiudicata una nomination come miglior attrice, perché la (storica) candidatura di Lily Gladstone non sia stata celebrata come avrebbe dovuto. C'è addirittura chi insinua che l'indignazione per Barbie (che comunque ha ricevuto ben 8 candidature, e non sono poche) nasconda un approccio prettamente whitecentric alla questione del femminismo e dell'intersezionalità. Oltre ad avere un problema con le donne, infatti, gli Oscar ne hanno un altro con le minoranze e con la diversità in generale, anche se quest'anno sembra che la percentuale di persone non bianche ad aver ricevuto una nomination si sia alzata. Alla buonora.
love to do a feminism by throwing other women under the bus pic.twitter.com/eXCRmTAHKs
— Logan Rees (@JLRees) January 23, 2024
Hanno tutti ragione
Insomma, le istanze sono tante, i dibattiti infiniti. Bisogna concentrarsi su una cosa alla volta o accogliere tutte le problematiche insieme? Questo interesse per Barbie è dettato dalla voglia di sentirsi partecipi di qualcosa (e di fare i meme insieme a tutti gli altri) o da reale interesse nelle tematiche del femminismo e del femminismo nel contesto della settima arte? Probabilmente entrambe le cose, in percentuali squilibrate verso la prima opzione, ma è nella natura dei social network. Ancora, lo snub da parte degli Oscar nei confronti di un film con una protagonista e una regista non bianche avrebbe sollevato lo stesso tipo di indignazione? Queste domande, anche se forse suonano esagerate e pignole, sono lecite, e dovremmo rivolgerle anche verso l'interno, a noi stesse. Di cosa ci importa, e perché? A cosa diamo priorità, anche in casi apparentemente frivoli come questi? Le risposte potrebbero stupirci.