Non solo Taylor Swift: cosa fare se siamo vittime di AI porn
Il caso della popstar setta un precedente importante, e la legge dovrebbe mettersi al passo
26 Gennaio 2024
Qualche giorno fa, su Twitter, sono state diffuse delle immagini generate con l'Intelligenza Artificiale in cui si vedeva Taylor Swift in mezzo ai giocatori della squadra di football americano in cui gioca il suo fidanzato Travis Kelce (il Kansas City Chiefs), in atteggiamenti molto spinti, nuda e con i numeri e i motti del team disegnati sul corpo. Il tweet, che è arrivato da un account verificato, ha guadagnato in pochissime ora una diffusione impressionante: si parla di 100mila segnalibri, 45milioni di view e più di 20mila repost. Le immagini sono rimaste online per più di 17 ore e sembra siano state generate nel contesto di un gruppo Telegram e poi ripostate, ma non c'è nulla di certo. Impossibile misurare la loro diffusione fuori dalla piattaforma, le volte in cui sono state salvate e inviate senza nessun tipo di controllo o censura, impossibile essere certi di averle rimosse totalmente da Internet.
Taylor Swift vittima di AI porn
Tralasciando le lacune inerenti alla nuova versione di Twitter, che permette a un post pornografico di qualità molto alta (e che quindi potrebbe essere scambiato per una fotografia) e che riproduce senza consenso le fattezze di una persona di rimanere online per ore e ore - di fatto facendo assolutamente nulla per limitarne la diffusione - il problema è serio e diffuso, e va affrontato in maniera più sistematica. Adesso, pare che Taylor Swift voglia agire legalmente a riguardo. Secondo quanto riportato dal Daily Mail, infatti, una fonte vicina alla cantante ha dichiarato: "Non è stato ancora deciso se intraprendere un'azione legale o meno, ma una cosa è chiara: queste immagini sono offensive e abusanti e non hanno assolutamente il consenso di Taylor. L'account che le ha postate è stato sospeso, ma è shockante che la piattaforma gli abbia permesso di pubblicarle. Queste immagini devono essere rimosse da qualsiasi luogo in cui ancora esistono e non dovrebbero essere diffuse da nessuno. Taylor e la sua famiglia sono furiosi, e anche i suoi fan. Bisogna essere chiari, c'è bisogno di leggi specifiche che prevengano queste cose".
Taylor Swift is said to be considering legal action against the deepfake website that generated explicit AI images of her which circulated online, Daily Mail reports. pic.twitter.com/fQ961NdZTU
— Pop Base (@PopBase) January 25, 2024
L'influenza della popstar potrebbe essere utile a superare la lacuna legislativa?
È triste a dirsi, perché questo tipo di decisioni dovrebbero essere prese a prescindere dall'influenza e dal potere delle persone coinvolte, ma l'intervento della popstar milionaria di fama mondiale potrebbe essere fondamentale. Swift, infatti, in altri casi si è dimostrata enormemente influente in una varietà di questioni legislative, ad esempio facendo nascere, in Brasile, diverse discussioni riguardo una Taylor Swift Law per la vendita e la ri-vendita dei biglietti, e vincendo una causa per molestie sessuali che ha stabilito un precedente molto utile per tutte le altre vittime. Adesso, la sua volontà di intraprendere un'azione legale contro le persone che hanno generato e diffuso queste immagini (e speriamo che lo faccia) potrebbe creare un precedente importante e una spinta decisiva nelle definizioni di queste nuove leggi. Proprio così, perché leggi specificatamente contro questo fenomeno, ancora, non esistono. La lacuna legislativa esiste, e ci si dovrà pensare molto presto, data la velocità del fenomeno, che non si limita alla generazione di contenuti fotografici ma anche a quelli video, con le tecnologie deepfake che permettono di sostituire i visi delle persone protagoniste di un video con quelli di altre persone, famose o meno, senza alcun bisogno di consenso.
deepfake/AI porn should carry the same legal consequences as revenge porn and it’s crazy that no legislation has been put in place to discourage it from happening
— death angel (@angel_0f_deathx) January 25, 2024
La situazione in Italia
In Italia, ad oggi, l’ordinamento non prevede una specifica fattispecie di reato per il deepfake pornografico o per la generazione di immagini senza consenso. Si può, solo in alcuni casi, fare appello ad altri reati collegati. Secondo gli avvocati Federico Lucariello e Francesca Cannata, che ne hanno parlato al Corriere della Sera: "Fattispecie delittuose contigue alla combinazione di immagini o video di persone reali mediante l’utilizzo dell’IA potrebbero essere quelle della sostituzione di persona o della frode informatica". Con una particolarità: se la diffusione avviene in rete o in generale nei gruppi e a più persone: "Potrebbe configurarsi un’ipotesi di diffamazione". La verità, però, è che una denuncia per diffamazione o della frode informatica non iniziano nemmeno a coprire le motivazioni abusanti, misogine e sessuali di chi compie questi atti, e quindi non sono soddisfacenti o esaustive. Nè lo è, in realtà, il reato di revenge porn, che copre avvenimenti diversi, e che dovrebbe essere integrato per risultare efficace in casi come questo.
@thatcorncoach #aicorn #ai #disgusting Spooky, quiet, scary atmosphere piano songs - Skittlegirl Sound
Cosa fare se siamo vittime di AI porn?
Mentre aspettiamo con ansia che il sistema legislativo italiano si muova, non rimaniamo con le mani in mano. Se siamo vittime di questo tipo di abusi possiamo sporgere formale denuncia-querela, rivolgerci alla Polizia Postale e al Garante della Privacy. Possiamo inoltre fare appello al gestore del sito o della piattaforma dove i contenuti sono stati diffusi, per chiederne la rimozione. In Italia alcune associazioni si occupano di assistere le vittime in questo processo, come ad esempio Permesso Negato e Telefono Rosa, che ha un team di avvocate volontarie pronte a dare assistenza alle vittime di qualsiasi tipo di violenza. Alcune associazioni che si occupano di contrastare la violenza contro le donne e di aiutare le vittime, inoltre, stanno inserendo nei loro progetti formativi e di sensibilizzazione anche moduli inerenti l'abuso online. La strada è lunga, ma siamo pronte a lottare.