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Se i dissing tra i rapper si trasformano in un veicolo per la misoginia

Guerre tra falliti, non mi interessa (ma dovrebbe, per almeno un motivo)

Se i dissing tra i rapper si trasformano in un veicolo per la misoginia Guerre tra falliti, non mi interessa (ma dovrebbe, per almeno un motivo)

Lo abbiamo fatto di nuovo. Abbiamo importato in casa, in una versione ridotta e qualitativamente peggiore, il dissing tra i rapper più discussi del momento. Tra Canada e Stati Uniti hanno Drake e Kendrick, noi invece abbiamo Tony Effe e l'ex marito di Chiara Ferragni. Purtroppo, non è la prima cosa che abbiamo importato. Drake e Kendrick si erano attaccati infatti usando come punto principale il loro rapporto burrascoso con le donne. Il rapper di Compton aveva accusato il rivale di avere tendenze pedofile e di ronzare sempre attorno a ragazze minorenni. Il 37enne di Toronto aveva ribattuto accusando Lamar di picchiare la moglie. I social network erano esplosi di commenti e prese di posizione. Chi vince? Chi perde? Non un pensiero per le controparti femminili, per il loro possibile mistreatment. E adesso quegli stessi pezzi che parlano di grooming e violenza sono ballati e cantati in tutto il mondo. 

Vittoria Ceretti e le altre donne usate nel dissing

A modo loro i nostrani hanno fatto la stessa cosa ed ecco che nei loro pezzi, nelle loro storie su Instagram, nei loro videoclip, nelle loro frecciatine utilizzano Chiara Ferragni, Chiara Biasi, Taylor Mega, Vittoria Ceretti per attaccarsi l'un l'altro. Nicolò Rapisarda canta "Chiara dice che mi adora", Federico Lucia risponde: "Con Chiara Biasi a farti di keta" ma anche: "Hai passato più tempo a farti la ceretta che a farti Vittoria Ceretti". E alla fine compare al suo fianco Mega, storica ex del membro della Dark Polo Gang. Nel ciclone, del tutto indirettamente, anche l'attuale flirt di Tony, l'influencer Giulia De Lellis. Coinvolta anche la fidanzata di Niky Savage, Roberta Carluccio, di cui Effe ha elencato i partner, in un lampante esempio di slutshaming. Vale la pena notare, infine, che i testi stessi di Savage sono un tripudio di stereotipi, insulti, immagini sessualmente suggestive, slur. Insomma, è un loop infinito. E in questa sede non ci soffermeremo sul sotto-testo di stereotipi omofobi e machisti. Sarà per un'altra volta. 

I fan si scatenano e la misoginia impazza

Risultato? Le sezioni commenti delle sopracitate ragazze sono un flusso velocissimo, costante e inarrestabile di commenti poco lusinghieri da parte dei fan di questi artisti, e non si risparmiano in insulti misogini, insinuazioni pesanti e lessico sboccato. Cosa c'entrano queste donne nella faida? Qual è la loro colpa? Nessuna, ma sono stati proprio i due protagonisti che hanno deciso di coinvolgerle per nome e cognome, brandendole come pistole o come bandiere per ferirsi l'un l'altro, per fare parlare di sé, per vincere la scaramuccia del marketing e della visibilità senza rendersi conto dell'effetto che questo avrebbe avuto su di loro. Quando se ne prenderanno la responsabilità? Vale tutto, e per tutto si intende la serenità e l'immagine pubblica delle ragazze che hanno avuto la malaugurata idea di uscire con loro, di sposarli, di frequentarli in qualsiasi modalità. I fan, che spesso sono motivati dalla loro stessa strisciante misoginia, li seguono a ruota, felici di avere un pretesto per lanciarsi nella calca.

I trend di Google e l'ombra degli uomini sul successo delle donne

Come se non bastasse, i trend delle ricerche di Google adesso sono monopolizzati da questa faida e da queste donne. Gli spettatori ricercano con foga i loro nomi, vogliono sapere chi sono, qual è la loro storia. Si potrebbe pensare a della pubblicità gratuita - tutto purché se ne parli - se non fosse che ancora una volta si ricade in stereotipi dannosi, in idee che dovrebbero essere eradicate, non rafforzate. Le donne diventano famose all'ombra della loro storia sentimentale, additate come "fidanzata di" o "quella di" anche quando hanno carriere strutturate, lunghe, di successo. E non importa l'opinione che si ha sulla loro carriera, la simpatia o antipatia che si prova per loro singolarmente. Quello che importa è che questi due personaggi, anche quando non utilizzano parole immediatamente offensive, portano avanti l'idea di donne come oggetti contundenti, come contorno alla loro rabbia, come punto debole da sfruttare, come accessorio al braccio dei duri, dei fighi, dei maleducati. La soluzione? Non ce n'è una immediata. In ogni caso, è una buona idea non stare in silenzio.