Le registe donne da conoscere, seguire e valorizzare
Il Festival di Cannes non ha esaurito la nostra voglia di cinema
27 Maggio 2024
Il Festival di Cannes 2024 è appena finito, con i suoi red carpet, le sue polemiche e i suoi lustrini. La Palma d'Oro è andata a Anora, di Sean Baker, il Grand Prix se lo è aggiudicato All We Imagine as Light di Payal Kapadia e quello della giuria è a Emilia Perez, di Jacques Audiard. Approfittiamo di questa voglia di cinema internazionale e, mentre ci chiediamo perché Furiosa: a Mad Max Saga stia andando così male al box office statunitense, esploriamo un po' il mondo della settima arte, ispirandoci alle ultime registe vincitrici a Cannes e non solo. Ecco quali sono, secondo noi, le registe donne da conoscere, tenere d'occhio, apprezzare a valorizzare. Oltre Greta Gerwig e Paola Cortellesi, di cui comunque siamo grandi fan.
Alice Rohrwacher
Il suo La Chimera ha conquistato il mondo, ma non i David di Donatello. In Francia vengono organizzate mostre sulla sua arte, e a ragione. I mondi che Alice Rohrwacher crea sono fiabeschi ma anche profondamente umani, surreali e allo stesso tempo aggrappati alla terra, in particolare alla sua di terra, la Toscana. Eppure volano, passando dalla provincia al mondo, perché fanno appello alla delicatezza, alla magia e all'empatia che sta dentro ogni essere umano. Film consigliati: La Chimera, Lazzaro Felice.
Julia Ducournau
Non potremmo essere più lontani dal viaggio delicato e metafisico di Rohrwacher attraverso l'esistenza. Titane, il film più famoso e acclamato di Ducournau (regista francese Palma d'Oro al Festival di Cannes 2021) è una favola nera, un indagine sul rapporto tra uomo e macchina, tra uomo e donna, tra padre e figlia che non si risparmia in nulla, neanche nel body horror e nell'erotismo, che spesso non sono così lontani come sempre. Non è per tutti, e va bene così. Film consigliati: Titane, Raw - Una cruda verità.
Payal Kapadia
Payal Kapadia è una regista e documentarista indiana che ha fatto della missione il raccontare la vita del suo Paese e delle donne del suo Paese. Kapadia non ha paura di giocare con il genere, confondendo i piani del racconto. Non ha neanche paura di affrontare la questione delle caste o di parlare d'amore. Nelle sue mani, il documentario diventa malleabile, fluido, e a partire da fatti reali (ad esempio le lettere tra due studenti) anche fantastico. Per questa strada si arriva al suo primo film drammatico, All We Imagine as Light, il primo indiano a partecipare al Festival di Cannes in gara dal 1994. Film consigliati: A Night of Knowing Nothing, All We Imagine as Light.
Raine Allen-Miller
Raine Allen-Miller ha diretto soltanto un film, ma è bastato a farle guadagnare un posto in questa lista. Si tratta di Rye Lane, commedia romantica buffa e tenera, realistica e ben scritta, che ha il grande merito di emozionare e di stupire, e che si duplica come una lettera d'amore nei confronti della città di Londra, e in generale ai luoghi che rendono speciale la nostra vita. Questo film è stato presentato al Sundance e poi è arrivato in streaming su Disney+. Consigliatissimo, neanche a dirlo.
Wanuri Kahiu
Il suo Rafiki, nel 2018, ha stupito la comunità di appassionati di cinema a un livello internazionale. Questa regista keniota ha deciso di raccontare la storia d'amore tra due ragazze, Kena e Ziki, che si sviluppa in mezzo alle pressioni. Quelle della famiglia e degli amici, certo, ma anche quelle esistenti in Kenya per il riconoscimento dei diritti LGBT+. Una pellicola coraggiosa da diversi punti di vista, anche da quello visivo. Colorato e polveroso, vulnerabile. Kahiu, però, è anche una regista versatile. Dopo Rafiki è arrivato per Netflix Linee Parallele, film drammatico con Lili Reinhart che gioca con il concetto di destino. Film consigliati: Rafiki, Linee Parallele.