L'ossessione per il wellness ci rende ipocondriaci?

Gli esseri umani da sempre si preoccupano della propria salute. A pensarci, è ovvio: vogliamo stare bene più a lungo possibile e in maniera più completa possibile, vogliamo morire vecchissimi e in salute, temiamo le malattie. Questa paura di ammalarsi - che è normale, quasi animalesca, richiama lo spirito di sopravvivenza - quando diventa ossessiva si trasforma in una vera e propria malattia, l'ipocondria, che porta con sé ossessione per il proprio corpo e preoccupazione estrema di contrarre una malattia grave. Tra Covid e industria del wellness, è possibile che negli ultimi tempi sia peggiorata?

L'ipocondria nelle parole di Caroline Crampton

Caroline Crampton su questa condizione ha scritto un libro che si intitola A Body Made of Glass: A History of Hypochondria, esplorandone origini e connotazioni culturali e sociali. Secondo lei, infatti, solo all'inizio del diciannovesimo secolo si capì che l'ipocondria era una condizione della mente, invece che del corpo. In questa accezione persiste ancora oggi, ma non si tratta certo di una condizione nuova, anzi. Ciò non toglie che alcune cose, negli ultimi anni, l'abbiano resa più diffusa e persistente. Cerchiamo di capire quali.

Ipocondria e Covid

Uno studio del 2020 compiuto su degli studenti statunitensi sottolinea come l'ansia legata a salute e malattia sia in costante ascesa, dall'8,67% del 1985 al 15,22% del 2017. Figuriamoci oggi. Impossibile non tenere in conto l'effetto - conscio o inconscio che sia poco importa - della pandemia sui nostri schemi di pensiero, sul nostro modo di vivere e di muoverci nel mondo. Un evento così eccezionale (in negativo) ha creato ferite profonde nelle modalità di gestione della nostra salute e del pericolo di ammalarci, e gli studi lo confermano. Si parla addirittura di Covid anxiety syndrome, che ci rende più difficile dormire, partecipare ad aventi affollati e anche essere produttivi a lavoro e che, da nome, provoca depressione e ansia. 

L'industria del wellness ci rende ossessivi?

L'industria del wellness e del benessere, anche se dovrebbe, non aiuta per niente. I consigli e i prodotti sono sempre più specifici, quello che ci viene chiesto di tenere d'occhio e migliorare sempre più specialistico. Flora intestinale, ossessione per tutti i modi in cui possiamo ottimizzare sonno e riposo, abuso di integratori. Praticamente è un'occupazione a tempo pieno, e veniamo bombardati di nuovi consigli in ogni momento, mentre il settore cresce senza controllo, pronto a venderci qualsiasi cosa. Essere in salute, oggi, non significa semplicemente non stare male, ma diventa un progetto continuo su cui lavorare costantemente. Come dice Crampton: "La cultura del benessere incoraggia le persone a considerare la propria salute come un lavoro perpetuo in corso e a monitorare costantemente come si sentono - due cose che possono aumentare l'ansia e la preoccupazione per le malattie. Invece di apprezzare la nostra salute, siamo incoraggiati a cercare sempre di più, a migliorare costantemente noi stessi". Se i consigli sono inverosimili, poi, è ancora peggio: e l'ansia sale. 

La salute è una roba da ricchi?

E qui arriviamo al secondo punto. Più quello che ci viene richiesto per stare bene è eccentrico, più tende a costare. Quella macchina alla luce rossa non sarà un po' troppo? Le Kardashian che si sottopongono a risonanze magnetiche preventive non avranno alzato l'asticella a livelli non raggiungibili per la maggior parte della popolazione? Cosa succede se non possiamo permettercelo? Sembra quasi che la salute - o meglio, questo aspetto ultra pubblicizzato ed esagerato di una salute perfetta ottenibile solo facendo qualcosa-in-più, e a caro prezzo - sia diventata una cosa riservata alle persone benestanti. Se a questo aggiungiamo la privatizzazione sempre più imperante dei vari Sistemi Sanitari Nazionali, in Italia e non solo, la frittata è fatta.

Un'idea di wellness realistico e senza ansie

La creazione di bisogni e preoccupazioni che non esistevano in precedenza per spingere i consumatori o potenziali tali ad acquistare prodotti o servizi è alla base del sistema economico in cui viviamo. Quando si parla di salute, però, le cose diventano ancora più serie. Standard impossibili di benessere possono provocare ipocondria, ansia e ossessione, e non vanno presi sul serio. Il nostro consiglio? Evitare l'auto-medicazione e rivolgersi ai medici, anche specialistici, che sapranno tranquillizzarci se temiamo di avere qualcosa che non va e indirizzarci verso le giuste cure e trattamenti in caso qualcosa stia, effettivamente, andando male. Tenere sotto controllo la propria salute non è un male, farlo come conseguenza dei consigli spesso pseudo scientifici e improvvisati che leggiamo sul web, invece, sì.