Le donne votano meno degli uomini?
In occasione delle elezioni europee, riflettiamo sull'astensionismo al femminile e su cosa c'è in ballo
07 Maggio 2024
L’8 e il 9 giugno 2024 si svolgeranno in Italia le elezioni per eleggere il nuovo Parlamento europeo. Non è una novità che nel nostro paese l’astensionismo abbia raggiunto negli ultimi anni picchi altissimi (basti pensare che alle elezioni parlamentari del 2022 si è espressa solo il 63,8% della popolazione avente diritto di voto), ma un’evidente discrepanza si accentua quando si parla di generi. Premettendo che il genere è molto più sfumato di così, se per praticità si decide di ragionare in forma binaria si nota come il divario riguardante l’affluenza elettorale femminile nel nostro paese è progressivamente diminuito. Chiediamoci, dunque: le donne votano meno degli uomini? Voteranno alle Elezioni Europee? Cosa c'è in ballo, dal punto di vista sociale e della politica?
Il diritto di voto alle donne in Italia: gli inizi
Ottenuto il diritto di voto nel 1945, inizialmente le donne hanno partecipato alle votazioni in numero maggiore rispetto agli uomini. È stato così fino alla metà degli anni '60. Essendo per lo più poco scolarizzate e assoggettate al marito, i motivi principali da cui erano spinte alle urne erano l’indicazione dei consorti e della chiesa cattolica. Trattandosi inoltre di una novità, l’elettorato femminile era entusiasta nel vedere il diritto di voto per le prime volte riconosciutogli. Le cose non rimasero così per sempre, anzi. Con l’entrata delle donne nel mercato del lavoro si registra un’inversione di tendenza: trovandosi all’interno della vita sociale, culturale e politica del paese, le stesse si allontanano progressivamente da quel sentimento religioso che le spinge a votare, insieme al diffondersi di un’apatia generale. L’allontanamento delle donne dalle urne non è dovuto però solo ad una stanchezza crescente ma anche all’orientamento verso nuove forme di emancipazione femminile e femminismi che non trovano riscontri nei principali partiti proposti. Il non voto diventa quindi un modo per far sentire la propria voce, un movimento di protesta, messo in atto molto spesso proprio da chi vuole praticare una nuova forma di politica, come critica alla società maschilista presente.
L'affluenza al voto in tempi recenti
Dopo la pandemia da Covid-19, si è registrato però un ulteriore cambio di rotta. I femminismi e le forme di attivismo ritenute inizialmente più radicali si sono fatte spazio nel nuovo mondo dei social media e della cultura di massa, entrando in un flusso maggiormente istituzionalizzato e mainstream che promuove delle possibili convergenze su tematiche sensibili tra femminismo e politica. Considerando che le elezioni europee rappresentano sempre un momento in cui si manifesta in forma maggiore l’astensionismo (sono percepite come meno coinvolgenti e distanti dalla maggioranza), la mobilitazione che sta prendendo piede negli ultimi mesi, per contrastare le forze di estrema destra che vorrebbero quei diritti fondamentali delle donne schiacciati, è inarrestabile.
Cosa c'è in ballo alle elezioni europee?
Temi come il diritto all’aborto, la maternità e le molestie e discriminazioni sul lavoro sono diventati centrali nello scontro tra mentalità e fazioni che dividono l’Europa. Andare a votare in queste elezioni non rappresenta più una questione puramente politica, ma sociale. Non si tratta di preferenza, ma di ideali: il voto delle donne è un voto per i diritti, quei diritti che nel 2024 per il sesso maschile sono dati per scontati ma per cui le donne devono ancora lottare. Tutt’oggi nel nostro paese le donne sono sottorappresentate nella maggioranza delle posizioni apicali in tutti gli ambiti lavorativi e persino nei dibattiti televisivi che parlano di temi politici che le riguardano.
Il Parlamento italiano ed Europeo e il potere del voto
Nonostante in questo momento ci siano due leader donne al Parlamento europeo e al Parlamento italiano, ciò che rimane attorno è desolante. Le elezioni parlamentari dell’anno 2022 hanno fatto emergere che votare per una candidata di sesso femminile non significa necessariamente favorire i diritti di comunità marginalizzate. Risulta molto importante quindi informarsi sui programmi elettorali ed esprimere una preferenza per le candidature e la lista che ci sembra più allineata con la nostra visione di libertà. La politica non è e non deve più essere un lusso per poche persone, ma diventare uno strumento di emancipazione da utilizzare all’occorrenza tramite un nostro diritto faticosamente conquistato. La politica, che lo vogliamo o no, cambia le sorti del mondo che conosciamo e della nostra vita, e dobbiamo accettarlo e utilizzarlo a nostro vantaggio.