Cosa succede se la salute mentale diventa una giustificazione?
Il therapy speak e il ritorno di Ellen DeGeneres su Netflix
07 Ottobre 2024
Di salute mentale, una volta, non si parlava. Esistevano i manicomi e i cosiddetti "matti" erano condannati, a seconda del loro anno e luogo di nascita, a una vita di ricoveri forzati, elettroshock e percosse se non all'abbandono più totale, nelle strade e negli istituti, a lobotomie e chi più ne ha più ne metta. Un passato orribile ma vicinissimo, che ci viene raccontato nella lotta dei coniugi Basaglia per una diversa gestione della malattia mentale, ma anche da tanti artisti e poeti che - per un motivo o per un altro - si sono trovati a dover avere a che fare con questa realtà, da Allen Ginsberg a Alda Merini.
Come si parla di salute mentale oggi?
Oggi le cose sono cambiate, almeno apparentemente. La discussione sulla salute mentale è diventata più democratica e partecipata grazie alle associazioni, ai terapeuti e gli addetti ai lavori che si sono spesi per la sensibilizzazione sul tema, certo, ma anche attraverso i social network. Chi non si è colpevolmente auto-diagnosticato (in segreto, magari) qualcosa navigando su Tumblr, Twitter e TikTok in quest'ordine? Questa diffusione dei dibattiti sulla terapia, sulla psicoterapia, sulla salute mentale e sui disturbi del comportamento ha tanti lati positivi, ci ha resi più sensibili e aperti, più attenti al lessico e ai comportamenti, ma ha anche tanti lati negativi.
@gigistherapyworld raise your hand if you’re a victim of someone who has avoided accountability in this way #therapytok #mentalhealth #therapistofcolor original sound - Gigi
I social network vs la realtà
In primis, è innegabile registrare come esistano dei disturbi e delle patologie "cool", utilizzate per definire il proprio personaggio online e creare video virali, e disturbi e patologie meno "cool", anzi demonizzate, di cui si parla senza sfumature, condannandole e tacciando le persone che ne soffrono di essere cattive e manipolatrici, e dunque facendole sentire isolate. Ancora, spesso i termini inerenti l'ambito vengono lanciati a destra e sinistra senza approfondimento, impugnati come armi, svuotati e rovinati, utilizzati in maniera impropria e senza il giusto contesto. In questo caso si parla di therapy speak. Infine, questa apertura professata sui social - ampia ma spesso molto superficiale - non trova corrispondenza in un realtà in cui i governi di destra tagliano i fondi alla sanità pubblica, agli sportelli per le condizioni mentali, agli aiuti psicologici e terapeutici in generale.
@nonarcsense Weaponizing therapy speak is used to it's used to manipulate and hurt someone. In those cases, people use therapy speak to appear intellectually or morally superior. #Narcissist #Narcissism #NarcissisticAbuse #ToxicRelationships #healingjourney Beethoven Moonlight Sonata-High Sound Quality - Amemiya
Il caso di Ellen DeGeneres
Cosa succede quando questo therapy speak viene usato come arma, come risposta alle accuse o come modalità di giustificazione dei propri errori, per evitare di prendersene piena responsabilità? Abbiamo di fronte proprio in questi giorni il caso eclatante di Ellen DeGeneres, presentatrice sulla cresta dell'onda da anni da poco caduta in disgrazia a seguito di accuse molto gravi di maltrattamento e bullismo nei confronti dei suoi dipendenti e sottoposti. La donna, tornata a raccontarsi dopo un periodo di silenzio nello speciale di Netflix intitolato For your approval, ha dichiarato di aver scoperto, grazie al percorso di terapia iniziato a seguito di suddette accuse, di soffrire di ADHD e disturbo ossessivo compulsivo.
Il therapy speak come risposta alla gogna pubblica
Non vogliamo in questa sede mettere in dubbio le diagnosi ricevute dalla presentatrice e le difficoltà da lei incontrate, quanto la sua posizione, la sua intenzione e l'effetto delle sue parole. Mel piglio ironico ma anche amaro, in quello che è il racconto in prima persona della sua versione dei fatti e di cosa ha fatto da quando - citiamo testuale - "è stata buttata fuori dallo showbusiness", è molto difficile non scorgere un tentativo di riabilitazione che passa anche dall'impugnare queste patologie come bandiere. Il collegamento, anche quando non è esplicito, è nell'aria e lì rimane, l'amo è lanciato. Che siano i disagi psicologici di Ellen DeGeneres ad aver causato gli abusi perpetrati ai danni dei suoi dipendenti? E se l'implicazione porta fino a qui, cosa ci fa pensare questo di tutte le persone della nostra vita che soffrono delle stesse cose? Non si può non considerare questa modalità una conseguenza estrema della diffusione del therapy talk sui social network, che ci fa conoscere alcune condizioni abbastanza da riconoscerle quando nominate in uno show, ma che non ci rende abbastanza consapevoli da discernere le loro conseguenze reali e possibili dalla loro strumentalizzazione.